Si sta concludendo il programma nazionale contro la povertà: il bilancio
La povertà in Svizzera è ancora una realtà: attualmente il 7,5% della popolazione residente permanente – vale a dire 615’000 persone, di cui oltre 100’000 bambini – vive in situazione di povertà. Al fine di migliorare le misure di prevenzione della povertà in Svizzera, tra il 2014 e il 2018 Confederazione, Cantoni, Città, Comuni e organizzazioni non governative hanno attuato congiuntamente il Programma nazionale di prevenzione e lotta contro la povertà. In occasione di una conferenza nazionale, Confederazione, Cantoni, Città, Comuni e società civile hanno stilato un bilancio positivo sui cinque anni di attività.
Dal punto di vista tematico, il programma si è concentrato sulla promozione delle opportunità educative dalla prima infanzia fino all’età adulta, sull’integrazione sociale e professionale, sulle condizioni di vita e sul monitoraggio della povertà. Nel suo discorso di apertura, il presidente della Confederazione, Alain Berset, ha sottolineato l’importanza delle assicurazioni sociali per la lotta contro la povertà, affermando che senza prestazioni sociali oggi in Svizzera le persone povere sarebbero in numero quattro o cinque volte superiore. Ciononostante, ritiene inammissibile che nel nostro Paese vi siano ancora persone che vivono in povertà.
Pierre-Yves Maillard, consigliere di Stato del Cantone di Vaud e membro della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali, ha esortato a un’azione concertata di Confederazione, Cantoni, parti sociali e organismi privati, al fine di arginare la povertà in Svizzera. Ha inoltre sottolineato che, al giorno d’oggi, le politiche sociali non possono più limitarsi a fornire aiuto in caso di mancanza di un reddito, ma devono offrire a fasce sempre più ampie della popolazione aiuti volti a integrare salari insufficienti.
Hannes Germann, consigliere agli Stati del Cantone di Sciaffusa e presidente dell’Associazione dei Comuni Svizzeri, ha affermato che il sostegno alla prima infanzia e l’aiuto ai genitori con figli in età prescolare contribuiscono a ridurre il rischio di povertà e dunque a contrastare una futura dipendenza dall’aiuto sociale. Per Franziska Teuscher, municipale della Città di Berna e membro del comitato direttivo dell’Iniziativa delle città per la politica sociale dell’Unione delle città svizzere, è chiaro che il problema rimane impellente e che per prevenire la povertà occorre coinvolgere tutte le generazioni e occuparsi delle istituzioni esistenti, delle assicurazioni sociali e dell’aiuto sociale.
Hugo Fasel, direttore di Caritas Svizzera, ha evidenziato come il programma abbia fornito un buon lavoro di base, identificando le sfide del problema della povertà in Svizzera. A suo avviso la Confederazione deve ora assumersi la responsabilità di mettere in pratica quanto appreso. Alcune persone povere presenti alla conferenza, hanno descritto in modo chiaro come vivono la povertà e come questa si manifesta concretamente in Svizzera.
I partecipanti hanno concordato sul fatto che un’offerta coordinata, garantita nel tempo e a bassa soglia e la collaborazione tra tutti gli ambiti politici, i servizi specializzati e le organizzazioni della società civile a tutti i livelli istituzionali sono decisive per un’efficace prevenzione della povertà. Sono state inoltre identificate le sfide importanti e le possibili soluzioni per il proseguimento delle attività contro la povertà.
Dichiarazione congiunta sul proseguimento della collaborazione
La Confederazione assumerà un ruolo di sostegno fino al 2024, mantenendo le piattaforme esistenti per lo scambio di conoscenze, continuando a sostenere la messa in rete degli attori del settore ed elaborando basi su determinati temi prioritari. Cantoni, Città e Comuni si sono detti disposti a valutare e continuare a sviluppare le misure esistenti, nella rispettiva sfera di competenza, sulla base delle raccomandazioni del programma.
DFI