Un nostro lettore commenta l’articolo PD Zurigo: La manovra punisce chi porta alto il nome Italia all.estero.apparso nell’edizione del 07.09 del nostro settimanale
Le opposizioni in Italia e in Svizzera dopo la manovra economica del governo chiedono ai propri parlamentari e alle opposizioni di battersi in Parlamento e nel paese, assieme alle forze sindacali, per modificare per l’ennesima volta (manovra bis?) ciò che dopo vari ripensamenti e modifiche verrà deciso da chi governa. Le opposizioni si appellano alla moralità da parte dei rappresentanti nelle istituzioni e all’equità nelle opportunità e nei doveri. È buffo sentire parlare di manovre eque e di sacrifici da parte di coloro che per pudore non dichiarano anch’essi i profitti fatti nei loro mandati come parlamentari, e tutti i privilegi di cui hanno goduto. Mentre le aziende si spostano in paesi senza diritti sindacali, dove si pensa solo a lavorare, i lavoratori della tanto decantata unione Europea diventano cassintegrati o disoccupati. È in atto da quasi un decennio uno smantellamento dei diritti sociali nei vari paesi cosiddetti democratici, che solo adesso ce ne rendiamo conto? In Italia, indipendentemente da chi governava, veniva bloccato a tutti dipendenti della Pubblica Amministrazione ogni aumento di stipendio, tagliata la tredicesima, sottratto il Tfr e molti sono stati licenziati. Nessuno si ribellò e tutti rimasero in silenzio. Magari si sentivano in colpa per il debito pubblico loro stessi. Venne poi il turno dei possessori di titoli di Stato che furono congelati per dieci anni. Anche ai futuri pensionati la data della pensione fu spostata di un anno, poi di due, poi di cinque, poi per sempre. Nessuno reagì. Mentre i parlamentari, compresi coloro che in Svizzera godono di questo titolo, si assicurano dopo una legislatura la meritata pensione. Mors tua, pensione mea. Senza avere la sfera di cristallo non credo esista speranza con i politici attuali, sono dei ‘non legislatori arricchiti’, pronti a vendersi al migliore offerente (vedi il tanto per anni decantato Razzi da parte di questo stesso giornale), guardoni super pagati, condannati in via definitiva, plurieletti da decenni.
Per continuare nella mia (fantasiosa) panoramica dello scempio attuato con altre manovre ideate o proposte da quel genio di Tremonti piuttosto che Padoa Schioppa, in ordine sparso e senza preferenze, il futuro lo vedrei così: visto che nessuno protestava, dichiararono il default dello Stato. Poi, precari, cassintegrati, disoccupati, insegnanti, dipendenti pubblici, mai pensionati, ex pensionati, risparmiatori, proprietari di casa e, in generale, tutti gli italiani ridotti alla miseria! Un giorno non troppo lontano, con l’aiuto dei media moderni (internet) che godono di maggiore libertà, i cittadini si organizzeranno e andranno a prendere i politici. Nessuno protesterà. Le categorie già colpite apprezzeranno di non essere le uniche a pagare la crisi. Come già riportato in vari siti del web il testo di Martin Niemöller, ‘Prima di tutto vennero a prendere gli zingari’, va a pennello per descrivere la situazione sociale-economica del nostro belpaese. Sopratutto il finale è emblematico “Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Chi di noi nella tranquilla Svizzera metterebbe la faccia tra i politici e non, manifestando contro le decisioni del governo attuale? Ora, se invece di vivere solo nel mondo virtuale di questi forum e criticare chi si espone dedicando tempo ed energie per un’idea in cui crede, qualcuno si esponesse per fare rispettare le proprie opinioni?
È mai possibile che ci si sia ridotti a dover mantenere coloro i quali si dovrebbero occupare di governarci e che, invece, pare che abbiano come unico scopo quello di aumentare i propri privilegi? Poi leggo le dichiarazioni del nostro Presidente della Repubblica che dall’alto della sua venerata età parla di valorizzare i giovani. Con quali forze protestare davanti alla sede dei consolati, sui tagli effettuati per la scuola, le sedi ecc., quando poi leggo che lo stato finanzia l’editoria per circa 700 milioni di euro all’anno (nel 2008). A chi, come, e soprattutto a che titolo vengono spesi questi soldi? Poiché in Italia si legge poco e nessun giornale riesce a vivere di sole vendite. Potranno loro che governano confondere l’interesse nazionale con il loro? Potranno mai fare un errore simile?
Mario Pluchino