Triplicati i super ricchi del pianeta (nonostante la crisi)
La crisi morde le maggiori economie mondiali eppure negli ultimi 14 anni i super ricchi sono addirittura triplicati raggiungendo in tutto il mondo il ragguardevole numero di 128.000. Paperoni che contano un patrimonio netto che supera i 50 milioni di dollari. Lo scenario è disegnato nel Global Wealth Report 2014 del Credit Suisse che registra per l’anno in corso “un incremento della ricchezza mondiale che cresce a ritmi senza precedenti” con un “aumento record di 20.100 miliardi di dollari”. Dal 2000 ad oggi, rileva lo studio, “è aumentato anche il numero dei cosiddetti Ultra High Net Worth (Uhnw) Individual, il cui patrimonio netto supera i 50 milioni di Usd”. Il rapporto stima la presenza di 128.200 Uhnw Individual in tutto il mondo e a dominare la classifica sono “di gran lunga gli Stati Uniti, con 62.900 adulti Uhnw, pari al 49% del totale globale, 9.600 in più rispetto alla metà del 2013”. Si tratta di “un aumento sorprendente per un solo anno”, commenta il report, “più del numero totale di Uhnw residenti in Cina, che si attesta al secondo posto con 7.600” super ricchi. Agli Usa segue l’Europa con il 24% dei super ricchi, e l’area Asia Pacifico, incluse Cina e India con il 20%. E anche l’Italia ha i suoi Paperoni, collocandosi al sesto posto nel mondo con 3.322 super ricchi, pari al 2,6% del totale. Dei 128.000 super ricchi a livello globale, rileva Global Wealth Report 2014 del Credit Suisse, 45.000 dispongono di un patrimonio di almeno 100 milioni di dollari e 4.300 Paperoni hanno asset per ben 500 milioni di dollari. La classifica per paesi che contano il maggio numero dei Paperoni è guidata dagli Stati Uniti con 63.000 superricchi (il 49% del totale). Ma la ricchezza, sottolinea il report, è cresciuta in tutto il mondo. Tra metà 2013 e metà 2014 la ricchezza globale ha registrato una crescita di 20.100 miliardi di dollari, pari ad un aumento dell’8,3%, salendo a quota 263.000 miliardi di dollari, “più del doppio rispetto ai 117.000 miliardi di dollari registrati nel 2000” rimarca il report rilevando che “in particolare gli Usa hanno recuperato in un anno le perdite della crisi finanziaria”. Con un aumento dell’11,4% su base annua, la creazione di ricchezza si è rivelata particolarmente forte nel Nordamerica, dove ora si attesta a 91.000 miliardi di dollari, pari al 34,7% della ricchezza totale. Il secondo contributo per importanza è giunto dall’Europa, con un aumento della ricchezza del 10,6% fino a raggiungere 85.200 miliardi di dollari. In entrambe le regioni, sottolinea il report, i mercati dei capitali sono stati un elemento chiave per la crescita della ricchezza: la capitalizzazione del mercato azionario è aumentata del 22,6% negli Stati Uniti, mentre Canada, Francia e Germania hanno registrato incrementi prossimi al 30%.
Al contrario nuove pubblicazioni del Bilancio sociale dell’Istituto rivela che in Italia quasi un pensionato su due (43,5% pari a 6,8 milioni di individui) percepisce un reddito inferiore a 1.000 euro mensili. Tra questi il 13,4%, pari a 2,1 milioni di pensionati, è sotto la soglia dei 500 euro, mentre quasi il 70% non raggiunge i 1.500 euro al mese. È quanto si legge nel Bilancio sociale dell’Istituto presentato oggi. “Al momento non sono previsti specifici interventi sulle pensioni nella legge di stabilità, né di togliere né di aggiungere”, ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.
Dai dati emerge che nel 2013 l’Inps ha erogato in tutto circa 21 milioni di pensioni, (in lieve diminuzione, -0,6%, rispetto al 2012) tra cui circa 17,3 milioni di pensioni previdenziali ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) per circa 242 miliardi di euro e 3,7 milioni di pensioni assistenziali (principalmente pensioni e assegni sociali e prestazioni agli invalidi civili) per oltre 25 miliardi di euro. Le prestazioni previdenziali (finanziate interamente con contribuzione) sono riferite per il 55% ai dipendenti privati, per il 16,2% ai dipendenti pubblici e per il 26,9% ai lavoratori autonomi. La quota rimanente riguarda gli iscritti alla gestione separata, al Fondo clero, alle assicurazioni facoltative e coloro che prestano un’attività lavorativa non retribuita in ambito familiare. Con riferimento alla tipologia di pensione erogata, si rileva che gli assegni di vecchiaia e anzianità-anticipata (inclusi i prepensionamenti) sono in tutto circa 11,7 milioni e costituiscono il 67,3% del totale dei trattamenti ivs erogati. A seguire, le pensioni ai superstiti con il 25,7% (circa 4,5 milioni) e le prestazioni di invalidità-inabilità con il 7% (circa 1,2 milioni di trattamenti).
In Svizzera, secondo le ultime statistiche dell’UST, Ufficio federale di Statistica, una persona su 13 era colpita da povertà reddituale, nel 2012 circa 590’000 persone erano colpite da povertà reddituale in Svizzera. Circa 130’000 di esse risultavano occupate. I gruppi di popolazione più colpiti dalla povertà reddituale sono le famiglie monoparentali, le persone con un basso livello formativo e le economie domestiche i cui membri non partecipano al mercato del lavoro. Dal 2007 il tasso di povertà è sceso di 1,6 punti percentuali. Nel 2012 in Svizzera il 7,7% della popolazione residente permanente in economie domestiche (590’000 persone) era colpita da povertà reddituale. La soglia media di povertà era situata a circa 2200 franchi al mese per una persona sola e a 4050 franchi per due adulti con due figli. Tale importo deve consentire di provvedere alle spese necessarie per il sostentamento in generale (generi alimentari, abbigliamento, cure del corpo, spese di trasporto, svaghi, ecc.) nonché alle spese per l’abitazione e le assicurazioni, esclusi i premi dell’assicurazione malattie obbligatoria. Rispetto all’anno precedente (7,4%), il tasso di povertà della popolazione complessiva non ha subito alcuna variazione degna di nota. Dall’inizio della rilevazione dei dati, nel 2007 (9,3%), invece, la povertà in Svizzera è calata di 1,6 punti percentuali. Il tasso di povertà delle persone occupate è sceso di 1,3 punti percentuali nello stesso intervallo di tempo, passando al 3,5%.
Fonte: Adnkronos, UST