È sempre una questione di soldi, quanto dovranno spendere in più i proprietari di casa in termini di Imu, Tari, imposte di trasferimento (addirittura fino alla successione) quando i valori catastali saranno riallineati a quelli di mercato? In teoria molto, si stima il doppio, un vero salasso, specialmente nelle grandi città dove la rivalutazione catastale potrebbe arrivare nelle zone centrali al 150% ed al 90% nelle zone periferiche. In linea di massima tuttavia gli aumenti maggiori si ipotizzano per le abitazioni più vecchie e in centro, oggetto di maggiore rivalutazione nel corso degli anni rispetto a quelle più nuove o in periferia. I dati su cui si basa il catasto attuale sono vecchi di almeno trent’anni (l’ultima parziale revisione risale agli anni ’80) e quindi lontanissimi dai valori di mercato; basti dire che c’era ancora la lira. Senza contare che i criteri di valutazione restano quelli degli anni ’50, periodo a cui risale l’impianto del catasto odierno.
Da una stima fatta pare che le case non censite ovvero le case fantasma, siano circa 1,5 milioni. Mario Draghi assicura che la revisione del catasto è in primo luogo un’operazione di trasparenza, ma ancor di più di equità oltre che di maggior efficienza nel gestire il patrimonio immobiliare del Paese. I dati catastali rappresentano la carta di identità di un immobile, specie in un Paese come l’Italia a forte vocazione turistica e con tanti acquirenti stranieri. Non è dunque un sistema per fare cassa, e comunque sino al 1° gennaio 2026 la riforma non avrà effetti fiscali, nessuno o almeno buona parte degli italiani non dubita della parola di Mario Draghi, ma cosa accadrebbe se il Governo passasse di mano? Dalla dichiarazione di Draghi risulta che occorreranno almeno 5 anni per completare la revisione quindi sino al 1°gennaio 2026 nulla cambierà. Come al solito c’è grande confusione nella proposta della nuova normativa, si parlerà di metri quadrati e non più di vani, inoltre il valore catastale che verrà definito valore patrimoniale, sarà aggiornato ai prezzi di mercato, di fatto il vecchio coefficiente verrà affiancato da un coefficiente che esprima la capacità di generare profitto, una sorta di reddito locativo presunto,allineato con i canoni locativi della zona. Insomma una sorta di dati tale da impedire ogni sorta di evasione da parte dei proprietari di casa. Come sopra accennato, il fatto è che i valori catastali maggiorati aprono al rischio che tutte le imposte vengano maggiorate in proporzione nel 2026 se le necessità sello Stato saranno tali da rendere necessaria una maggiore imposizione fiscale. Oppure anche prima, perché un nuovo governo potrebbe rimangiarsi ogni promessa. È chiaro il disegno che si intende perseguire, iniziato dall’emerito senatore a vita Mario Monti, proseguito da altri politici guidati da eminenze grigie al di fuori dello Stato stesso, un attacco diretto e spietato contro il mattone, bene rifugio di buona parte delle famiglie italiane, tutto questo per indirizzare il risparmio in altre direzioni, proposto dalle banche, transazioni su titoli ed azioni senza alcun rischio da parte della banche, perché sia che il cliente guadagni sia che il cliente perda, loro la commissione, l’hanno sempre assicurata.