Al mondo globalizzato serve “pace e convivenza’’, atteggiamenti a cui i giovani sono aperti, ma che possono essere distorti da una “realtà sociale’’ che spinge ad “agire in modo intollerante e violento’’. Perciò il Papa ha chiesto una “solida educazione della coscienza’’ che metta “al riparo’’ da atteggiamenti negativi’’. “Di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza’’, ha detto il Papa nell’omelia della messa per la 45a Giornata mondiale della pace, celebrata in Piazza San Pietro con cardinali e vescovi, alla presenza di numerosi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. “Educare i giovani alla giustizia e alla pace’’ è compito che riguarda ogni generazione, e la famiglia umana, dopo le tragedie delle due grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre più consapevole, come attestano, da una parte, dichiarazioni ed iniziative internazionali e, dall’altra, l’affermarsi tra i giovani stessi, negli ultimi decenni, di tante e diverse forme di impegno sociale in questo campo’’, ha continuato Benedetto XVI ricordando che educare alla pace è evangelizzare. Rivolto ai responsabili delle nazioni, ha chiesto poi che vengano rinnovati la disponibilità e l’impegno alla ricerca della pace e ha aggiunto: “La pace non è mai un bene raggiunto pienamente, ma una meta a cui tutti dobbiamo aspirare e per la quale tutti dobbiamo operare”. Il Pontefice ha sottolineato che, per formare giovani “pacifici e costruttori” è necessario “aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione”. “Così – ha aggiunto Benedetto XVI – potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace”.