Nove anni di detenzione per la mega-truffa ai danni di pensionati italiani. Questa la sentenza emessa dal Tribunale distrettuale di Zurigo nei confronti di Antonio Giacchetta, il 52enne ex direttore del patronato “INCA-CGIL Svizzera”.
Giacchetta è stato riconosciuto colpevole di aver sottratto a 76 connazionali 12 milioni di franchi. Due agenti in borghese lo hanno preso in consegna subito dopo la lettura della sentenza e lo hanno accompagnato in carcere. Il tribunale zurighese di prima istanza ha seguito fino in fondo le richieste della pubblica accusa e lo ha riconosciuto colpevole di truffa per mestiere, appropriazione indebita e ripetuta falsità in documenti, per un totale di 300 casi. I giudici hanno ordinato la carcerazione di sicurezza in considerazione dell’entità della pena e del rischio di fuga. In base alla sentenza, Giacchetta dovrà rimborsare i soldi sottratti ai suoi connazionali e una volta scontata la pena dovrà lasciare la Svizzera.
Per giustificare le sue malefatte, l’accusato ha addotto nel corso del dibattimento le difficoltà incontrate a causa di debiti personali. L’uomo percepiva un salario di quasi 8000 franchi e nell’estate 1997 vinse 750’000 franchi al Lotto svizzero. Alla metà del 2001 aveva accumulato debiti per 300’000 franchi. Il presidente della corte ha calcolato che per un periodo di nove anni, Giacchetta ha speso in media 45’000 franchi al mese. Ha agito con grande egoismo e senza il minimo scrupolo”, ha affermato il giudice leggendo la sentenza.
“Trovo ripugnante quello che ho fatto”, aveva detto il 52enne rivolgendosi ai 64 connazionali che hanno preso parte al dibattimento in qualità di accusatori privati . “Vogliamo indietro i nostri soldi, non le tue scuse”, gli aveva risposto una di loro.
ats