Recentemente il Comitato dell’ONU incaricato di vigilare sull’applicazione della Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), ha presentato ad una seduta della Commissione a New York, il terzo rapporto nazionale sugli sviluppi degli ultimi anni nell’attuazione in Svizzera del suddetto trattato internazionale.
Dal rapporto è emerso che la Confederazione, quale “culla” dei diritti umani, pur essendo molto apprezzata per il suo ruolo di motore trainante nel rispetto di molti diritti, dovrebbe impegnarsi maggiormente per il raggiungimento della parità tra i sessi.
Malgrado, negli ultimi anni, siano stati compiuti progressi in diversi settori (introduzione assicurazione maternità, sgravi fiscali in favore delle famiglie, revisione delle norme legislative e potenziamento delle misure contro la violenza domestica) in altri campi – per esempio sul fronte dei salari – si è ancora lontani dalla piena parità dei diritti tra uomo e donna.
Il Comitato auspica pertanto che la Svizzera, che oltretutto è sede di molte istituzioni internazionali per la difesa dei diritti umani, diventi un modello anche nell’affermazione dei diritti della donna.
La Confederazione ha aderito al CEDAW nel 1997. Gli Stati contraenti devono redigere un rapporto ogni quattro anni sulle misure adottate per concretizzare le disposizioni della Convenzione.
Il Comitato ONU (che ha 23 esperti indipendenti) una volta che ha preso conoscenza di un rapporto nazionale, ha il compito di esprimere il proprio parere e fare poi raccomandazioni allo Stato in questione.
Il rapporto consegnato nelle scorse settimane era stato adottato il 2 aprile del 2008 dal governo federale e riguardava gli sviluppi legislativi e politici nel campo della parità dei sessi intervenuti in Svizzera dal 2003.
Per quanto riguarda la Svizzera, la preoccupazione maggiore del Comitato ONU è la difficoltà dell’introduzione di determinate misure contro la discriminazione delle donne in tutta la Confederazione, poichè il sistema federalista elvetico accorda un’ampia autonomia a Cantoni e Comuni.
La delegazione ha riconosciuto che effettivamente un tale sistema può complicare certi procedimenti.
Oggetto dell’indagine del Comitato sono state anche altre importanti problematiche quali le mutilazioni genitali, il traffico di esseri umani, la prostituzione, i diritti delle migranti, la prevenzione del cancro al seno e all’utero. Secondo il CEDAW, la Svizzera deve ancora migliorare sul fronte dei salari, dove ci sono ancora grandi differenze fra donne e uomini (come sottolineano da tempo anche i sindacati), come pure sulle misure per conciliare lavoro e famiglia.
Inoltre, nella politica, le donne sono ancora troppo poco rappresentate, soprattutto nei posti dirigenziali.
Tuttavia, bisogna anche riconoscere, che sotto questo aspetto negli ultimi decenni è stata fatta moltissima strada, se solo si pensa che in Svizzera le donne hanno ottenuto il diritto di voto più tardi che in altri paesi europei e che l’elettorato maschile ha più volte rifiutato loro il diritto di voto con forti campagne caratterizzate da argomenti di stampo emotivo.