Ad una settimana dall’uscita mondiale del film scandalo 50 sfumature di grigio è già un record! Ma manca la qualità…è la vittoria del marketing
Attesissimo in tutto il mondo, odiato dalle pornostar, ha infiammato le penne dei critici e le guance dei pudici, 50 sfumature di grigio ad oggi potrebbe essere definito il film dell’anno. Dopotutto i numeri parlano chiaro, e stiamo parlando di numeri che contano…quelli degli incassi. A solo una settimana di proiezione la pellicola della regista inglese Samantha Taylor-Wood ha sbancato tutti i botteghini segnando record in ogni posto dove è stato proiettato nonostante le grandi censure per le fasce d’età. La scelta dell’uscita nel week end di San Valentino ha certamente favorito il gran successo, ma alle spalle il film ha un grandissimo sostegno pubblicitario. 50 sfumature di grigio, infatti, è stato prima di tutto un caso letterario che ha investito in prima persona la scrittrice, Erika Leonard, o E. L. James. La 48enne mamma londinese in passato è stata una produttrice televisiva e come scrittrice le è bastata la trilogia di “Cinquanta sfumature” per essere inserita dalla rivista Time nella lista delle 100 persone più influenti del mondo nel 2012.
Si è trattato di un vero e proprio caso letterario che al boom delle vendite in tutto il mondo è corrisposto una dura stroncatura della critica che però a nulla è servito visto che si è trattato comunque di un caso letterario, ma non solo, anche sociale con la nascita di veri e propri fan club, gruppi di lettura, nascita di social e di forum dedicati esclusivamente alla saga, dal vino ispirato a 50 Sfumature di Grigio, al Fifty Shades of Earl Grey, giochi da tavola o creme per il corpo, fino ai casi estremi come quello della catena di ferramenta con 359 negozi attivi nel Regno Unito, la B&Q, i cui dirigenti hanno costretto infatti i 20mila dipendenti a leggere il libro della scrittrice E. L. James per documentarsi sulle possibili richieste dei clienti ansiosi di imitare le pratiche sessuali descritte nel primo capitolo della trilogia avvalendosi degli oggetti in vendita nei negozi di ferramenta. Adesso con la proiezione del film la storia si ripete. Battuto ogni record e superate tutte le aspettative. Come per il libro, anche il film è stato visto più per curiosità che per interesse. La maggior parte degli spettatori ha voluto constatare il “fenomeno” in prima persona, andando poi ad alimentarne la portata così per un film che la critica cinematografica (allo stesso modo della critica letteraria) ha letteralmente stracciato nel peggior dei modi e su tutti i fronti (recitazione, regia, sceneggiatura, dialoghi), la Universal ha comunicato di aver incassato 220 milioni di euro in cinque giorni, di cui 8 milioni e mezzo soltanto in Italia, un record per un film vietato ai minori di 14 anni (negli Stati Uniti è invece vietato ai minori di 17).
Negli Stati Uniti è il quarto miglior weekend di sempre per un film vietato ai minori di 17 dietro a Matrix Reloaded, American Sniper e La Passione di Cristo. In Italia è il secondo weekend di partenza migliore per un film, dietro soltanto a Sole a Catinelle di Checco Zalone, del novembre 2013. A questo consenso “mondiale” di pubblico, non corrisponde assolutamente quello della critica che lo bolla come prodotto confezionato ad hoc creato più per far gridare allo sandalo invece che farlo. Di scandaloso ha proprio poco, le scene erotiche di sesso non sono quello che il pubblico si aspetta e limitate ad una decina di minuti, il dialogo tra i due amanti è deludente e a volte scade nel ridicolo, tanto che suscitano ilarità anziché eccitazione. La sceneggiatura è povera di contenuti, ma in questo riprende fedelmente dal libro da cui è tratto. Si tratta davvero di un prodotto scarso dove la qualità di qualsiasi genere lo vogliamo affiancare (film d’amore, film erotico o pseudo pornografico che sia) eppure riesce ad imporsi su tutti gli altri film usciti questa settimana. Questo non fa altro che mettere in evidenza quanto sia valido più il lavoro di marketing che il prodotto stesso. Non importa infatti se il prodotto sia valido e di qualità, quello che conta è la pubblicità incessante che sta dietro ai prodotti letterari e cinematografici, come in questo caso, infatti, che si cominciò a parlare del film addirittura un anno prima della sua realizzazione. È una sconfitta per il cinema, nonostante gli incassi.