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28 March 2024
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Editoriale

Votazioni COMITES: ecco come votare

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FotoRicordate che per partecipare al voto dovete fare espressa richiesta all’Ufficio consolare di riferimento almeno trenta giorni prima della data stabilita per le votazioni. Di seguito tutte le procedure

Trascorsi i cinque anni, come da regolamento, noi tutti italiani all’estero siamo chiamati a votare per eleggere i membri dei COMITES, i Comitati degli italiani all’estero. Le preferenze espresse dagli italiani all’estero, saranno ritenute valide se arriveranno all’ufficio consolare di riferimento entro le ore 24 del 19 dicembre 2014. Potranno votare i cittadini italiani maggiorenni residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali e residenti da almeno 6 mesi nella circoscrizione consolare. Ma attenzione: per votare però è necessario iscriversi nell’apposito registro elettorale entro il 19 novembre 2014. Ciò vuol dire che anche se siamo residenti all’estero, o abbiamo già votato in precedenza, non significa che automaticamente riceveremo il necessario al voto per queste elezioni, ma solo ed esclusivamente se annunciamo la nostra volontà ad esprimere la nostra preferenza. Tutti i residenti all’estero interessati a queste votazione dovranno quindi recarsi presso l’Ufficio consolare di riferimento  e presentare l’apposita domanda. Altrimenti, la domanda potrà essere inviata al medesimo ufficio per posta, fax, posta elettronica o posta elettronica certificata, allegando copia non autenticata del documento di identità del richiedente, comprensiva della firma del titolare.

Una volta accertata la propria partecipazione al voto, l’Ufficio consolare di riferimento provvederà ad inviare entro il 29 novembre  il plico contenente il materiale elettorale ed un foglio informativo illustrante le modalità di voto. Il cittadino esprime il proprio voto, seguendo le istruzioni fornite, quindi restituisce per posta al proprio Ufficio consolare la scheda utilizzando la busta già affrancata contenuta nel plico elettorale. Come detto precedentemente, la busta deve essere inviata al più presto possibile in modo da giungere a destinazione non oltre le ore 24 del 19 dicembre. Nel caso in cui non si dovesse ricevere nulla, ci si può recare personalmente presso l’Ufficio consolare di riferimento per richiedere un duplicato a partire dal 6 dicembre. 

Chi votare?

Naturalmente dobbiamo formulare con molta attenzione la nostra scelta. Ricordiamoci che i membri eletti saranno coloro che rappresenteranno tutta la collettività degli italiani in Svizzera, esprimendone le esigenze, le necessità sociali, culturali e civili, saranno il filo più diretto tra cittadini e Uffici consolari, gestendone i rapporti al fine di individuare e cercare di adoperarsi sulle urgenze. I membri che saranno scelti a rappresentarci rimarranno in carica per 5 anni.

 

I Comites? Sonno profondo di un’oligarchia

è ora di cambiare gli immobili irremovibiliHo letto con interesse gli articoli apparsi negli ultimi due numeri de “La Pagina”  sull’inutilità dei Comites, che da 30 anni non  rappresentano minimamente gli interessi della comunità italiana, ma servono oramai solamente alla vanità dei membri che ne fanno parte. Gli articoli letti le scorse settimane, gridano finalmente al mondo che il re è nudo, gridano che il COMITES è diventato inconsistente e sterile, specchio dei suoi membri obsoleti e sorpassati dai tempi. Inoltre, come hanno ben evidenziato gli autori di questi articoli, ad essere eletti sono sempre gli stessi individui, grazie ai patronati e alle sezioni dei partiti italiani all’estero, che da decenni si alternano nella distribuzione delle poltrone.

In poche parole se la cantano e se la suonano! Ma questi sono anche i vizi del solito binomio “immobilismo e oligarchia” che regna negli organi e nelle aziende pubbliche della nostra penisola. Binomio che ha influenzato  anche  i Comites, in particolar modo quello di Zurigo di cui posso parlare per conoscenza diretta. I suddetti vizi  sono un ostacolo insormontabile per un rinnovamento radicale di cui avremmo, invece, un urgente bisogno. Sarebbe necessaria una legge che impedisca a queste persone, inchiodate da decenni sulle poltrone dei Comites, alberi rinsecchiti di un bosco che è cambiato, di potersi  candidare in eterno. Pretendere ciò sarà impossibile. Sperare che si facciano spontaneamente e dignitosamente da parte, un sogno irrealizzabile. L’unico modo per allontanare questi soggetti, che da un quarto di secolo  calcano la scena nel triste ruolo di comparse, è di sfidarli apertamente alle prossime elezioni. In molti dovrebbero sfidarli. Questi novelli Matusalemme hanno resistito per tanti anni proprio perché nessuno, ad oggi, si è fatto avanti per pregarli gentilmente di farsi da parte.

