Si riparla – anche a causa di eventi improvvisi capitati a giovani e a sportivi – della malattie cardiache, che non sono solo il cattivo funzionamento dell’organo cuore, ma tutto il sistema cardio-vascolare. Uno degli esami che dovrebbe essere fatto regolarmente, specie da parte di chi o avverte problemi o nota che i suoi familiari più anziani ne soffrano, è il controllo della pressione arteriosa. I cui valori sono sempre ballerini, cioè cambiano spesso, anche in ragione dello sforzo fisico e mentale, delle emozioni, delle ansie, eccetera. Cominciamo innanzitutto col rispondere alla domanda a quale età bisogna cominciare a misurare la pressione. I medici dicono che è bene misurarla a partire dai 18-20 anni, quando cioè lo sviluppo è terminato e i valori sono ottimali. La misurazione della pressione serve sia a verificare eventuali anomalie, sia a prendere quei valori ottimali come punto di confronto con le misurazioni successive. Per i giovani di quell’età non c’è bisogno che misurino la pressione arteriosa ogni settimana o ogni mese: basta una volta l’anno. Se il valore massimo non supera i 140, vuol dire che il soggetto gode di ottima salute. Coloro che dovessero avere un valore superiore ai 140, si consiglia di misurare la pressione ogni giorno per due settimane, munendosi di un apparecchio che si può acquistare ormai dappertutto. Si consiglia di misurarla la sera, dopo il lavoro, dopo cioè lo stress e la fatica di tutta una giornata, ma prima di cena perché la digestione può alterare i valori. La posizione ottimale è quella seduta, dopo alcuni minuti di riposo e di rilassamento. Il valore della prima misurazione può essere trascurato e calcolare quello della seconda misurazione. Perché la prima misurazione è poco attendibile?
Risulta sempre un po’ più alta del normale perché c’è l’ansia della prova. Per rilevare il valore personale, bisognerebbe fare una seconda misurazione dopo un paio di minuti e poi anche una terza e una quarta, sempre a distanza di un paio di minuti l’una dall’altra. I valori probabilmente saranno differenti, però basta fare una media tra i valori massimi. Se il soggetto avrà registrato un valore superiore ai 140 durante un paio di settimane, allora dovrà consultare un medico e riferirgli come ha misurato la pressione. Il medico, poi, valuterà la situazione e deciderà l’opportunità di prescrivere i farmaci. Ecco l’opinione di Fabio Magrini, cardiologo dell’Università di Milano: “Ai pazienti in sovrappeso, che di solito conducono una vita sedentaria, consiglio di mettersi a dieta e di iniziare a fare un po’ di sport. Quelli più adatti a loro sono la camminata a passo svelto, la bicicletta e il nuoto. Raccomando sempre di scegliere uno sport che piaccia. Allo sport si deve accompagnare un’alimentazione varia, che privilegi frutta e verdura fresche, limiti la carne, specialmente quella rossa, e i salumi. Inoltre suggerisco una drastica riduzione di sale. La dose giornaliera non deve superare un cucchiaino di thè nell’arco di tutta la giornata. Con il tempo, i valori della pressione dovrebbero diminuire”. Il guaio è che spesso, nella pratica, si ha difficoltà a seguire una dieta e a fare sport. Va detto che i questo campo la perfezione non esiste, si possono anche fare strappi, l’importante è che si arrivi a diminuire le cause. Se la pressione arteriosa non diminuisce, dal punto di vista cardiovascolare, dice il dottor Magrini, “non è un problema”, ma dovrà essere lo specialista a valutare il caso e a prescrivere i farmaci adatti. Se, invece, la pressione è troppo bassa (quindi vertigini, debolezza o anche piccole crisi di mancamento), il consiglio è di consumare più acqua di fare esercizi di sollevamento pesi e di salare un po’ di più le pietanze.