Il Consiglio federale invia in consultazione due varianti per l’espulsione dei criminali stranieri
Nel novembre 2010 il popolo svizzero approva con il 52,9 per cento dei votanti e 17,5 cantoni l’iniziativa UDC sull’espulsione automatica degli stranieri criminali. Un compito non facile l’applicazione dell’iniziativa, che ha confrontato il Consiglio federale a un dilemma: come rispettare la volontà popolare conciliando la nuova norma con gli articoli costituzionali già esistenti e come tener conto del problema degli accordi internazionali, soprattutto quelli dei diritti umani. Per il governo non esiste una via perfetta e per l’applicazione dell’iniziativa ha, a un anno e mezzo dalla votazione, un progetto pronto da inviare in consultazione, il quale propone due varianti. La prima variante, l’opzione preferita dal governo, è meno rigida e limita l’espulsione automatica, prevedendola solo in casi di determinati reati gravi (a sfondo sessuali e violenti o contro il patrimonio). Anche in caso di frode contro le assicurazioni sociali scatterebbe l’espulsione. Per il reato ci vuole però una pena detentiva superiore ai sei mesi. Con pene minori l’individuo può essere allontanato dal territorio svizzero solo se rappresenta un pericolo per la sicurezza pubblica. Inoltre l’espulsione non deve comportare gravi violazioni dei diritti umani. “È una variante di mediazione, che rispetta il risultato della votazione, che vuole l’espulsione automatica”, ha spiegato il ministro della giustizia, Simonetta Sommaruga, “ma che tiene conto anche dei diritti umani, valori intangibili per il nostro Paese”.
Nella seconda variante inviata in consultazione il catalogo dei delitti viene ampliato e concerne anche crimini e delitti minori come le lesioni semplici e la pornografia. Questa variante si avvicina di più al testo UDC. Se lo straniero commette uno di questi reati, i giudici devono sempre ordinare l’espulsione, indipendentemente dalla pena inflitta, che è ininfluente. In realtà nessuna delle due varianti permette di rispettare pienamente gli obblighi internazionali. Mentre sono rispettati i contratti sui diritti umani, l’accordo di libera circolazione concluso con l’Unione europea (Ue) richiede sempre l’esame del singolo caso. “L’accordo con l’Ue sulla libera circolazione è molto importante per la Svizzera e per questo bisogna diminuire i possibili conflitti”, ha spiegato Sommaruga. Una terza variante era stata presentata in aprile dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) su incarico del governo, che prevedeva di dare assoluta importanza e in ogni caso al diritto internazionale (in particolare sulla libera circolazione delle persone). Una variante molto simile al controprogetto all’iniziativa e per questo il governo ha deciso di non darle seguito. La consultazione durerà tre mesi ed entro l’anno si dovrebbe presentare il messaggio al parlamento. Scettici comunque i rappresentanti UDC, che accusano il governo di non rispettare la volontà popolare e non vedono una maggioranza parlamentare che approverebbe la seconda variante, che secondo loro è quella che attuerebbe “correttamente” il testo costituzionale. Per questo motivo il segretario generale UDC Martin Baltisser, ha annunciato che il suo partito accelererà la preparazione per il lancio dell’”Iniziativa per la messa in atto”, che impone l’applicazione dell’iniziativa-espulsioni. Il testo è pronto e il progetto impone, tramite delle disposizioni costituzionali transitorie, la diretta applicazione dopo la sua approvazione da parte del popolo.