Gli avvenimenti politici che hanno segnato l’anno appena concluso
Il 14 gennaio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi viene indagato dalla Procura di Milano con le ipotesi di reato di prostituzione minorile (articolo 600 bis del Codice penale) e concussione (articolo 317 del codice penale) nell’ambito della vicenda Ruby. Berlusconi è inoltre indagato dalla Procura di Milano per concussione in relazione ai fatti accaduti la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, la notte in cui Ruby – condotta in Questura a Milano in seguito alla segnalazione di un furto – venne affidata alla consigliera lombarda del Pdl Nicole Minetti dopo un intervento del premier. Il 17 marzo si celebra il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. “Non 5, 4, 3 Italie, ma una sola Italia”, dice Napolitano nel suo discorso a Montecitorio davanti alle Camere riunite e orfane dei parlamentari della Lega Nord. Dopo aver citato Mazzini, il presidente mette in luce la “suprema sapienza della guida politica cavouriana” e “la leggenda, non artificiosa, di Giuseppe Garibaldi”, sottolineando come si tratti di “figure non abbastanza studiate e ricordate”. L’11 maggio inizia ufficialmente la corsa di Mario Draghi verso la Banca centrale europea. Anche la Germania, infatti, conferma il proprio appoggio alla candidatura dell’allora governatore della Banca d’Italia per la successione a Jean-Claude Trichet. Il 30 maggio i ballottaggi delle amministrative a Milano e Napoli danno il primo scossone al governo Berlusconi. Il centrosinistra vince con Pisapia e De Magistris e conquista anche Trieste, Cagliari, Grosseto e le province di Mantova e Pavia, strappando anche il Comune di Novara al centrodestra. Trionfo di sì ai referendum del 12 e 13 giugno.
E non sono solo i dati di affluenza alle urne a parlare chiaro, con il 57% di votanti e il quorum raggiunto per tutti i referendum ma anche i dati ufficiali diffusi dal Viminale sull’esito dei quesiti, che mostrano una inequivocabile vittoria dei ‘sì’ in tutti e quattro i casi. Il ‘sì’ ai referendum abrogativi è del 95,47% per il primo quesito sulla privatizzazione del servizio idrico; del 95,91% per il secondo quesito sulla tariffa del servizio idrico; del 94,40% per il referendum sul nucleare e del 94,76% per l’abrogazione del legittimo impedimento. Il 15 giugno Luigi Bisignani è sottoposto a detenzione domiciliare con l’ipotesi di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta associazione P4. Quasi un mese dopo – il 20 luglio – viene arrestato il deputato del Pdl Alfonso Papa. Caos in Val di Susa il 3 luglio nel giorno dei cortei contro la ferrovia ad alta velocità Torino Lione. Black bloc e no-tav protestano. Cinque arresti tra i manifestanti e oltre 50 feriti tra i poliziotti in tenuta anti-sommossa. Un’altra tegola per la famiglia Berlusconi arriva il 9 luglio. Nel processo per il Lodo Mondadori, Fininvest è condannata dai giudici d’appello a pagare 560 milioni di euro di risarcimento alla Cir di De Benedetti. Qualche mese dopo il premier finisce la sua avventura politica. Il 12 novembre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si dimette rimettendo il mandato nelle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Si decide per la formazione di un governo tecnico di larghe intese che il Quirinale affida a Mario Monti. “Il Paese deve vincere la sfida del riscatto – spiega Monti – deve tornare ad essere sempre di più elemento di forza e non di debolezza di una Ue di cui siamo stati fondatori e di cui dobbiamo essere protagonisti”. Il 4 dicembre il governo Monti vara la maxi manovra “salva Italia”.