La presidente della Confederazione, Doris Leuthard, è favorevole alla creazione di una lista nera dei preti pedofili e all’immediato allontanamento dalle loro funzioni. Anche la popolazione svizzera si è espressa attraverso un sondaggio a favore della messa in mostra di chi è accusato di pedofilia in ambito della Chiesa cattolica. La Chiesa svizzera prova a rilanciare l’immagine attraverso 5.000 manifesti che saranno affissi in tutte le parrocchie. Intanto in Inghilterra la gente protesta contro il Papa accusato di aver celato gli abusi di cui era a conoscenza.
La Svizzera proprio non ci sta e ancora si pronuncia in favore della lista con i nomi dei preti che hanno avuto una condotta deplorevole commettendo abusi contro i bambini. È stata proprio la presidente della Confederazione, Doris Leuthard, a dichiararsi favorevole a mettere nero su bianco i nominativi dei sacerdoti che, approfittando della loro posizione, hanno molestato sessualmente delle loro vittime. La Leuthard si è espressa in maniera decisa sulla delicata situazione durante un’intervista rilasciata alla “SonntagsZeitung” e a “Le Matin Dimanche” in cui ha affermato, senza mezzi termini, che una persona che ha il coraggio di commettere un atto “scellerato” come quello dell’abuso sessuale, sia esso un uomo di chiesa o un laico, è perseguibile penalmente senza alcuna differenza. Infatti, spiega la presidente, “entrambe le categorie sottostanno al diritto penale svizzero” nella stessa misura. Con tali parole Doris Leuthard si rivolge sia ai preti, che nell’ultimo periodo sono stati investiti da questa ondata di accuse, sia a tutte quelle categorie laiche, come gli insegnanti, che sono spesso a contatto con i più indifesi: in entrambi i casi, i responsabili di abusi dovranno essere immediatamente sospesi dalle loro funzioni in modo che non abbiano più modo di entrare in contatto con le loro vittime o possibili tali. La lista nera centralizzata deve essere valutata dalla Chiesa la quale, per prima, deve assumersi le proprie responsabilità.
Interrogata sulla possibilità della creazione di una lista nera con i nomi dei responsabili degli atti di pedofilia, la popolazione svizzera si è espressa a favore. Il sondaggio è stato condotto da Demoscope per conto dei domenicali SonntagsBlick e Il Caffè, per un campione di 607 persone sopra i 15 anni, e i risultati sono chiari: l’80% degli intervistati, infatti, è favorevole all’idea che la Chiesa cattolica stili un elenco di preti colpevoli di abusi sessuali. Solo il 14% si dice contrario, mentre il 6% non si esprime.
L’inchiesta indica che il 92% degli intervistati è contrario all’obbligatorietà del celibato, a fronte di un 5% che considera giusta questa regola osservata dai sacerdoti cattolici.
Per nove svizzeri su dieci, inoltre, un prete che viene a conoscenza di abusi al di fuori della confessione deve denunciarli alla giustizia. Il 57% ritiene persino che i sacerdoti, nell’intento di prevenire qualsiasi rischio, debbano sottoporsi a un test psicologico. La Chiesa svizzera avvia una mossa di difesa personale attraverso una campagna promossa per migliorarne l’immagine. Nel periodo di Pasqua saranno infatti affissi 5.000 manifesti in circa 2.000 parrocchie della Confederazione. “Vogliamo rammentare che il compito della Chiesa è di annunciare la Buona Novella – spiega Walter Müller, portavoce della conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) – anche se alcuni dei suoi membri hanno agito contro di essa”.
Nel frattempo a Londra, nella giornata di domenica 28 marzo, si è svolta una manifestazione per chiedere le dimissioni del Pontefice, Benedetto XVI, accusato dai partecipanti di reticenza nei confronti di certi abusi sessuali su minori di cui invece era al corrente.
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