Una stretta di mano lunga, calorosa. E poi, durante il discorso di Benedetto XVI, un significativo ringraziamento ‘fuori programma’ rivolto al sottosegretario Guido Bertolaso, capo dipartimento della Protezione Civile.
“La ringrazio per tutto quello che fa per la società civile e per tutti noi”, ha detto il Pontefice aggiungendo un passaggio ‘a braccio’ al testo predisposto.
L’udienza che il Papa ha riservato, nell’Aula Paolo VI, presente anche il sottosegretario Gianni Letta, ai dirigenti e ai circa ottomila volontari della Protezione Civile giunti da tutta Italia in rappresentanza di quanti hanno operato nell’emergenza-terremoto in Abruzzo, ha segnato per Guido Bertolaso una giornata di grande soddisfazione, dopo i “dolori” dell’inchiesta giudiziaria sugli appalti del G8 e sui Grandi eventi. “È ora di finirla di parlare di scandalo della Protezione Civile: la Protezione Civile è quella genuina, bella. Diamo la responsabilità a chi ha colpa ma lasciamo fuori chi lavora ogni giorno per le emergenze”, ha commentato alla fine il capo dipartimento. “Questi ragazzi – ha spiegato – non c’entrano nulla, loro sono la parte bella dell’Italia che vogliamo valorizzare e far crescere, anche se c’è qualcuno che cerca di buttare fango su di noi strumentalizzando i fatti”.
L’udienza papale, ha poi sottolineato, “è stato un momento significativo, emozionante, commovente, che ci incoraggia ad andare avanti nonostante tutto quello che sta succedendo”.
Dinanzi a una Sala Nervi gremita da volontari con le divise di ogni colore (c’era anche l’Istituzione Sinfonica Abruzzese ad eseguire brani classici), il Papa ha ricordato gli interventi della Protezione Civile in Molise e Abruzzo, nella Gmg del 2000 a Roma, nei funerali di Giovanni Paolo II. “Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano”, ha affermato, sottolineando poi che “le finalità e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un’identità nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune”.
Per Benedetto XVI, la missione della Protezione Civile “non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove”.
Da qui l’immagine dei volontari come “icone viventi del Buon Samaritano”, il quale “insegna ad andare oltre l’emergenza e a predisporre il rientro nella normalità”. Secondo il Papa, inoltre, “senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo”, poiché “l’amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il ‘welfare’, non possono sostituirlo”.
È per questo che “i volontari non sono dei ‘tappabuchi’ nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società”.
Anche per Bertolaso, la Protezione Civile ha dato all’Italia “un vero e straordinario patrimonio operativo ma soprattutto etico, un valore prezioso – ha detto nel suo indirizzo di omaggio – che oggi rivendico con orgoglio e che è costituito da donne e uomini che insieme hanno scelto di essere sempre pronti a servire il prossimo”.
Il sottosegretario è apparso commosso, applaudito dai suoi uomini, in un momento “in cui si vorrebbero confondere le responsabilità di alcuni con il lavoro e il merito di moltissimi”.
Un “immenso valore di competenze e passione”, quello della Protezione Civile, “che intendiamo a tutti i costi tutelare e difendere”. Inevitabile conclusione dell’udienza, l’immagine del Papa con addosso il giubbotto blu della Protezione Civile, regalo che Benedetto XVI ha mostrato subito di gradire ed apprezzare.