L’acqua, si sa, è un bene prezioso, molto più di altri, perché senza di essa si muore. In Europa, anche questo è noto, viviamo circondati dall’acqua, con monti innevati da cui si formano fiumi, laghi, ruscelli e sorgenti, ma non dappertutto nel mondo è così. In Africa 300 milioni di persone su 800 vivono in ambienti poveri di acqua. Il 60% dei Paesi (34 su 55) con poca acqua si trovano nel continente nero e sempre qui solo il 5% delle terre coltivabili sono irrigate. Dal che si deduce facilmente che se manca lo sviluppo in agricoltura (e non solo) la colpa è in buona parte della mancanza di acqua. Vi è da aggiungere che l’acqua che in molti bevono è poco o quasi per nulla potabile, pena il rischio di malattie, come ben sanno tutti coloro che vanno nei Paesi africani. L’acqua piena di batteri è la causa più diffusa di diarrea e di morte dei bambini. I ricercatori della British Geological Survey e dell’UCL (University College London) hanno elaborato la mappa dell’acqua in Africa rivelando qualcosa che forse solo qualcuno sapeva ma che quasi tutti ignoravano, e cioè che l’Africa è ricchissima di acqua, solo che si trova in profondità. La riserva idrica del sottosuolo potrebbe dissetare la terra coltivabile di tutto il continente e degli 800 milioni di persone per un periodo che va dai 20 (nella peggiore) ai 70 anni (nella migliore delle ipotesi). L’Africa, insomma, si trova su un mare di acqua. Addirittura ci sono bacini enormi profondi circa 70 metri e si trovano là dove uno non se lo aspetterebbe mai, sotto la Libia, l’Algeria e il Ciad. Sono pochissime le regioni dove l’acqua non esiste nel sottosuolo, in molte zone i bacini sono tra uno e mezzo metro di acqua e tantissime tra uno e cinque metri. Quelle con bacini alti tra 5 e 20 metri e quelli tra 20 metri e 70 sono ancora più numerose.
Sono dunque tutti risolti i problemi dell’Africa legati all’acqua? No, perché uno dei problemi è che bisogna andare a pescarla in profondità e ciò richiede enormi investimenti ed enormi sforzi congiunti tra Paesi dell’Africa e Paesi di altri continenti per portare l’acqua in superficie. L’altro grosso problema è, secondo gli studi dei ricercatori inglesi, che i bacini sono enormi, ma non ricostituibili. Una volta esaurita l’acqua di questi bacini, non se ne forma di altra. L’Africa non farebbe in tempo a svilupparsi con l’acqua portata in superficie che ripiomberebbe nella miseria dal suo esaurimento. Per conoscere uno sviluppo sostenibile e duraturo l’Africa dovrebbe imparare ad utilizzare con oculatezza le risorse di acqua presenti nel sottosuolo (per dissetarsi, per esempio, perché si tratta di acqua potabilissima) e nello stesso tempo utilizzare le piogge e la costituzione di laghi artificiali per l’agricoltura, ed anche per riempire le riserve del sottosuolo man mano che l’acqua esistente viene tirata su. Al Summit di Washington gli Stati africani hanno promesso investimenti tra il 5 e il 7% nei prossimi due anni per affrontare il problema dell’acqua. Poco, in realtà: di questo passo il gap di sviluppo rispetto agli altri Paesi sarebbe di 160 anni. Ma questo è il vero banco di prova degli aiuti umanitari degli altri Paesi industrializzati del mondo. Non (solo) assistenza, ma soprattutto aiuti finalizzati a creare le condizioni per lo sviluppo. La formazione è importante, il Know how pure, scuole e ospedali altrettanto, ma senza acqua non si impara, non ci si cura, non si progredisce, perché, semplicemente, si muore.