Il calvario di un bambino americano, Ryan Morris-Karp che a quattro anni è stato colpito da un tumore al cervello e ha detto no all’ennesima operazione
Sta commuovendo l’America la storia di Ryan Morris-Karp, 10 anni, affetto da un tumore al cervello da quando aveva quattro anni. Ryan è stato sottoposto in sei anni a sette operazioni chirurgiche, due cicli di radioterapia e quattro diversi tipi di chemioterapia. “Dopo l’ultimo intervento”, ha detto la madre affranta dalla disperazione, “pensavamo che ce l’avesse fatta, invece, un paio di mesi fa, la Tac ha mostrato che il tumore al cervello non solo non era passato ma aveva raddoppiato le dimensioni. Ho preso Ryan da parte e gli ho detto: senza una nuova operazione probabilmente non ci sarà più un altro compleanno per te”. Il povero bambino si è messo a piangere, si è buttato a terra e ha urlato sconvolto dicendo: “Basta, basta, è troppo doloroso. Te l’ho detto, mamma, non voglio più farmi operare, io con le cure ho chiuso. Mi fanno stare solo male”. Sono in molti ad aver scritto a Ryan e tutti a dirgli le stesse cose: forza, Ryan, devi lottare, devi farcela. Ogni volta che il bambino veniva sottoposto ad un’operazione, il cancro si ripresentava, puntuale e maligno, con una tenacia incredibile, e ogni volta il bambino, con la stessa tenacia lo combatteva con un’operazione e con un aumento di sofferenza. Fino a tanto che non ce l’ha fatta più a lottare con un’altra, l’ennesima operazione che gli avrebbe concesso qualche mese in più di vita. I medici hanno detto che senza un altro intervento Ryan non ce la farà a sopravvivere. Per questo, la sua volontà di smetterla con le operazioni ha suscitato tante lacrime e anche tanta ammirazione.
Kimberly Morris-Karp, la madre del bambino, ha rivelato: “Mi ha detto che d’ora in avanti vuole solo giocare, andare a nuotare, che a lui piace tanto, divertirsi e cercare di non pensare a niente di brutto. Insomma, ci ha chiesto un ultimo grande regalo, quello di trascorrere il resto dei suoi giorni facendo quello che gli piace di più. Noi abbiamo cercato di accontentarlo, facendo del nostro meglio per sorridere davanti a lui, anche se è dura. Ryan adora il mare e così abbiamo anche organizzato una vacanza tutta in suo onore. Vogliamo dargli una porzione di felicità, quella che lui, nella sua sfortunata vita, non è mai riuscito ad avere, fargli provare quello che significa vivere senza l’incubo della malattia”.
Una frase di Ryan ha colpito in modo particolare, poche parole, una preghiera toccante: “Voglio dimenticare l’odore degli ospedali”. In effetti, Ryan ha passato tanto tempo in ospedale. Ecco la testimonianza della madre: “Pensavamo alle solite malattie che colpiscono i bambini. Ryan non stava bene e, come si fa di norma, lo abbiamo sottoposto a esami di routine. Invece il risultato fu terribile: Ryan aveva un tumore al cervello. Siamo morti tutti in famiglia: io, mio marito, i nostri altri due figli”. Ryan è stato colpito da una rarissima forma di tumore, chiamato ependimoma, che attacca violentemente il cervello e può comparire anche in età molto tenera, come è accaduto a lui. Appresa la notizia, si può comprendere lo stato di angoscia e di sofferenza dei familiari. E’ ancora una volta la madre a parlare: “All’inizio non volevamo crederci, abbiamo pianto, io continuavo a ripetere a mio marito: ma come? Come °è possibile che un bambino debba affrontare questa tragedia?
Perché proprio a lui, che è così piccolo e indifeso? Ryan ci guardava con quei suoi occhioni color nocciola e ci sorrideva ignaro. E’ stata una tortura. Non riuscivamo a darci pace. Era ancora piccolo e non capiva il motivo di tutta quella sofferenza, di quelle operazioni dolorose, le cure estenuanti per la riabilitazione. Gli dovevano rasare i capelli, odiava l’ospedale, l’odore dei disinfettanti in corsia. Piangeva e urlava. Noi ci sentivamo morire”. Dopo la decisione di smetterla con le operazioni e le medicine, Ryan è più tranquillo, forse non durerà molto, ma almeno ha assaporato qualche giorno di normalità. Sono molte le persone che vivono la normalità e sono insoddisfatte, vorrebbero fare chissà cosa. Ryan vorrebbe, invece, vivere una vita normale, si accontenterebbe di viverla per sempre, ma non può, per lui la normalità si ridurrà a qualche settimana, se tutto va bene. Poi, verrà inesorabile un dolore forte che lo aggredirà e lo porterà via. Questa è la strada che i medici hanno indicato. Noi vorremmo che i medici si sbagliassero, ci piace credere in un miracolo. A volte capitano, potrebbe capitare anche a lui. Ryan lo merita, ha detto una frase che forse non tutti avrebbero avuto il coraggio di dire: “Voglio dimenticare l’odore degli ospedali”. Sapendo anche quello che la sua decisione significa. Anche noi, come tanti diciamo: forza Ryan, hai fatto bene, ma ora devi fare di più, devi guarire.