Si parla di economia con Salvatore Cantale, un docente di finanza all’Università di Losanna: ecco un estratto dell’intervista di Leo Caruso del 3 giugno 2012 per Radio L’Ora
Prof. Cantale, è qui oggi per spiegarci un po’ questa crisi finanziaria che noi leggiamo i giornali e alla fine abbiamo l’impressione di averci capito ben poco. Quali sono i fattori che innescano e provocano una crisi economica?
Innanzitutto sono tantissime le cause che possono generare una crisi economica. La crisi che stiamo vivendo oggi è la stessa che continuiamo a vivere dal 2008. In qualche modo l’abbiamo importata dagli Stati uniti: c’è stata una crisi da un punto di vista finanziario prima, poi anche da un punto di vista di domanda proveniente dagli Stati Uniti e questo ha innescato in qualche maniera la nostra crisi che ancora ci portiamo. Da un lato è vero che l’abbiamo importata dagli Stati Uniti, ma invece dall’altro lato, e in questo mi distanzio dal nostro primo ministro Monti, le cause ce le abbiamo tutte soprattutto per quanto riguarda l’Italia: mancanza di competitività da tantissimo tempo, un debito pubblico che ormai è alle stelle e non era così soltanto all’inizio degli anni 80, poi sicuramente la mancanza di crescita. Possiamo dire che i fattori c’erano, poi la causa innescante è stata proprio la mancanza di domanda da parte degli Stati Uniti.
Come mai invece in questi ultimi anni, sembra che le crisi si susseguano in maniera più frequente? In questo susseguirsi di crisi possiamo avvertire qualche cambiamento o novità?
Chiaramente la conoscenza storica ci fa sembrare le crisi di oggi più frequenti. Però, è vero che avvengono un po’ più frequentemente: abbiamo avuto una crisi in Italia nel 1992, poi una crisi mondiale, quella della Dot-Com, nel 2001 e quella di adesso che dura dal 2008. Questo può essere determinato dal fatto che il mondo si sta muovendo un pochino più velocemente di come si muoveva prima. Anche le nostre ultime due crisi, del 2008 e del 2012, che è esattamente la stessa crisi, non siamo riusciti a risolverle perché non abbiamo avuto una leadership e non soltanto in Italia, ma anche nel resto dell’Europa e forse anche nel mondo. Non si è riusciti a capire bene quali erano veramente le cause e sono rimasti un po’ in stallo le cose che si potevano sistemare in mesi, se non in pochissime settimane, e invece siamo ancora qua a cercare di risolvere questa crisi.
E quindi a questo punto sorge spontanea la domanda sul ruolo della politica che sembra in qualche modo in affanno e che dovrebbe invece cercare di limitare i danni, così come anche la grande finanza, ma vediamo che è abbastanza latitante spesso anche impotente di fronte a questi fenomeni. Cosa ci può dire a proposito?
La politica, secondo me, si è servita molto della grande finanza nel passato, forse senza bene capire quali sarebbero state le conseguenze. In Italia il debito pubblico, all’inizio degli anni 60 era praticamente inesistente. All’inizio degli anni 80 era ancora gestibilissimo poi dal 1980 al 2000 è scoppiato e oggi abbiamo un debito pubblico di circa 1.8 miliardi di dollari e quindi la politica di è servita della finanza. Dall’altro lato la finanza – quando parlo di finanza non mi riferisco a tutta la finanza ma a un certo tipo di finanza – si è appoggiata alla politica. Naturalmente alcune banche, alcune istituzioni finanziarie hanno fatto tantissimi soldi con la politica. Quindi in questo momento andare a capire veramente chi è stato a generare la situazione in cui siamo oggi e soprattutto come ce ne possiamo uscire incomincia a diventare più difficile
Signor Cantale a proposito dei banchieri, Paul Krugman, premio nobel dell’economia e nuovo Guru della nuova sinistra americana, ha affermato che i banchieri fanno credere di sapere tutto anche dopo aver quasi distrutto il mondo. È una affermazione inquietante…
Sì, è un’affermazione molto inquietante e, purtroppo, mi dispiace dirlo però è quasi vero. Ha ragione hanno sbagliato veramente tanto e non se ne sono resi neanche conto purtroppo devo dire noi abbiamo dato a loro l’opportunità di sbagliare e continuiamo a fare le stesse scelte. Non sono soltanto i banchieri, ma un certo tipo di finanza che ha sbagliato e noi gli abbiamo dato la licenza di operare e che continuano a fare esattamente le stesse cose che facevano prima e non diciamo niente.
Ecco sempre ritornando allo stesso Krugman, è uscito tra l’altro un libro molto interessante per Gazanti “Fuori da questa crisi, adesso!”. Lui afferma che la prima cosa da fare è di cancellare l’effetto distruttivo dei tagli di spesa operati fino ad oggi. Che è esattamente quello che sta facendo l’Europa.
Sì, sono d’accordo con lui che non è un problema di debito. Nel senso che non è il debito che nel nostro caso ci sta affondando ma è la mancanza di crescita. Però è anche vero che è veramente in qualche maniera riduttivo pensare che noi possiamo crescere del 10% all’anno per i prossimi tre anni. Non sarebbe così impossibile uscirne da questa crisi con questo livello di debito se noi potessimo avere un livello di crescita abbastanza alto. Quindi, non è tanto il livello del debito che è importante quanto la capacità di organizzare i profitti. Il problema è che in Europa non c’è tantissima domanda per i prodotti, la crescita non ci sarà per i prossimi 2-3 anni e quindi alla fine ciò che ci rimane sono questi profitti che non arrivano e un livello del debito che è molto alto.
Lei su Repubblica ha parlato del concetto d’integrazione europea chiedendosi se possa essere sufficiente una moneta comune a fronte di tante lingue e culture mostrando dubbi in merito….
Questa unione dell’Euro è stata fatta a metà. In questo momento o parliamo di Europa oppure non parliamo di Europa per niente. Questa unione non potrà sopravvivere fino a quando non abbiamo un banca che non è la banca centrale europea così come l’abbiamo disegnata in questo momento. Può essere una banca più forte, una banca effettivamente di tutti gli europei. Fino a quando questo non succederà io veramente non credo che l’Europa, e soprattutto l’Euro, possa dare i frutti che avevamo previsto. Secondo me c’è ancora un po’ di strada da fare e se questa strada non si può fare e allora si dovrebbe andare in un’altra direzione.
Ci da suo giudizio sul governo Monti
Secondo me ha fatto tanto bene, io avrei fatto le cose un po’ diverse: il problema è che Monti ha fatto pagare totalmente gli Italiani, secondo me questa è una cosa che non avrebbe dovuto fare. I costi per salvare l’Euro dovevano essere divisi a tutti gli stati più forti del Europa. A parte questo è andato molto forte e le cose che ha potuto fare le ha fatte. Sta perdendo un pochino di tempo con le strutture, mi riferisco alle liberalizzazione e tutta una serie sulla legge del lavoro e altre cose. In questo senso sta aspettando un po’ di tempo, ma quello che poteva fare l’ha fatto.