Al primo turno 28,6% al candidato socialista e 27,1% al presidente uscente, con un’affermazione netta di Marine Le Pen (17,9). Seguono il comunista Mélenchon con l’11,1 e il centrista Bayrou con il 9,1%
Alla vigilia del primo turno delle elezioni presidenziali francesi il socialista François Hollande era dato in vantaggio di circa 3 punti sul presidente uscente e comunque al secondo turno era dato vincitore per 54 contro 46. Ebbene, i risultati definitivi del primo turno hanno confermato il vantaggio di Hollande, ma Sarkozy ha perso per un punto e mezzo (28,6 contro 27,1). In Francia mai un presidente in carica era stato sconfitto al primo turno. Socialisti e gollisti, prima delle elezioni, hanno detto, pur senza metterci la mano sul fuoco, che se un presidente uscente perde al primo turno, perderà anche al secondo turno. Sarkozy ha perso al primo turno ma non di molto, solo un punto e mezzo di svantaggio, ma la domanda è: lo recupererà? Qui ritornano le previsioni: al secondo turno, il sei di maggio, sarà per lui una sconfitta secca, secondo le cifre sopra indicate. Eppure, sulla carta, il presidente uscente non avrebbe molti motivi per rammaricarsi. Sommando la sua percentuale con quella di Bayrou, centrista che guarda a destra, che ha ottenuto il 9,1, e sommando il 17,9% di Marine Le Pen, erede del Fronte nazionale di suo padre, arriverebbe al 54 per cento, mentre sommando l’11,1% di Mélenchon, comunista, con la percentuale di Hollande, quest’ultimo, sempre sulla carta, non arriverebbe nemmeno al 40%, esattamente al 39,7%.
In politica, però, due più due non fanno quattro ma tre: è sempre successo in Italia e la Francia non è un’eccezione. Perché? Semplicemente perché mentre Mélenchon ha già detto che i suoi elettori saranno invitati a votare in maniera compatta per Hollande, i partiti e gli elettori di centro-destra in Francia sono divisi, perché c’è un centro, quello di Bayrou, che sicuramente voterà per Sarkozy, ma se questi si sposterà verso posizioni più a destra per recuperare gli elettori del Fronte nazionale, allora sono in tanti che gli volteranno le spalle. D’altra parte, si sa che solo una metà degli elettori di Marine Le Pen voterà per il presidente uscente, l’altra metà o non voterà perché né dall’uno, né dall’altro dei candidati si sentiranno rappresentati, oppure voteranno senza esitazioni per Hollande. Dunque, il perdente sulla carta (Hollande) potrà risultare benissimo il vincitore reale, per il gioco e gli spostamenti elettorali appena descritti e il vincitore sulla carta, Sarkozy, potrà essere facilmente battuto. I sondaggi, l’abbiamo detto, sono a favore netto di un secondo turno tutto hollandiano. Allorché con una velocità degna di un potere decisionista il terrorista marocchino era stato scoperto e circondato e poi ucciso, Sarkozy aveva avuto l’occasione di rimontare il suo svantaggio nei confronti di Hollande, qualificandosi come il leader che sa prendere le decisioni, che sa tenere la scena internazionale, che sa guidare il Paese in tempi difficili. Siamo convinti che la rimonta c’è stata, ma che lo svantaggio era già troppo grande e il recupero non è stato pari allo svantaggio. I pronostici della vigilia dovranno tutti essere guadagnati, Sarkozy farà di tutto per fare promesse a destra e a sinistra, se non ce la farà, vorrà dire che stavolta la sua arroganza avrà avuto la meglio sugli elettori, che gli faranno pagare anche la sua antipatia. Per lui, però, le campane di Marine Le Pen suonano a morto. Ecco quello che l’esponente della destra nazionalista ha detto: “Siamo all’inizio di un nuovo corso per i patrioti di destra e di sinistra. Con un presidente uscente indebolito, siamo l’unica vera opposizione alla sinistra”. Il messaggio è chiaro: nessun sostegno a Sarkozy. Marine Le Pen vuol far perdere il candidato gollista perché vuole i suoi voti sia che Hollande riuscirà a governare, sia che dovesse fallire. Se Mélenchon ha già deciso che si turerà il naso e voterà e farà votare per Hollande, Bayrou farà pagare caro il suo appoggio a Sarkozy, ma i suoi voti saranno comunque insufficienti per rimontare lo svantaggio. Chi ha dato il suo appoggio al presidente uscente è Angela Merkel, perché sa bene che con Hollande si spariglieranno le carte e la Germania non potrà più contare sull’alleato francese, ma Angela Merkel non potrà votare in Francia. Per finire, ecco le dichiarazioni di entrambi i candidati. Sarkozy: “Francesi, aiutatemi”. Hollande: “Non vi chiedo di aiutare me, ma di aiutare la Francia”. Il primo ha detto che se vince Hollande la Francia affonderà; il secondo ha detto che se vince Sarkozy aumenteranno i disoccupati