Secondo Dagospia, giornale di gossip, il padre dell’artista era un sacerdote poeta, ma la coautrice del testo smentisce
La morte improvvisa di Lucio Dalla, avvenuta per un infarto fulminante subito dopo aver fatto colazione in un hôtel di Montreux, la mattina dopo il concerto e quattro giorni prima del suo sessantanovesimo compleanno (4.3.1943), per la fama dell’artista e per l’alone di poeta che lo circondava per una serie di bellissime canzoni da lui cantate e in parte scritte, ha aperto la caccia alle curiosità sulla sua vita e sulla sua persona. Le due canzoni più ricorrenti nell‘immaginario dei fan e della gente comune è Piazza Grande e 4 marzo 1943, quest’ultima la più poeticamente riuscita. E‘ proprio su questa canzone che si è appuntata la ricerca su alcune notizie non note della vita di Lucio Dalla. La canzone, che si classificò terza al Festival di Sanremo 1971 (cantata in coppia da Dalla e dall‘Equipe 84), è autobiografica o frutto di un’invenzione poetica? La risposta data da Dagospia, giornale specializzato in gossip, è perentoria: la canzone è autobiografica. Intanto il titolo della canzone: corrisponde alla data di nascita del cantante; poi la storia: il bimbo è nato da una ragazza madre, il padre ”veniva dal mare”, poi è sparito. Era uno straniero? Si dice che ”parlava un’altra lingua”. E‘ morto? Era un soldato (siamo nel 1943, in piena seconda guerra mondiale) e il fatto che non abbia riconosciuto la paternità vuol dire che o non lo sapesse che aveva messo incinta una ragazza sedicenne o che se n’era andato e chi s’è visto, s’è visto, lasciando la ragazza sola con il ”bimbo da fasciare”. Che la canzone sia autobiografica, almeno in parte, è chiaro. Dagospia crede di individuare, invece, il padre di Dalla in un ”sacerdote scrittore e poeta”. Da che cosa lo deduce?
Dal testo della canzone. L’uomo ”veniva dal mare”, esattamente come la madre di Lucio Dalla, Jole Melotti, che viveva a Manfredonia, in Puglia, ed esattamente come Lucio stesso, che era molto legato alle isole Tremiti e alle Diomedee, di fronte al Gargano. Il primo titolo della canzone era ”Gesù Bambino”, un riferimento all’attività del presunto sacerdote. Altri riferimenti religiosi sono che la ragazza ”lo volle chiamare come nostro Signore”. Poi, per poter partecipare a Sanremo, ci furono aggiustamenti, nel titolo e nel testo. Nel titolo: da Gesù Bambino (che poteva sembrare irriverente) a 4 marzo1943. Nel testo: ”E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del posto mi chiamo Gesù Bambino”, con la variante ”per i ladri e le madame mi chiamo…”. Il testo originale era: ”E ancora adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino”. Non solo: l’originale ”Giocava a far la Madonna…” divenne ”Giocava a far la donna con un bimbo da fasciare…”. Tutti riferimenti, quelli originali, che denotano un sottofondo di risentimento nei confronti del presunto sacerdote che sarebbe stato suo padre e che non lo avrebbe riconosciuto. Ma è davvero questa l’interpretazione autentica del brano? Essa, va detto chiaramente, è sorta perché dopo il successo della canzone un sacerdote scrisse ad un giornale dicendo che anche lui giocava a carte e beveva vino ma che non per questo faceva peccato. Poi la fantasia e il mestiere (indicare ipotesi, anche le più astruse) fece il resto, creando la figura paterna di Dalla nella figura di un sacerdote. Ci sono seri dubbi su questa interpretazione e questi dubbi li scioglie Paola Pallottino, che all’epoca, alle isole Tremiti, scrisse il brano insieme a Lucio Dalla. Paola Pallottino, che nel frattempo è diventata storica dell’arte e docente universitaria, racconta: ”Io avevo un padre famoso e lui, poverino, era un orfanello di papà; mi sembrava ingiusto e mi misi a scrivere un testo sull’assenza del padre, poi però scrivi scrivi è venuta fuori una canzone sulla madre. Tutto qua”. Dunque, l’autobiografia c’è, ma è tutta nel secondo titolo della canzone (4 marzo 1943), nella ragazza madre che era la madre di Dalla e nell’assenza del padre, circondato dal mistero (dice che era un bell’uomo e veniva dal mare, parlava un’altra lingua, però sapeva amare…) ma anche dal desiderio di affetto, dipinto con parole toccanti uscite dalla penna di un poeta quale Lucio Dalla era. Certo, chi avrebbe potuto dire la verità sul padre di Lucio, era proprio sua madre, ma se lo avesse detto, forse non sarebbe nato quel capolavoro di canzone.