Un giornalista americano afferma che la malattia di Hugo Chàvez gli lascerebbe due mesi o poco più di vita, mentre il presidente annuncia la sua candidatura alle elezioni di ottobre
Qualche mese fa le cronache hanno riferito che Hugo Chàvez, alla vigilia di un intervento chemioterapico per la cura di un rhabdomyosarcoma abbia invocato Dio dicendo: “Signore, ti prego, fammi vivere”, aggiungendo che aveva ancora tante cose da fare. Abbiamo ricordato questo episodio perché su La Stampa è apparsa una notizia diffusa da un giornalista americano, Dan Rather, definito “mitico anchorman”, che annuncia la morte del presidente venezuelano nel volgere di un paio di mesi o comunque non più di quattro o cinque, dovuta allo stadio terminale della malattia che ha colpito Chàvez l’anno scorso. L’annuncio del giornalista americano ha due risvolti. Il primo è se la notizia sarà confermata o meno. In fondo si tratta di sapere se l’ha data per calcolo politico o perché è la verità. Il secondo risvolto riguarda le conseguenze politiche di questa notizia, nel caso in cui dovesse essere vera. Cambierebbe la geografia politica del Venezuela. Moises Naim, ex ministro venezuelano e analista della Fondazione Carnegie a Washington, dice che “le istituzioni del Venezuela si stanno sgretolando. Non c’è più sicurezza nelle strade, chiunque può essere rapito e ucciso. Il sistema dell’Istruzione come della Sanità è a brandelli. Il governo inefficiente.
Lo stile di Chàvez è di cambiare i ministri ogni sei mesi. Nessuno è in grado di assumersi la responsabilità di decisioni sui cambiamenti strategici fondamentali che incombono, a cominciare dall’energia. Chàvez non le prende, nessun altro lo fa e di conseguenza il Paese è paralizzato. Tutti aspettano Chàvez ma lui è da qualche parte a farsi curare, in gran segreto”. Il motivo è evidente e serio per l’interessato. Una grave malattia come quella che lo ha colpito esige che si curi ma così facendo è costretto a trascurare gli affari di Stato. Per la verità un modo per uscire dalla situazione ci sarebbe, è quello che viene adottato in casi del genere in ogni Paese democratico: le dimissioni e un nuovo governo. Evidentemente, però, il Venezuela tanto democratico non è, e di conseguenza succede quanto sopra descritto, aggravato dal fatto che nel frattempo sono tanti i pretendenti suoi successori in lotta tra di loro, e Chàvez non fa una preferenza in questo senso per non scontentare gli altri.
Quali possono essere le conseguenze in caso di morte di Chàvez? Lo dice ancora una volta Moises Naim: “Sono tutti (i 5-6 leader chavisti in attesa di prenderne il posto, ndr) a capo di fazioni accomunate da due caratteristiche: vantano il diritto assoluto alla successione di Hugo Chàvez e sono molto potenti, potendo disporre di soldi, armi, milizie armate e alleati poco raccomandabili”. E aggiunge: “Il Venezuela va incontro ad una fase di gravi violenze interne fra questi gruppi chavisti, che non esiteranno a usare le armi per impossessarsi del potere quando Chàvez non sarà più in circolazione. Per avere un’idea di chi sono i personaggi di cui stiamo parlando basti pensare che il ministro della Difesa Rangel Silva è considerato dagli Stati Uniti uno dei capi di uno dei cartelli dei narcos”. Se questo è vero, lunga vita a Chàvez.
Ma torniamo alla curiosità del leader venezuelano che non avrebbe più di 4-5 mesi di vita. Ecco la dichiarazione scritta e pubblica del giornalista Dan Rarther: “Il sottoscritto giornalista è stato informato del fatto che il presidente venezuelano Hugo Chàvez è afflitto dal rhabdomyosarcoma metastatico, un cancro aggressivo entrato nello stadio finale”. Chi gli avrebbe fornito l’informazione sarebbe una persona che “è in una posizione tale da conoscere le condizioni e la storia medica del paziente”. L’ultima volta che Hugo Chàvez è andato a Cuba per sottoporsi alla radioterapia è stato alla fine di aprile scorso. Rientrato il 22 maggio in Venezuela, ha annunciato in tv che il 7 ottobre prossimo si ricandiderà alle elezioni, preannunciando al suo avversario “una sconfitta senza precedenti. Come se Cassius Clay fosse salito sul ring contro di me”.
Chi è che bluffa, il giornalista Dan Rather o Hugo Chàvez?