Il governo rilancia con lo stop alle intercettazioni e con la riforma ai licei Casini appoggerà il centrosinistra nei ballottaggi
La visita di Gheddafi in Italia ha spento – ma solo temporaneamente – gli echi dei risultati delle elezioni europee ed amministrative, ma c’è da scommettere che in primo luogo il tema sarà ripreso il 21 giugno, in occasione dei ballottaggi e del referendum, e in secondo luogo che peserà sul prossimo futuro.
Come ha detto su La Stampa Luca Ricolfi, il Pdl e il Pd hanno perso tutti e due, ma mentre il primo solo sulle politiche dell’anno scorso (-2%), il Pd ha perso anche sulle europee di 5 anni fa e sulle amministrative.
Si potrebbe dire che le aspettative del Pdl erano al di sopra del 40% e che questo obiettivo non è stato raggiunto. È verissimo: ha pesato l’astensionismo e lo strappo nella maggioranza in Sicilia, ma tutto sommato, in quanto partito al governo e con la crisi economica in corso, il Pdl non è andato troppo male. Bisogna aggiungere, tuttavia, un mese di polemiche che hanno investito il premier, polemiche fatte di pesanti allusioni. Comunque sia, il risultato è quello: la maggioranza è salda, ma la stabilità e la leadership bisogna conquistarsele sul campo volta per volta.
Il Pd, va detto, alle amministrative proveniva da una vittoria schiacciante nel 2004. Adesso poteva solo perdere ed è quello che si è verificato. Ma la vera sconfitta del Pd non sono le amministrative, non sono le europee, sono i 4 milioni di voti che ha perso in un anno: dal 33,2% delle politiche dell’anno scorso al 26,1% delle europee di quest’anno. Il risultato negativo era messo in conto, ma 4 milioni di voti in un anno pesano, tanto più che ad avvantaggiarsene, come abbiamo sempre notato, è stato l’alleato Di Pietro che rispetto allo scorso anno ha raddoppiato la percentuale, dal 4% circa all’8 per cento. Per completare il quadro, a sinistra le divisioni non pagano.
Rifondazione e Comunisti italiani sono fuori per ragioni di quorum dall’Europa, come sono fuori Sinistra e Libertà di Vendola, Verdi e Socialisti. Il dato elettorale è che per la sinistra comunista e radicale c’è una sola strada per rientrare in Parlamento, ed è quella di un’unica formazione, in assenza della quale saranno destinati ad essere in parte assorbiti da Di Pietro, il quale dovrà decidere cosa fare da grande.
Dopo i risultati elettorali non è vero che non sia successo nulla. Il governo ha davanti a sé delle scadenze internazionali importanti, tipo il G8 a L’Aquila.
La guida di questo summit da parte dell’Italia pone sotto i riflettori l’iniziativa del governo e in particolare del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il quale cercherà di far passare la linea di una nuova normativa etica nel campo finanziario, cosa a cui sta lavorando da mesi con il sostegno degli altri Paesi europei. Ma ha ripreso in mano l’iniziativa politica sulle riforme, la prima delle quali, quella sulla regolamentazione delle intercettazioni, è stata approvata dalla Camera con voto segreto.
Il voto segreto era stato chiesto dall’opposizione per creare rotture all’interno della maggioranza, ma la mossa si è rivelata un boomerang. In realtà, nel segreto dell’urna 20 deputati dell’opposizione hanno votato con la maggioranza.
Il testo dovrà ancora essere discusso al Senato, ma c’è uno stop alle intercettazioni indiscriminate, che dureranno 30 giorni fino ad un massimo di sessanta. Rimangono libere per i reati di mafia e terrorismo ed affini, ma per gli altri reati inferiori a 5 anni vanno decise da tre magistrati e in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”.
Multe sono previste per i giornali che pubblicano atti giudiziari prima della fine delle indagini preliminari e per chi diffonde atti riservati. Stop anche alle consulenze da parte dei magistrati.
L’altra iniziativa del governo è l’approvazione di un troncone della riforma Gelmini sulla scuola, che riguarda i Licei e che andrà in vigore a partire dal settembre del 2010. Ci saranno 6 Licei (Classico, Scientifico, Artistico con 3 indirizzi, Linguistico, Musicale e Coreutico, Scienze Umane), stages in aziende, studio delle lingue straniere (alcune materie del Linguistico saranno insegnate direttamente in lingua) e in primo piano le materie scientifiche. In sostanza, Berlusconi rilancia sul piano delle riforme e delle realizzazioni.
Nell’opposizione, seppure in sordina, sta andando avanti l’idea di D’Alema e dei maggiori esponenti dell’ex Margherita, i quali vogliono sganciare il Pd dall’alleato scomodo Di Pietro e stabilire un’alleanza con l’Udc di Casini. È stato lo stesso Casini a confermare indirettamente questa tendenza quando ha dichiarato che nei ballottaggi l’Udc appoggerà i candidati del centrosinistra. Lo stesso Casini aveva sempre dichiarato che un’eventuale alleanza col Pd non poteva comprendere Di Pietro.
Dunque, i giochi a sinistra si sono riaperti. Se Di Pietro verrà marginalizzato da un’alleanza Pd-Udc, potrà solo tentare di aggregare i resti dei comunisti, i quali comunque non hanno mai mancato di dichiarare la loro avversione verso la politica giustizialista dell’ex pm.
Resta da vedere come si concretizzerà l’alleanza Pd-Udc, potrà solo tentare di aggregare i resti dei comunisti, i quali comunque non hanno mai mancato di dichiarare la loro avversione verso la politica giustizialista dell’ex pm.
Resta da vedere come si concretizzerà l’alleanza Pd-Udc. Si andrà verso una leadership Bersani all’interno del Pd e una candidatura Casini alla presidenza del Consiglio fra 4 anni? Potrebbe anche essere.