La proposta del ministro della Salute, Renato Balduzzi, per sensibilizzare genitori, bambini e adulti a non eccedere con sostanze ritenute nocive
Il ministro italiano della Salute, Renato Balduzzi, ha lanciato una proposta – l’aumento di tre centesimi della bottiglietta da 33 cl di bibite gassate – che secondo lui dovrebbe raggiungere alcuni risultati. Il primo è quello di dare un messaggio chiaro ai genitori, ai bambini e agli adulti in generale. Il messaggio è: fate attenzione alle bibite gassate e dolci, perché possono alla lunga far male. Il secondo risultato è di combattere il sovrappeso e malattie come il diabete. Queste bibite, infatti, contengono zucchero. Bevendone parecchie al giorno è come se s’introducessero nell’organismo dei bambini dosi eccessive di zucchero. Va da sé che lo zucchero in eccesso può provocare l’aumento della glicemia nel sangue e quindi può sfociare nel diabete. Magari non subito, certamente a distanza di anni, ma può benissimo accadere. Le bibite ipercaloriche non solo non sfamano, ma contenendo zucchero possono essere concausa dell’aumento del peso corporeo. Dice infatti il dottor Gabriele Riccardi: “Gli zuccheri contenuti, come fruttosio o saccarosio, sono quelli che si trasformano più facilmente in grassi”. Il terzo risultato è quello di recuperare circa 250 milioni che possono alleggerire la spesa sanitaria. Il messaggio è rivolto ai genitori per dir loro di fare attenzione al consumo di bibite gassate; ai bambini stessi, per sensibilizzarli sul consumo e sul numero quotidiano di queste bibite; agli adulti in generale, per dir loro che queste bibite supercaloriche sono un concentrato di zucchero. Ecco le parole del ministro: “Si tratta di un prelievo che non crea problemi né ai consumatori né ai produttori. E’ un modo per dare un segnale all’opinione pubblica di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie. Bisogna pensare che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate”.
Consumatori e produttori si sono inalberati di fronte a questo aumento, benché sia irrisorio. L’Assobibe, che raccoglie i produttori di bevande analcoliche, ha dichiarato che è “una tassa discriminatoria e inaccettabile”. Il Codacons, l’associazione dei consumatori, per bocca del suo presidente Carlo Rienzi, ha detto: “Un altro modo per mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Alla Coca Cola si sono detti “stupiti e preoccupati”. Ha ragione il ministro a fare la proposta citata? Diciamo che ha ragione da vendere, non solo perché l’aumento è irrisorio, ma perché solo chi non ce l’ha non si rende conto di cosa sia il diabete e di quali danni sia capace. La stessa cosa si può dire del sovrappeso, da cui possono insorgere problemi di vario tipo legati al cuore. Come spesso accade in Italia, chi non è d’accordo esagera l’operato degli altri per metterlo alla berlina e farlo giudicare male. Così è avvenuto della proposta del ministro. Ecco la sua testimonianza: “Nelle leggende metropolitane è uscito che io avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci potrebbero essere anche dei profili problematici nell’ipotesi in cui un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune delle qualità del nostro Paese. Altro discorso è quello di fare un accordo per diminuire le percentuali nei cibi di alcune sostanze nocive”.
Ecco, questo di un accordo per diminuire le percentuali di sostanze che possono far male in dosi eccessive è un problema serio, che risponde ad un’esigenza reale tipo: se proprio non si può eliminare la bibita, è meglio diminuire le dosi e le sostanze nocive, ad esempio: il sale nel pane o nel formaggio. Oppure usare il sale iodato invece di quello che non contiene iodio. Terminiamo con una cifra: il consumo pro capite di bibite gassate sono 76 litri all’anno in Europa, in Italia 53 (dati del 2003).