“Con Avatar è una lotta impari, ma credo che due film belli possano benissimo convivere. Noi non ce la caviamo molto col 3D, ma sappiamo fare meglio pellicole che trattano di umanità”.
Questo il commento del regista livornese Paolo Virzì, pochi giorni prima dell’uscita nelle sale italiane del suo ultimo film “La prima cosa bella” in contemporanea con il kolossal di James Cameron.
E nonostante sia impossibile competere con “Avatar”, la pellicola a firma di Virzì tiene bene nella classifica degli incassi piazzandosi già dopo due settimane al quarto posto con un guadagno di 1 milione 206 mila euro. “In un momento in cui ci si sente in esilio, in cui ci si sente senza patria e senza fiducia ho deciso di tornare a Livorno dopo 12 anni da “Ovosodo” per ritrovare la patria perduta”, ha detto Virzì presentando “La prima cosa bella”, l’amarcord del regista livornese che racconta com’era e com’è la sua città, amata e odiata, seguendo il destino di una giovane donna piena di vitalità e dei suoi due figli.
Il film è interpretato da attori molto amati dal pubblico italiano: su tutti la coppia Mastandrea-Sandrelli, figlio e mamma che duettano in un’altalena di emozionanti chiaroscuri. Non sono da meno gli altri: Micaela Ramazzotti, Claudia Pandolfi, Marco Messeri e Sergio Albelli. Pur ambientata a Livorno,
“La prima cosa bella” non è una pellicola autobiografica. Il film racconta la storia di Anna, “una mamma particolare – spiega Virzì – entusiasticamente disponibile e malintesa dalla gente, e dell’amore speciale che lega questa donna vitale e chiacchierata ai suoi due figli, Bruno e Valeria”. Tutto inizia in un’Italia color seppia degli anni Settanta. Ed esattamente in un concorso di bellezza: l’elezione della Miss dello stabilimento balneare più popolare di Livorno che premia come “mamma più bella’’ la giovane Anna (Micaela Ramazzotti).
Una cosa che porta lentamente, ma inesorabilmente, lo scompiglio nella famiglia Michelucci, suscitando i sospetti rabbiosi del marito Mario (Sergio Albelli), maresciallo dei carabinieri tradizionale e triste, ma soprattutto la gelosia del figlio Bruno (Valerio Mastandrea) possessivo come può esserlo un figlio maschio introverso verso una madre che si rivelerà presto troppo libera e moderna. Anna, cacciata da casa dal marito, diventerà, con due figli a carico, preda dei desideri di tanti uomini affascinati da un carattere che unisce ingenuità e una voglia di vivere fuori dal comune. Dagli anni ’70 e ’80 si passa poi al presente con Bruno, che ha ormai tagliato i ponti con la sua Livorno, e vive a Milano.
La sorella lo convincerà a tornare a fatica nella città toscana dove la madre (Stefania Sandrelli) è una malata terminale ancora capace di allegria e vita. Bruno dovrà fare i conti una volta per tutte con questa madre ingombrante ma piena di fascino che decide anche sul letto di morte di dire sì alla vita contraendo un ultimo matrimonio e di mettere comunque sempre in discussione il suo ombroso figlio.
“La prima cosa bella” è un film che riporta ai gloriosi tempi della commedia all’italiana. “Mi ricorda molto quel tipo di film ”, ha dichiarato Stefania Sandrelli.
La particolarità di questo film e ciò che più amo in Virzì è la sua capacità” di far piangere e ridere quasi contemporaneamente. “Qui – aggiunge la Sandrelli – si recupera quella che era la prerogativa dei film italiani degli anni ‘60, vai al cinema e ti sembra di volare. E la stessa atmosfera la provi sul set dove senti tutto e avverti la presenza di ogni attore, anche di quelli con cui non interagisci direttamente”. Notevole anche la colonna sonora del film. Curata dal fratello di Paolo Virzì, Carlo, è caratterizzata da molte canzoni degli anni ‘70 e ‘80 tra cui quella che da’ il titolo al film, “La prima cosa bella”, un brano di Nicola di Bari che nel ‘71 trionfò a Sanremo, e che Anna canta insieme ai suoi figli nei momenti di sconforto. Nella colonna sonora la cover viene interpretata dalla cantante Malika Ayane.