Il 23 maggio 1992 il giudice Giovani Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta morirono sull’autostrada A29 in un attentato mafioso. Le auto blindate furono travolte da un’esplosione di 400 kg di materiale esplosivo sistemati in 13 barili celati in un cunicolo di drenaggio sotto l’autostrada percorsa dal giudice e innescata a distanza.
Sono trascorsi ben 25 anni da quella che è passata alla storia come la “strage di Capaci”, voluta da alcune delle figure di spicco di Cosa Nostra, tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano, ma il giudice Giovanni Falcone e la sua lotta contro la mafia non si dimenticano. Il Capo di Stato Sergio Mattarella ha voluto ricordare il valore degli uomini che morirono in quella strage durante il Plenum straordinario del Consiglio Superiore dei Magistrati: “ricorre il 25° anniversario dell’attentato in cui sono stati uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Ricordarli in quest’aula, in cui si svolge l’attività di governo autonomo della magistratura, vuol dire ribadire la fondamentale importanza dell’azione di contrasto alla mafia, svolta dall’autorità giudiziaria e dalle forze dell’ordine”.
Falcone sosteneva che “la mafia non è affatto invincibile e che occorre rendersi conto che si tratta di un fenomeno terribilmente serio e molto grave”, che si può vincere “impegnando tutte le forze migliori della società”. Per il Presidente della Repubblica, il miglior modo per celebrare Giovanni Falcone e rinnovarne la memoria è non abbandonare mai la lotta contro la mafia e riprendere “lo spirito e i criteri dell’impegno di Falcone”. Il Capo di Stato Mattarella è orgoglioso di costatare che sarà reso omaggio alla figura di Giovanni Falcone non solo in Italia. “È di grande significato – afferma Mattarella – che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 19 giugno prossimo, renderà omaggio alla figura di Giovanni Falcone, ricordando questo anniversario con un’apposita riunione, dedicata a una discussione di alto livello sull’implementazione della Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, sottoscritta durante la Conferenza di Palermo del 2000. Sarebbe sufficiente questo solo riconoscimento internazionale, il più alto, per sottolineare, ancora una volta, come la figura di Falcone costituisca un punto di riferimento, in Italia e all’estero, per chiunque coltivi il valore della legalità e quello della civiltà della convivenza”, conclude il Capo dello Stato.
“Falcone è assurto alla statura del mito, dell’esempio per antonomasia di dedizione, integrità morale, intelligenza e rigore estremo nel condurre la lotta contro le mafie, fino ad essere percepito, in Italia e nel mondo, come archetipo e modello di magistrato – ha aggiunto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini – . Il Csm renderà pubblici gli atti su Falcone. Atti che raccontano l’attività professionale del magistrato più amato”.
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