Il 77% degli italiani vuole approcci informali mente il 32% si rivolge a centri pubblici per l’impiego
In Italia oltre due persone su tre in cerca di lavoro si affidano ad un intermediario che può anche essere un parente o, in alternativa, un sindacato. Ricorrere a chi si conosce fià è, così la prima strada che si percorre per trovare un posto di lavoro. A certificare le “usanze” degli italiani a caccia di un impiego è stata Eurostat che, nel rapporto ‘Methods used for seeking work’, a riportato i dati aggiornati al secondo trimestre del 2011. Nella Penisola chi bussa alle porte di amici, parenti o sindacati è, infatti, pari al 76.9% una quota superiore alla media dell’area euro (68.9%), a quella dell’Unione europea nel complesso (69.1%) e, soprattutto, circa doppia a confronto con quella di Paesi come Germania (40.2%), Belgio (36.8%), Finlandia 34.8%). Anche se, è doveroso dirlo, nel Vecchio continente c’è chi fa di peggio: è il caso della Grecia (92.2%), ma anche di altri Paesi come Irlanda e Spagna. Nell’Unione europea, inoltre, si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68.8% Ue 17 e 71.5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale inferiore (63.9%) che si rivela essere tra le più basse, in particolare a confronto con Paesi come Irlanda e Slovenia, dove quello che Eurostat definisce come lo Study advertisement è praticato da più di nove persone su dieci in cerca di lavoro.
L’Italia risulta anche tra i Paesi che meno fanno affidamento agli annunci di lavoro che compaiono sulla stampa o sul web, con il 31.4% che si rende disponibile ad una precisa prestazione o risponde ad un’offerta di impiego. Insomma, gli italiani credono poco nei contatti a distanza e privilegiano di gran lunga gli approcci diretti ed informali. Non a caso è anche al di sotto dei valori medi europei la quota di coloro che si rivolgono ad operatori istituzionali, come i centri pubblici per l’impiego (31.9%): addirittura l’Italia è penultima nell’eurozona, alle spalle soltanto di Cipro, con una forte distanza dalla Germania (82.8%). Un discorso simile vale per i centri privati di impiego, come possono essere le agenzie del lavoro. In generale, in tutta Europa chi contatta soggetti privati per essere assunto risulta essere solo un’esigua minoranza, ma in Italia la fetta è ancora più risicata (18.0%). Tornando alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un’occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro: sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca di lavoro si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi à più facile entrare in rapporto con i ‘capi’.
3 commenti
buona sera sono un uomo di 40 anni,ho lavorato presso una ditta per la bellezza di otto anni .poi sono stato licenziato,nel lontano 2009 e da quel giorno ho lavorato saltuariamente fino ad oggi si tira avanti a stento, ho una famiglia e l unico sostentamento e ,alzarsi la mattina alla 4,00 mettere una barchetta a mare e cercare di racimolare qualche 20 euro con la pesca di qualche polipo signori ,sono snegnato dell ‘andazzo . alcune volte mi chiedo chi lavora in italia? io sono diplomato ,ho qualifiche e specializzazioni ,ho fatto il volontario nell’esercito .mi chiedo che cosa devo fare ancora a 40 anni con una famiglia sulle spalle per lavorare?se qualcuno l’ho sa me lo dica grazie.
L’italia è finita, e anche l’europa . Guardiamoci in faccia, e inutile stare a sperare nella politica, ci sono 4 milioni di poveri in italia , 2 milioni di giovani senza lavoro, 200 mila dottori (laureati) senza lavoro, i licenziati oltre i 40 anni non si contano sono infiniti, e poi esodati , cassaintegrati , ma dove andiamo ?! e intano l’universita’ continua a sfornare nuovi giovani, è impossibile, neanche con una buona politica neanche tra 20 anni si potra’ aggiustare, forse tra 20 anni le nuove generazioni troveranno lavoro, ma voi mi dite che ha superato i 30 oggi dove trova lavoro ? E parliamo di cultura medio-alta .
La cosa assurda è che non si puo’ scappare nemmeno in europa in cio’ provato, non ho problemi a lasciare l’Italia , ma considerate che la Spagna ha 50% dei giovani disoccupati, e vorrebbero partire tutti, mandano curriculum a raffica a Londra , germania, svizzera, stessa cosa dai ragazzi della grecia e del Portogallo, immaginate se noi abbiamo una possibilita’ con tutta questa concorrenza, ma dove andiamo ?! siamo finiti, per altruismo abbiamo aperto le porte e cosi’ gli altri si sono arricchiti e noi siamo andati sotto, ma che c’entrava La cina , che gli permettiamo di vendere e aprire negozi quando vuole, provate voi ad esportare la, la burocrazia è infinita e non vi fanno entrare, noi invece allegria venite e fateci pure concorrenza. L’europa, l’europa è solo una buffonata, era solo una trappola, perchè ora con il default dei vari paesi, i ricchi del mondo potranno comprarsi i nostri immobili, isole della grecia a basso costo, e non ci siamo cascati. Un mio consiglio ? Iniziate a prendervi il porto d’armi, perchè a breve lotteremo per un pezzo di pane, entreranno nelle vostre case, perchè le persone saranno disposte a tutto pur di mangiare, qui tocchera’ lottare per la sopravvivenza. 😥
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