Il 13 agosto del 1961 accadeva lo sbarramento più pericoloso e devastante che l’uomo nel secolo 900 ha attuato come metodo di prigione, dividendo economia, vita sociale, sanità e beni primari come il cibo. 151 kilometri di ferro e cemento senz’anima, senza mimica umana, ha tenuto più di 3 milioni di persone “lontane” e l’intero mondo scioccato per ciò che stava accadendo. Duecentotrentanove persone hanno perso la vita nella speranza di attraversarlo: questo lungo serpente infuocato che tutti conoscono come il muro di Berlino.
Simbolo della guerra fredda, linea di demarcazione tra ideologia e follia, tra comunismo e capitalismo, tra est ed ovest di un mondo contrapposto con la violenza.
L’ex Unione sovietica occupò il 40% della città con un milione e 100 mila persone, mentre il resto veniva suddiviso tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia con 2 milioni e 200 mila abitanti.
Dal ‘48 al ‘49 i sovietici fecero pressioni e assedi per prendere l’intera città, mentre gli alleati tennero testa. L’est mirava ad ovest più ricca e prospera e ciò fu il punto cardinale affinché alla mezzanotte del 13 agosto 1961 iniziarono le tracce di divisioni fisiche ed immorali.
Mai prima d’ora l’uomo aveva ambito così tanto male, mai prima d’ora si era voluto Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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