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29 March 2024
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Italiani in Svizzera

Italiani in Svizzera: Danio Migliore

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Raccontaci di te…

Sono nato a Marsala e ho 30 anni, ho studiato al Liceo artistico in Sicilia, dopodiché mi sono trasferito al nord Italia, prima a Brescia poi a Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera indirizzo arti visive, sono un “visual artist”, ho iniziato con la pittura e mi sono cimentato nella video arte. Ho lavorato per lo scultore Gino Masciarelli, conosciuto a livello internazionale e famoso per aver progettato la famosa “Piramide dei bambini” per l’UNESCO. Ho dato il mio contributo a diversi studi di architettura in Sicilia e ho collaborato in diversi progetti, come anche ad un progetto per l’Expo.

Mi occupo di modellistica, quindi di plastici architettonici, insomma dal disegno al designer all’installazione urbana, inoltre mi sono dedicato al racconto e alla sceneggiatura e questo è un altro filone che ho intrapreso da poco.

s10-1000x429Sei un artista impegnato in diversi settori, usi diversi stili, mezzi, ma per esprimere cosa?

La mia concezione dell’arte è molto filosofica, di conseguenza ogni mezzo è buono al fine di trasmettere un messaggio. A volte va bene un video, a volte la pittura, a volte un istallazione.

L’arte è sempre stato un percorso parallelo a quella che è la mia ricerca spirituale interiore da quando ero bambino, con gli anni gli interessi della mia vita si sono incontrati. Iniziando dalla teoria dei colori di Goethe all’essenza dei colori di Steiner, ho appreso cos’è l’antroposofia, ovvero la sapienza dell’uomo che non si basa su concetti filosofici o teologici secondo cui esiste un Dio a priori che manovra il destino dell’uomo, ma è l’uomo che deve conoscere se stesso per raggiungere un livello di consapevolezza superiore. Il divino che è in ciascuno di noi, e quindi questo percorso di consapevolezza e di acquisizione di stati di coscienza superiori, è visibile anche in alcune mie opere che sono frutto di un percorso alchemico di trasformazione. 

Quando ti sei trasferito in Svizzera?

Mi sono trasferito in Svizzera circa due anni fa circa, non conoscendo il tedesco mi trovavo spiazzato, non sapevo cosa fare. Cercavo lavoro sempre nel mio ambito, ma mi sono arrangiato anche con altro, ho iniziato il corso di tedesco e allo stesso tempo ho portato avanti il mio discorso artistico.

Ho diversi contatti a Milano, l’anno scorso ho pubblicato due articoli sulla rivista “ArteMedica-Antroposofia Oggi”, collaboro ogni tanto con loro, sono molto apprezzato in questo ambito filosofico, indirizzo steineriano antroposofico, sempre per quanto riguarda il mio pensiero. Sempre l’anno scorso a Zurigo ho fatto una mostra in collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura, che si intitola “Der fahrende Ritter”, sottotitolo “Logos mania 2” che è il sequel di una mostra precedente che ho fatto a luglio del 2013. È stata la mia prima personale che ha avuto un buon successo. Sono stato invitato inoltre a fare una scenografia per uno spettacolo teatrale della Kantonschule Freudenberg.  Grazie al fatto che ho realizzato dei cortometraggi e scrivo anche dei testi, ho avuto contatti con il mondo del teatro e l’anno scorso mi hanno proposto di fare una scenografia per uno spettacolo teatrale, al Maxim Theater, dove insieme ad altri artisti stiamo lavorando a un progetto di cortometraggio.
L’ultima esperienza molto soddisfacente, è stata quella che ho fatto lo scorso 14 settembre. Sono stato invitato a Basilea a Goetheanum, sede dell’associazione antroposofica universale, a mostrare i miei lavori, delle opere visive su carta e anche dei video, è stato molto apprezzato.

Che atmosfera hai trovato nell’ambiente artistico in Svizzera?p13-1000x429

È stato difficile intraprendere dei legami sul piano artistico, poi per quanto riguarda il mio tipo di arte, in quest’epoca è difficile trovare d’accordo su un certo piano di pensiero.

La tua non è però solo una percezione artistica?

L’antroposofia è più un concetto di vita che si estende poi a diversi campi della vita umana: dall’arta alla pedagogia, alla biodinamica alla medicina alternativa. Fare l’artista non è soltanto realizzare un’opera, dipingere o fare un video, c’è proprio una dimensione di vita che abbraccia vari aspetti della vita quotidiana. C’è un’etica di fondo che si rispecchia nella mia arte, ma che poi vivo praticamente anche nella mia vita quotidiana nel mio modo di comportarmi con le persone a ciò che mangio. Un’esperienza importante è che da quando sono in Svizzera sono diventato vegetariano, il trasferimento è stato un periodo di cambiamenti. Dovevo fare delle scelte, questi cambiamenti stanno avvenendo tutt’ora, il fatto di cambiare abitudini alimentari, rientra nel discorso dello stato di coscienza.

Il tuo racconto “Il Microcephalus” è una critica alla società…

Nella società di oggi c’è un eccesso di energia maschile e YIN e YAN, i due poli opposti, dovrebbero articolarsi in armonia, invece c’è troppa energia maschile, lo vediamo con l’inquinamento, la speculazione ecc…viene a mancare l’impulso “femminino”, attraverso l’arte voglio riportare l’equilibrio tra queste due polarità archetipiche. E in questo discorso entra anche il mio racconto “Il Microcephalus”. L’ho scritto in un’estate, terminata la mia esperienza a Milano, assistendo al cambiamento della generazione in un collegio.

Ricordo che l’ultimo anno siamo finiti a parlare solo di calcio, che io lo vedo come l’oppio dei poveri, infatti questo racconto è un po’ come critica ironica a questo soggetto tipico, colui che non pensa, che è monotematico, infatti il Microcephalus ha questo cervello di dimensioni ridotte. Dio artista crea la sua opera soddisfatto di quello che ha creato mentre passeggia nelle lande del paradiso terreste si imbatte in un esserino. Il mondo l’ha creato lui, come fa a esistere un essere che lui non sa di aver creato? Infatti era uno scarto di materia dal quale poi nasce questo Microcephalus.

 

Per maggiori informazioni su Danio Migliore e le sue opere

www.daniomigliore.com

Mail: [email protected]

 

 

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