È stata approvata la mozione proposta dall’Unione Decratica di Centro, che vuol tassare gli stranieri che vengono per usufruire di assistenza al suicidio.
Come ormai è noto, in Svizzera ci sono tre organizzazioni che si adoperano per dare il loro aiuto a chi ha deciso di morire perché afflitto da gravi malattie.
Le tre organizzazioni, Exit A.D.M.D, Exit e Dignitas (le ultime due hanno sede a Zurigo), operano da molti anni e da qualche tempo sono al centro di un dibattito molto acceso sulla validità e la correttezza morale del loro operato e sui metodi adottati per l’assistenza al suicidio.
Ultimamente il parlamento zurighese ha approvato una mozione che chiede l’applicazione di una tassa per tutti gli stranieri che si recano nella città svizzera per usufruire dei trattamenti di assistenza alla morte. Infatti, gran parte della gente che si rivolge alle organizzazioni sopra citate, sono di altra nazionalità e in questo modo alimentano quel fenomeno che ormai è stato battezzato “turismo della morte”. In pratica, i costi delle inchieste sui suicidi cesserebbero di essere posti a carico della fiscalità generale, ma solo del suicidio assistito di persone non residenti e sarebbero di fatto assoggettati ad una “tariffa pubblica”. La proposta, formulata dall’Unione Democratica di Centro, ha come scopo quello di frenare questo tipo di turismo che negli anni sembra aver subito un incremento non indifferente: da 91 persone che hanno chiesto una tale assistenza nel 2003 fino alle 132 del 2007. È chiaro che con questa proposta, insieme a quella approvata lo scorso gennaio che vieta l’assistenza al suicidio a chi non è residente nel cantone da almeno un anno, si desidera non solo ostacolare l’arrivo degli stranieri ma soprattutto porre un definitivo divieto a tali pratiche.
A tale mozione si sono opposti socialisti, ecologisti e verdi-liberali ma non sono comunque riusciti a raggiungere la maggioranza. La mozione, infatti, è stata approvata con 93 voti contro 51.
Secondo Bernhard Sutter, dirigente di Exit, “nel canton Zurigo, tutti i casi di suicidio vengono indagati dalle autorità. I relativi costi sono a carico dello Stato, poiché le indagini vengono svolte nell’interesse della collettività. Secondo la mozione, ora i costi dovrebbero essere sopportati dagli eredi degli stranieri che non si suicidano da soli ma si fanno aiutare”. Spiega ancora Sutter che risulterebbe difficile riscuotere il denaro dagli eredi che vivono all’estero e inoltre, in questo modo, verrebbe a mancare il principio di eguaglianza giuridica perché ci sono anche molti cittadini svizzeri che non pagano le imposte ed allora perché imporre la tassa solo a chi viene dall’estero? I parenti degli assistiti potrebbero ricorrere al tribunale con ottime probabilità di vittoria proprio appellandosi alla violazione di tale principio.
Secondo Ludwig Minelli, il fondatore di Dignitas, l’altra organizzazione zurighese, tale mozione contrasta con il diritto federale, per cui “il governo dovrebbe ora elaborare una proposta di legge contraria al diritto federale e dovrà farsi venire un’idea”.Tassa sul suicidio assistito ai non residenti