Concessa la cupola perché fonte di luce. La comunità mussulmana rinuncia al ricorso
La costruzione dei minareti in Svizzera è stata spesso al centro di controversie politiche e legali che hanno trovato soluzione solo qualche anno fa, quando con il referendum del 29 novembre del 2009, il 57% dei votanti ha deciso di appoggiare la proposta avanzata dall’estrema destra che chiedeva il divieto di costruzione di nuovi minareti in territorio elvetico. Quelli già esistenti presso le moschee di Zurigo, Ginevra, Winterthur e Wangen bei Olten, non avrebbero subito alcun effetto da questa decisione. Quando però il divieto era stato deciso, la comunità islamica di Langenthal, aveva già avviato la procedura di costruzione del minareto di Langenthal, per cui ne nacque un caso: seguire il divieto appena emesso o portare a termine un lavoro precedentemente iniziato? Il 30 giugno 2009 il Comune aveva concesso il permesso di costruzione anche del minareto. Il Dipartimento delle costruzioni cantonale aveva confermato l’autorizzazione nel settembre 2010, rifiutando però l’ampliamento previsto dal progetto iniziale. Le autorità di Langenthal avevano rilasciato il permesso prima che il popolo svizzero si pronunciasse, il 29 novembre 2009, contro la costruzione di minareti nel Paese, quindi il divieto non si applica a questo caso. Il Tribunale amministrativo ha tuttavia accolto parzialmente l’ulteriore ricorso degli oppositori contro la ristrutturazione del centro culturale islamico, vietando non la cupola ma il minareto. La motivazione di questa decisione è di natura puramente pratica: mentre la cupola, in quanto fonte di luce, ha una funzione pratica nell’edificio, il minareto ha un ruolo puramente simbolico e non è dunque ammesso come sovrastruttura del tetto in base al regolamento edilizio comunale. Questo è stato deciso in una sentenza pubblicata lo scorso 3 aprile, in cui il Tribunale amministrativo cantonale ha respinto, riguardo al minareto, il ricorso della “Comunità musulmana Xhamia e Langenthalit (IGGL)”, ammettendo soltanto la costruzione di una cupola sul tetto del centro.
In questo modo sembrerebbe che il divieto di costruzione del minareto in questione non sia dovuto al no popolare del referendum del novembre 2009, ma che sia, invece, la conseguenza di un regolamento edilizio locale. Sulla questione di principio il tribunale non prende posizione. Sarebbe superfluo farlo, rileva, visto che già in base al regolamento locale sulle costruzioni il minareto non è autorizzabile. La comunità islamica all’origine del progetto si dice delusa in una nota, anche se si rallegra del fatto che la decisione del tribunale si fondi su un regolamento edilizio locale e non costituisca un no di principio ai minareti. Dal canto suo il comitato d’azione contro il minareto di Langenthal ha accolto “con soddisfazione” la sentenza. Contro la decisione della corte bernese, però, la comunità islamica interessata avrebbe potuto avanzare ricorso e rivolgersi al Tribunale federale. A quanto pare però, secondo quanto riferito dall’avvocato della comunità mussulmana di Langenthal, Daniel Kettiger, i suoi assistiti non hanno intenzione di continuare ulteriormente la battaglia giuridica rendendo definitiva la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale di Berna.