Attenzione a Medio Oriente e Africa nel messaggio Urbi et orbi del Papa, pronunciato in piazza San Pietro davanti a oltre centomila persone. La pace tra israeliani e palestinesi, ha affermato Benedetto XVI, è “difficile” ma “indispensabile” e ora servono “sforzi rinnovati, perseveranti e sinceri per la composizione del conflitto”. Solo la riconciliazione è “premessa per un futuro di sicurezza comune e pacifica convivenza”.
L’idea che il Papa vuole mettere in luce è che in Terra Santa, come in Africa, servono “uomini e donne” che impugnino le “armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore”. E questo messaggio che Papa Ratzinger ha già portato lo scorso marzo a Camerun e Angola e “a tutto il Continente africano che – ha ricordato – mi ha accolto con grande entusiasmo e disponibilità all’ascolto”. “Il medesimo messaggio – ha detto – ripeterò con forza in Terra santa, ove avrò la gioia di recarmi fra qualche settimana”.
Dall’8 al 15 maggio, papa Ratzinger andrà in Giordania e Israele, terzo pontefice a recarsi nei luoghi dove è nato e vissuto Gesù, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II.
A questa visita il papa sembra intenzionato a dare un forte significato spirituale e di impulso alla pace; e in tal senso si è pregato anche prima in arabo e poi in ebraico, nelle preghiere dei fedeli della messa di Pasqua celebrata da Benedetto XVI in piazza San Pietro. Il richiamo ad Africa e Terra Santa e stato fatto dal Papa dopo una riflessione su come materialismo e nichilismo diffondano “un senso del nulla che tende ad intossicare l’umanità”. Ma “il nulla – ha ricordato – non è il definitivo approdo dell’esistenza umana”. Il messaggio Urbi et orbi, seguito dagli auguri pasquali in 63 lingue del mondo, ha concluso la lunga serie di appuntamenti della Settimana Santa.
Oltre centomila persone hanno partecipato in piazza San Pietro all’incontro con il Papa, la cerimonia ha seguito la consueta coreografia, con la banda dei carabinieri che esegue gli inni pontificio e italiano all’inizio e alla fine, la benedizione solenne e l’indulgenza plenaria concessa non solo ai presenti ma anche a chi è collegato via tv o radio.