Non si contano i danni delle zone colpite, migliaia gli sfollati, molti dispersi, feriti e decine di vittime. Errani: “la popolazione non sarà lasciata sola”
Una prima scossa di terremoto è stata avvertita in tutto il Nord Italia nella mattina del 29 maggio appena trascorso. Il sisma è stato registrato alle 9 in punto con magnitudo 5.8 ed epicentro nella provincia di Modena ed è stata avvertita a Bologna, Milano, Torino e in tutto il Veneto. Nel pomeriggio poi, intorno alle 13, dopo una serie di scosse minori, due nuove scosse molto forti, una di magnitudo 5.3 e l’altra di 5.1. La prima si è verificata alle 12.55 a San Possidonio (Mo), a una profondità di 6,8 chilometri. La seconda è stata registrata alle 13.00 con epicentro a Novi di Modena (Mo), a una profondità di 11,0 chilometri. Nel pomeriggio di martedì le vittime accertate erano 15 e una quindicina circa i feriti, secondo la stima della protezione civile di Modena, anche se sottolineano che si tratta di una cifra provvisoria. Altre persone infatti risultano disperse sotto le macerie. La situazione è tragica, 6000 richieste d’assistenza, 2000 evacuati dalle proprie abitazioni, 7 strutture da 250 posti ciascuno già nel pomeriggio vengono messe a disposizione per accogliere gli sfollati anche se non risultano sufficienti. Alcune fabbriche e alcune scuole nel padovano sono state evacuate. In tilt i centralini dei vigili del fuoco di Venezia e Padova. La rete dei telefoni cellulari in molte zone risulta bloccata. A Venezia il palazzo della Regione è stato fatto evacuare mentre una statua è crollata nei Giardini Papadopoli, sempre nel capoluogo veneto. Crollano ancora i capannoni industriali e, come è già successo in occasione della prima scossa, a rimetterci sono gli operai. A San Felice sul Panaro la caduta di un capannone ha ucciso tre uomini, mentre altri due sono morti a Mirandola. Sono diversi gli operai dispersi rimasti sepolti sotto le macerie.
Le Ferrovie dello Stato hanno fatto sapere che la circolazione ferroviaria è stata sospesa subito dopo la prima scossa delle 9 sulle linee Padova-Bologna, Verona-Bologna, Milano-Bologna e Verona-Mantova-Modena per accertamenti “Nel 1570 quest’area fu segnata da un terremoto molto forte e l’attività durò a lungo, addirittura quattro anni. Anche in questo caso c’è da aspettarsi una serie di scosse, definibili di assestamento, che potranno essere avvertite dalla popolazione per settimane o mesi”, spiega il sismologo Walter Marzocchi. Infatti, dopo quello principale delle nove di mattina, fino al primo pomeriggio si sono avvertite otto scosse di assestamento.
Secondo i dati riportati da ANSA, sono state oltre 70 le scosse di terremoto avvenute nella zona compresa fra quella colpita il 20 maggio scorso, nel ferrarese, a quella del modenese, dove è avvenuto un terremoto di magnitudo 5,8. Sono almeno 800 quelle registrate a partire dal 20 maggio. Delle 70 scosse che stanno facendo tremare l’arco settentrionale dell’Appennino, la maggior parte è avvenuta nella mattinata, ossia dopo il terremoto di magnitudo 5,8 delle 9,00, spiega il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Se dai giorni scorsi i turni nella sala simica erano stati potenziati rispetto ai tre esperti presenti nei momenti di routine, oggi sono al lavoro senza sosta una decina fra sismologi e informatici, mentre i grandi monitor alle pareti mostrano le registrazioni delle stazioni di rilevamento installate in tutta Italia. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso “solidarietà” ai cittadini della zona. “Supereremo questo momento. Impegno forte per assistenza e ricostruzione”, ha dichiarato il capo di stato. ‘Invito tutti i cittadini ad avere fiducia. L’impegno dello Stato sarà garantito perché tutto avvenga nel modo migliore ed efficace”, ha detto invece il presidente del Consiglio Mario Monti riferendosi al nuovo sisma in Emilia. “Dico chiaramente che questa nuova scossa che infligge ferite all’Emilia Romagna non coglie le Istituzioni impreparate. Assicuro che lo Stato farà tutto quello che deve fare, che è possibile fare, nei tempi più brevi, per garantire la ripresa della vita normale in questa terra così speciale, importante e produttiva per l’Italia”.
“Faremo tutto quello che dovremo fare per dare la certezza che si ricostruisca, riconosceremo i danni alle imprese e ai cittadini e ricostruiremo attraverso un percorso rapido e semplificato”, rassicura il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, a Palazzo Chigi assieme al premier Mario Monti. “La popolazione colpita – ha aggiunto Errani – non sarà lasciata sola”. Il ministro degli Interni Cancellieri ha visitato la zona colpita sia sorvolando l’area interessata sia constatandolo di persona per portare iun messaggio di solidarietà ed ha definito la situazione “uno spettacolo terribile”.