Nel nuovo appello i giudici hanno detto che oltre a Rudy Guede ad ammazzare Meredith Kercher furono anche l’amica americana e il fidanzatino italiano per un gioco erotico sfuggito di mano
Amara sorpresa alla lettura della quarta sentenza su delitto di Meredith Kercher: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati condannati rispettivamente a 28 anni e sei mesi e a 25 anni. “Impietrita” l’una, in America, tramortito l’altro in Italia. Appena dopo la sentenza di condanna, Raffaele era stato fermato nei pressi della frontiera, ma non voleva scappare, stava solo rientrando da una visita in Austria, dove era andato con la sua fidanzata per rilassarsi dalla tensione per l’attesa della sentenza.
Dunque, il 26 marzo scorso la Cassazione aveva cancellato la sentenza di appello – che aveva assolto i due in secondo grado mentre al primo erano stati ritenuti colpevoli e condannati a 26 e a 25 anni di carcere – e aveva ordinato una nuova sentenza d’appello per “porre rimedio” a una decisione “segnata da molteplici profili di manchevolezza, contraddittorietà e illogicità”. In sostanza, la Cassazione aveva invitato la nuova corte ad approfondire 14 punti controversi e a “delineare la posizione soggettiva dei concorrenti di Rudy Guede, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall’accordo genetico sull’opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo”.
Tradotto in un italiano più semplice, la Cassazione invitava i giudici ad emettere una nuova sentenza scegliendo tra una delle tre ipotesi accusatorie: le prove genetiche e le testimonianze del loro coinvolgimento nel delitto, il coinvolgimento di Meredith in un gioco sessuale non condiviso che poi era sfociato in un delitto da parte di Rudy Guede, Amanda e Raffaele, e un gioco erotico di gruppo poi sfuggito al controllo dei tre.
Dunque, per la Cassazione i colpevoli erano identificati: Rudy Guede già in carcere e condannato in via definitiva a 16 anni, arrestato in Germania all’indomani del delitto, e Amanda e Raffaele. Siccome le prove e le testimonianze erano già state acquisite in secondo grado ma la sentenza non era stata conseguente, allora ecco la necessità di un nuovo processo di appello, quello concluso la settimana scorsa. Quali erano, a giudizio della Cassazione, le prove della colpevolezza di Amanda e Raffaele? Erano essenzialmente le confessioni di Amanda stessa, che in un memoriale scritto a meno di una settimana dal delitto, quando le indagini della polizia non avevano ancora individuato la pista giusta, in cui la ragazza americana ricostruì ciò che era accaduto nella villetta che condivideva con Meredith indicando in un giovane di colore l’assassino di Meredith. Quali erano i punti di quel memoriale? Erano che Patrick Lumumba voleva avere un rapporto sessuale con la sua amica Meredith, che si erano chiusi in camera, che lei si era tappato le orecchie perché non voleva sentire ciò che aveva capito e cioè che Lumumba la stava violentando.
Amanda è stata condannata per calunnia a tre anni e mezzo di carcere per aver accusato ingiustamente Patrick Lumumba. In realtà, non si trattava di Lumumba, ma di Rudy Guede, il quale poi aveva confermato i particolari della ricostruzione.
Amanda Knox ritrattò la sua confessione successivamente, ma i giudici hanno creduto ai fatti esposti nel memoriale poi rinnegato, compatibili, appunto, con una delle tre tesi accusatorie specificate all’inizio. Resta il fatto che la Cassazione aveva comunque notato: “E’ vero che si tratta di riflessioni di dubbio significato sostanziale, ma è anche vero che non potevano essere liquidate sul presupposto della pressione psicologica a cui fu sottoposta l’autrice e della manipolazione psichica operata, in primis perché lo scritto fu confezionato nella piena solitudine, e poi perché quello scritto venne utilizzato dalla stessa corte di secondo grado come base probante del delitto di calunnia”.
In conclusione, si sono detti i giudici del nuovo appello, Amanda ha confessato e di conseguenza la sentenza non può che essere di colpevolezza dei due “concorrenti” Amanda e Raffaele presenti sulla scena del delitto. La differenza di condanna tra i 28 anni e mezzo ad Amanda e i 25 a Raffaele si spiega con il fatto che ad Amanda sono stati dati tre anni e mezzo in più per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, ingiustamente tirato in ballo da Amanda.
La sentenza si completa con il ritiro del passaporto a Raffaele e il divieto di espatrio, mentre Amanda si trova negli Stati Uniti e non ha nessuna intenzione di tornare in Italia. Fra un anno circa ci sarà il nuovo verdetto della Cassazione, ma poche sono le speranze che i due siano assolti.
I familiari della povera Meredith hanno solo detto: non è il momento di festeggiare”.