Uno dei disturbi più fastidiosi è l’infiammazione cronica delle mucose che si trovano nelle cavità interne della fronte e degli zigomi, collegate con il naso e le orecchie. Il disturbo è molto diffuso, causa dolori e difficoltà molto più che il comune raffreddore, anzi, spesso è scambiato con il raffreddore ma non lo è. Si tratta, invece, di quella comunemente è chiamata sinusite e in termini medici rinosinusite. Vediamo quali sono i sintomi che denotano che si tratta di rinosinusite e non di raffreddore. Ci sono i sintomi maggiori e quelli minori. Quelli maggiori sono naso chiuso e scolo nasale esterno (attraverso le narici) o interno (direttamente attraverso la gola). Ciò comporta una diminuzione del senso del gusto (in qualche cosa nella scomparsa dello stesso). Inoltre, il soggetto accusa dolore al volto e mal di testa. I sintomi minori, invece, che sono meno frequenti, sono la febbre, uno stato generale di debolezza, dolore ai denti e mal di orecchio, a volte anche la tosse. Per accertare che si tratti di rinosinusite, bisogna che si presentino almeno due sintomi “maggiori”. In questo caso si ricorre alla Tac (Tomografia assiale computerizzata) del volto, grazie alla quale si possono verificare dove si trovano i ristagni del muco. Viene poi valutato lo stato di salute delle mucose attraverso uno speciale apparecchio chiamato endoscopio, che consente di vedere in ingrandimento e con la luce quanto c’è nelle cavità del naso. Questa verifica e quanto riferito dal paziente permettono di formulare una diagnosi. Le cause della rinosinusite possono essere varie. E’ sempre causata dal ristagno di muco che tende ad infettarsi, in più ci può essere una deviazione del setto nasale e la presenza di polipi, che impediscono il passaggio dell’aria e del muco. A volte la causa può essere di tipo allergica, cioè una continua irritazione e congestione (rigonfiamento) delle mucose del naso. Il paziente affetto da rinosinusite dovrebbe evitare sbalzi di temperatura, che possono irritare le mucose, e coprirsi sia la test che il collo. Inoltre, è chiaro che deve evitare assolutamente il fumo, sia attivo che passivo. L’alimentazione va attentamente valutata, nel senso che va verificata un’eventuale allergia alimentare che provoca infiammazione delle mucose che a loro volta causano la rinosinusite. Infine, per quanto riguarda l’alimentazione, va raccomandato di bere molto. Quando il naso è chiuso e si hanno difficoltà respiratorie si consiglia di fare i fumenti, cioè i lavaggi nasali, chiamati irrigazione nasali. Si possono eseguirli reclinando il capo in modo che l’acqua fisiologica utilizzata per il lavaggio (si tratta di acqua salina) entri da una narice ed esca dall’altra. I farmaci usati per combattere la rinosinusite nelle fasi acute sono a base di antibiotici, perché il ristagno del muco che ha creato un’infezione può essere combattuto solo con una terapia antibiotica che dura dai dieci giorni alle due settimane. In associazione con gli antibiotici si possono prescrivere anche i cortisonici, che permettono di ottenere una rapida diminuzione dell’infiammazione. Se però il paziente dovesse essere sottoposto ad un disagio serio, allora si deve ricorrere all’intervento chirurgico. Il quale risolve il problema in tutti quei casi in cui il ristagno del muco è determinato da un’ostruzione meccanica del deflusso del muco (deviazione del setto nasale e polipi). L’intervento comporta un solo giorno di ricovero.
2 commenti
mi permetto, dopo un’esperienza di più di 200 soggetti, di suggerire una terapia semplice e di sicura efficacia. Poca crema di gentamicina+betametasone (cito i componenti per non essere accusato di pubblicità occulta) inserita con un banale cotton fioc in ognuna delle narici mattino e sera per una settimana, una sola volta al giorno per altri sette giorni ed una sola volta alla settimana come terapia di mantenimento, vi libererà da questa fastidiosa patologia per sempre. Provare per credere.
G. Boccardo
Io vorrei provare! Mi puo’ spiegare bene come fare?