I quattro gioielli della tecnologia per la terapia oncologica presentati all’ieo (istituto europeo oncologico) di Milano
Dopo il San Raffaele di Milano, all’avanguardia nella cura di alcuni tumori, ora è la volta dell’Ieo, l’Istituto europeo di oncologia diretto da Umberto Veronesi, a far parlare di sé, perché dalla settimana scorsa è entrato in funzione l’Arc, il Centro di Radioterapia Avanzata, inaugurato ufficialmente lunedì 30 gennaio alla presenza delle autorità, ma soprattutto dei medici provenienti da più parti del mondo. Ora, Milano è diventato il centro di cura dei tumori più importante dell’Europa, grazie a due illustri personaggi di cui il Paese deve andare fiero; don Luigi Verzé, recentemente scomparso e negli ultimi tempi al centro di una bufera mediatica a causa del deficit dell’Ospedale e comunque fondatore del San Raffaele sia a Milano che in varie altre parti del mondo, e Umberto Veronesi, uno dei massimi esperti di oncologia, pioniere della lotta contro il cancro al seno e di un nuovo approccio nella cura dei tumori. Ritornando all’Ieo, sono stati creati nuovi bunker che ospitano i quattro gioielli della tecnologia che saranno le ammiraglie della lotta contro i tumori. Si tratta della Tomo Therapy, che regola l’intensità delle radiazioni a seconda dell’organo. Curerà le pazienti operate al seno con miniradiazioni. Poi c’è Vero, l’acceleratore che permette di agire su più focolai. Verrà usato sui tumori al polmone, al fegato e alla prostata. Terzo gioiello è il Cyberknife, il bisturi virtuale che colpisce con precisione submillimetrica. Verrà esteso ai tumori di fegato, pncreas e polmone. Infine, c’è Trilogy, la radioterapia multidimensionale, che, grazie alla sua precisione, preserva la parotide nei tumori del tratto testa-collo.Questi gioielli sono un concentrato di tecnologia ottenuta grazie alla sinergia di più competenze e di più branche scientifiche. Il costo è stato di 25 milioni di euro, 17 per i macchinari e 8 per i lavori e gl’impianti che richiedono, ma ne è valsa la pena, perché consentiranno di trattare i pazienti con una radioterapia “su misura”, sia per il tipo di tumore che per la sua localizzazione. Ovviamente, i riflettori dell’inaugurazione erano puntati su Umberto Veronesi, tornato ad occuparsi a pieno tempo dell’Istituto da lui fondato, dopo la parentesi politico-scientifica avversata dai suoi stessi amici. Veronesi, infatti, aveva accettato la presidenza dell’agenzia per la costruzione delle centrali nucleari a scopi civili in Italia, di cui era fautore, ma poi, come si sa, gli avversari del nucleare hanno promosso un referendum che ha messo fine a questo tema in Italia almeno per i prossimi vent’anni.
Veronesi, nel suo discorso di inaugurazione delle nuove macchine, ha parlato di “giornata storica” e di “conquista italiana”, risultati di un progetto iniziato quarant’anni fa. Ecco le sue parole: “Era il dicembre del 1969 quando a un convegno dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) a Ginevra uno sparuto gruppo di italiani di cui ero portavoce oppose il Trattamento Minimo Efficace all’imperante Massimo Trattamento Tollerabile. Abbiamo reagito e detto che bisognava cercare altro. Il Massimo Trattamento Tollerabile significava massima asportazione consentita dell’organo colpito dal tumore, in particolare del seno. Quell’”altro” che è stato cercato e in questi ultimi anni realizzato e che ora è a disposizione della scienza e dei malati sono appunto i quattro gioielli sopra citati. “Siamo in grado”, ha proseguito Veronesi, “di somministrare energia elevatissima su piccoli volumi e insieme di ridurre i tempi di trattamento”. Per il tumore al seno, un unico trattamento di 3 minuti invece che venti giorni di sedute. Ecco la testimonianza del dottor Roberto Orecchia, direttore dell’Arc: “Il cancro si cura, andando sempre più nell’infinitamente piccolo si è aperto uno spiraglio su un mondo enorme. Da molti tumori oggi si guarisce, dal diabete no. Per me la vera malattia incurabile è il diabete”. [email protected]