Se si  riuscirà  o no, è un’altra questione, ma non  si può  assolutamente continuare a fare gli spettatori inermi davanti a uno spettacolo del genere, non si può essere complici di un lassismo che dura da un quarto di secolo. Sarà una sfida difficile; dopo tanti anni queste “eminenze grigie”, ma solo per il colore dei capelli, hanno creato nell’emigrazione una realtà di tipo medioevale, un po’ come i feudatari che non vollero  più mollare il territorio ricevuto in dono dall’imperatore e rinunciare di conseguenza alle cariche e ai benefici posseduti. E qui con i Comites  è la stessa cosa, ma con un particolare importantissimo: viviamo nell’età contemporanea e non più nel Medioevo.

Ecco perché ci sarebbe bisogno di nuove persone, con idee e proposte al passo coi tempi che prendano in mano la situazione e si candidino per i Comites. Impediamo che tali organismi diventino un ricovero per vecchi addormentati nel bosco, hanno dormito già abbastanza su quelle poltrone, pensioniamoli senza neanche svegliarli. Impediamo a queste comparse di fare ancora scena muta su un palcoscenico troppo rumoroso per i loro sonni, abbassando la testa davanti a chi comanda e friggendo aria per chi li ha votati. Impediamo loro di prenderci ancora in giro, facendoci credere di vegliare sul nostro futuro quando è loro unico interesse continuare a dormire sonni tranquilli. Impediamocelo!

E mettiamoci in gioco!

Gerardo Petta

 

 

COMITES: Sotto la lingua niente

Si intravede all’orizzonte il sospirato rinnovo dei Comites, eterno dilemma degli italiani all’ estero. Eterno dilemma per capire se lo stesso sia di qualche utilità, oppure si rinnoverà come le tante inutilità che il sistema Italia ci propone. In più di una occasione mi sono espresso in materia, e ho sempre sostenuto che al contrario del CGIE, potrebbe risultare utile alle comunità italiane che vivono ed operano oltre confine. Mi spiego meglio o cerco di farlo: mentre il baraccone vecchio e obsoleto conosciuto ai più con il nome CGIE, ha ormai fatto il suo tempo, a patto che un tempo lo abbia mai avuto, grazie a  chi ha sopravvalutato questo oggetto misterioso non identificato. Può sembrare che sia uscito fuori tema, ma non è affatto così, infatti per molto tempo i due organismi hanno avuto un percorso parallelo. Ciò  può far pensare che le due entità al loro interno avessero una similitudine strutturale. All’ impatto sembrano simili, pur avendo compiti totalmente diversi, anche se la stragrande maggioranza degli italiani non ha ancora capito quali siano questi compiti.Foto di Franco Giorno

Mentre  è praticamente impossibile annoverare il CGIE nella voce UTILITÀ, il Comites, al contrario, potrebbe rivelarsi molto utile per affrontare le complesse problematiche che attanagliano gli italiani all’ estero. Sempre  a patto che il Comites subisca una trasformazione radicale. Partiamo da un presupposto molto semplice, chiediamoci le finalità principali che ogni organismo istituzionale dovrebbe avere. Credo che la tutela e la salvaguardia dei diritti dei nostri cittadini venga  al di sopra di tutto, ma in questo ultimo decennio abbiamo notato che questa priorità improrogabile è venuta a mancare. L’attuale Comites, a causa della sua  sterile propositività, incide poco o addirittura nulla nella soluzione delle problematiche delle nostre comunità. A mio modesto avviso, se il Comites avesse poteri esecutivi, magari gestendo anche l’ erogazione del danaro pubblico, oggi non ci troveremmo a discutere del caso Giacchetta o della decurtazione del 40% alle pensioni per ex emigrati italiani in Svizzera, inoltre gestiremmo meglio il complesso mondo dei corsi di lingua e cultura italiana. Senza tirarla per le lunghe, io credo che un Comites con questi poteri potrebbe tranquillamente annullare sia il CGIE e dulcis in fundo anche i 18 parlamentari eletti nella circoscrizione estera. Questo farebbe risparmiare una valanga di soldi, ed eliminerebbe in modo definitivo “l’arroganza” di certi personaggi che fino ad oggi hanno fatto solo presenza in passerella. Personalmente ho anche qualche dubbio che in futuro si ritorni a votare per questo organismo.

