Da quando a Brignolo Mella la barista con abiti succinti sculetta tra i tavoli vanno a gonfie vele affari e pettegolezzi
Gli ingredienti ci sono tutti perché la notizia finisse sui giornali. C’è il paesino sconosciuto, Bagnolo Mella; c’è tutto il popolo in fibrillazione; ci sono le autorità civili e militari che sono lì, pronte ad applicare regolamenti e norme che normalmente vengono calpestate ogni giorno; e finalmente c’è lei, la ragazza dello scandalo, che ha un nome e un cognome, Laura Maggi. Cosa ha fatto di particolare Laura Maggi, una ragazza poco più che ventenne, col sorriso perennemente stampato su un visino un po’ birichino e ammiccante? La risposta è: non ha fatto nulla, ma proprio nulla di diverso da quello che fanno le ragazzine per le strade di una qualsiasi città grande, media o piccola che sia, e cioè andare in giro mezza svestita, con delle minigonne mozzafiato e il pancino scoperto. L’unica differenza è che quello è il suo abituale costume da barista. Sì, perché Laura a Bagnolo Mella, nel Bresciano, ha aperto un bar e sicuramente per attirare clienti o forse perché vuole fare l’eccentrica, fatto sta che sculetta tra i tavoli roteando vassoi e sorrisi. Potete già immaginare che il bar è frequentatissimo: non più quei quattro perditempo di giovanotti senza voglia di lavorare o qualche passante a cui viene una voglia improvvisa di bere un caffè, per addolcire l’esistenza, no, quelli ci sono sempre stati, ma da quando c’è Laura c’è una vera e propria fiumana di gente, dall’adolescente in vena di sbirciare al vecchietto che da quando è apparsa Laura esce spesso di casa, anche con la pioggia e col vento, rinfrancato da tanta avvenenza. Quelle che non si vedono, completamente sparite dalla circolazione, sono le donne, le donne sposate ma anche le donne fidanzate. Quelle stanno dentro a covare vendetta, mentre i loro uomini, fidanzati o figli non sono mai stati visti cosî allegri e di manica larga. Chi paga a destra, chi paga a sinistra: mai tanta generosità. E non stanno mai fermi: l’occhio segue sempre quella ragazza dalle gambe sexy, tutte scoperte e invitanti, e va da sé che lo sguardo sale, anche se i maschietti e i vecchietti guardano ostentatamente dall’altra parte, come per dire che se si trovano al bar è per puro caso, che loro sono superiori a queste cose. Molti anni fa un artista prematuramente scomparso, Fabrizio De André, aveva cantato Bocca di rose, la storia di una donna, come dire, vivace e spensierata, in vena di giocare con forme, colori ed emozioni.
Correvano a frotte, come dire, ad incantarsi e ad ammirare le sue graziose forme, al punto che il villaggio era tutto letteralmente sotto sopra. La cosa durò per un po’ ma cominciò a serpeggiare la gelosia di mamme e soprattutto di fidanzate e mogli e in casa era tutta una guerra. Fino a quando non intervennero in pompa magna i tromboni – nel senso metaforico di suonatori di strumenti musicali – del paese, cioè le autorità civili e religiose, i benpensanti e tutti coloro che avevano da difendere tradizioni ed ossessioni. Per farla breve, a Bocca di rose non restò che sloggiare e cambiare aria e sicuramente paese. Ecco, Laura a Brignola Mella – ribattezzato subito Brignolo Mammella – sta facendo affari d’oro, tippa scontrini e lancia sorrisi e il calore dell’ambiente sale alle stelle, proprio come nella canzone. Come se non bastasse la sua bella personcina in carne ed ossa, per i poco vedenti Laura ha appiccicato alle pareti i suoi calendari che la ritraggono da ogni angolatura nel suo bar. Insomma, al bar, lo avrete capito, la gente ci va per lei e non per bere qualcosa. Ed ecco montare il coro inviperito delle donne gelose, invidiose, che non riescono a parlare più con i loro fidanzati o mariti. In prima fila ci sono le donne anziane arrabbiate perché il loro ultrasettantenne di solito pieno d’artrosi, d’artrite o di dolori alla schiena, da anni sordo ad ogni implorazione, dopo pranzo, di colpo butta il bastone appena uscito di casa e s’incammina saltellando in direzione del bar, anche se dice che va ai giardinetti pubblici. Come nella canzone, della cosa, cioè di Laura si stanno occupando le autorità. Quelle militari che l’hanno convocata in caserma; quelle civili che hanno cercato di svicolare all’inizio ma poi sono state costrette ad ammettere che esiste un problema di “ordine pubblico”. Degli altri non si sa. C’è solo che nel paesino sta montando la tensione. Bocca di rose dovette sloggiare, Laura chissà, riuscirà a restare, magari con qualche centimetro in più di minigonna. In fondo, sono passati trent’anni dalla canzone e poi, diciamoci la verità, Laura (ancora) non ha mostrato ciò che fatto vedere Belen e per giunta in tv. O no?