«La consegna della Coppa del Mondo al Sudafrica da parte dell’ex giocatore francese Patrick Vieira è una gaffe della Fifa. Quella Coppa non l’ha vinta lui nè nessun altro giocatore ma l’Italia», tuona
il presidente della Federcalcio Abete
Giù le mani dalla Coppa. Vieira impropriamente la alza al cielo di Soweto, e stavolta sono gli italiani che s’incazzano, come direbbe Paolo Conte.
È ancora Italia contro Francia, quattro anni dopo la finale mondiale di Berlino e la testata di Zidane, e al culmine di una sfida infinita tra cugini, del calcio e non solo. Di mezzo c’è ancora un campione dei Bleus, e soprattutto la Fifa con le sue gaffe e la neanche tanto nascosta freddezza verso l’azzurro: “La consegna della Coppa del Mondo al Sudafrica da parte di Patrick Vieira è una gaffe, un errore della Fifa nei confronti dell’Italia”, tuona Abete. “Ci aspettiamo chiarimenti, e se non verranno scriveremo perché rimanga agli atti”.
Tutto è avvenuto all’insaputa dei Campioni del Mondo. Poco considerati da qualcuno in patria, ma evidentemente persino negletti nei piani alti dove abita Sepp Blatter. Soweto, concerto di Shakira, festa di una nazione intera che aspetta la sua ora: di fronte a quarantamila spettatori in delirio, la cantante colombiana chiude con Waka Waka, l’inno del primo Mondiale africano. Poi salgono sul palco Danny Jordan, presidente del comitato organizzatore, e Jerome Valcke, segretario generale della Fifa, potentissimo braccio operativo di Blatter. “L’attesa è finita – urla in tv a tutto il Sudafrica – è la vostra ora. Io sono francese, chiamo sul palco un campione francese”.
Arriva Vieira, in campo il 9 luglio 2006 all’OlympiaStadion ma poi sconfitto ai rigori. Stavolta alza lui la Coppa che sollevò al mondo Cannavaro, anche qui tra gli scatti dei fotografi. La mostra al pubblico perché la abbracci col suo entusiasmo. È un passaggio di consegne solo simbolico al paese ospitante, ma effettivamente insolito per la Fifa così puntigliosamente attenta al cerimoniale. Sembra la chiusura del cerchio di quella notte di Berlino, quando Blatter non consegnò di persona la Coppa all’Italia, tra le polemiche, e lo lasciò fare al presidente Uefa Johansson. La Fifa non ama l’Italia, non ha gradito la sua vittoria, disse qualcuno. Quattro anni dopo, il contesto non è ufficiale ma il passo falso analogo.
Il concerto va in differita sulle tv sudafricane, il giorno dopo. Qualcuno se ne accorge, un cronista ne chiede conto in conferenza a Gattuso. “Io la mia Coppa del Mondo c’è l’ho a casa – risponde l’azzurro, riferendosi alla copia che spetta a ogni giocatore –. Una risposta ce l’avrei, ma meglio se mi mordo le labbra. Ci penserà Abete”.
Prima di lanciare il siluro contro la Francia, il capodelegazione dei campioni del mondo cerca di capire la situazione. Un invito a presenziare la serata effettivamente c’era, per Pirlo, ma assolutamente informale e senza riferimento ad alcuna cerimonia per la Coppa. Poi Pirlo, infortunato, ha dovuto rinunciare per sottoporsi ad un esame clinico. Valcke ne aveva parlato con Sergio Di Cesare, il dirigente dei rapporti internazionali per la Federcalcio, ma “nessuna richiesta ufficiale di presenza del tecnico, di un giocatore o di un dirigente è arrivata dalla Fifa – ha spiegato Abete -.
La riconsegna ufficiale della Coppa alla Fifa è avvenuta il 4 dicembre a Cape Town, l’ho restituita io personalmente a Blatter e al presidente Zuma. Quella di giovedì era un’iniziativa promozionale, ma né Vieira né alcun altro giocatore che non abbia conquistato la Coppa avrebbe dovuto alzarla. È stata una scena spiacevole, se ce l’avessero chiesti non avrei avuto problemi ad essere presente personalmente: abbiamo sempre collaborato con la Fifa, prima e dopo la riconsegna, a tutte le iniziative di valorizzazione della Coppa”.
Evita di alzare il tiro direttamente contro Blatter, l’Italia, ricordando che “dopo la sua assenza la sera della finale, il presidente riconsegnò la Coppa a Cannavaro un anno dopo, a Coverciano, e si impegnò a riconsegnarla di persona se l’avessimo rivinta. Tocchiamo ferro, ma non penso vi sia scarsa attenzione verso la federazione”. Però, la serata di Soweto resta “una gaffe, una sottovalutazione”.
“Quella Coppa l’abbiamo conquistata nel 2006: è bello avere l’originale, è ancora più bello averne vinte quattro, e quelle non ce le toglie nessuno – conclude Abete -. La Fifa non avrà problemi a chiarire che non era una mancanza di attenzione verso di noi. Se non sarà così scriveremo per chiederlo, e rimarrà agli atti”.
“L’Italia era stata invitata al concerto del 10 giugno allo stadio degli Orlando Pirates, ma ha declinato l’invito. Quanto alla presenza sul palco di Patrick Vieira, si tratta di un ex campione del mondo di origini africane”. È questa la risposta della Fifa alla protesta della Federcalcio.
Chi la riprenderà, quella coppa tutta d’oro, si vedrà tra poco meno di un mese. Intanto però l’Italia non la molla, nè davanti alla Fifa nè, tantomeno, alla Francia.