Il ridicolo nuovo sistema di iscrizione a queste liste fantasme, a mio avviso, sta per annullare in modo definitivo l’ organismo della nostra discussione. Facciamo attenzione, il tutto è mirato a lasciare le decisioni in mano agli addetti ai lavori, personaggi ormai vecchi che hanno fatto il loro corso. Speriamo che il primo provvedimento del nuovo organismo,  che uscirà dalle urne, sarà quello di ristrutturare e modificare i Comites, altrimenti risulterebbe tutto inutile.

Francesco Giorno, MODIE

 

ioL’anomala  Democratica  partecipazione

all’elezione per il rinnovo dei ComitesCome Sindacalista dovrei essere contento che si é deciso di favorire la partecipazione al voto, per il rinnovo degli inutili Comites, solo di coloro i quali abbiano il controllo di Patronati   o di Associazioni varie. Per essere piu’ chiari, di favorire chi ha il potere di influenzare pensionati bisognosi e spesso timorosi di perdere qualche servizio gratuito.  Il voto indemocratico che si svolgerà presumibilmente a dicembre produrrà un’ulteriore delegittimazione degli eletti in questi Organismi  fortemente screditatisi in questi ultimi anni. Per non parlare del ridicolo percorso della norma che ne regola il voto, assoluta mancanza di rispetto per gli italiania all’estero. Una norma modificata in corso d’opera con continui cambiamenti prima della conversione del decreto legge che la regola che sta creando solo confusione.. Organismi sulla cui utilità non ci si é voluti interrogare per la presenza di innumerevoli connessioni tra politica e interessi precostituiti, interessi  passivi che sono per natura costosi e  improduttivi.

Sarebbe meglio come ho spesso  stostenuto valutare l`elezione di un  Difensore Civico Estero almeno in ogni Circoscrizione Consolare degnamente popolata. Una figura con pieni poteri di controllo e di difesa dei diritti dei cittadini italiani all’estero. Tutti siamo stanchi dei ritardi e delle disfunzioni  dei Consolati, non possiamo mai difenderci se non con Raccomandate  a/r a Roma che spesso finiscono  in un non nulla. E veniamo al nocciolo della questione: ”Per poter partecipare al voto per il rinnovo dei Comites bisogna iscriversi almeno 30 giorni (erano 50)  prima dello svolgimento dell’elezioni. Pena, l’impossibilità  di esercitare l’inutile voto. Certamente l’iscrizione é stata  resa accesibile con mezzi moderni  e snelli ma sempre di un’iscrizione trattasi. Si toccano tasti delicati del  diritto di voto, quali: segretezza, libera decisione e libertà di riflessione.

segretezza? Si  ma si sa chi sicuramente non andrà a votare 30 giorni prima

libera decisione? Si ma fino a 30 giorni prima

libertà di riflessione? Si ma fino a 30 giorni prima

libertà di essere  indeciso? Si ma fino a 30 giorni prima.

libertà di non pre-iscriversi? Si  ma solo se qualche Patronato non ha i tuoi dati

La Politica romana continua a partorire idiozie abnormi a favore di qualche  piccolo gruppo di interessati che fino ad oggi ha solo creato costi e  ulteriori disfunzioni. Si abbia il coraggio di cancellare i Comites, i deputati eletti all’estero e si crei una vera figura di difesa dei cittadini italiani all’estero che sappia fare da contrappeso all’obsloleto, arrogante, improduttivo sistema burocratico consolare  che ha lasciato ferite nella mente di ogni italiano all’estero. 

Cordiali Saluti  delegato UGL

Francesco  Torellini

 

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