Una catena di negozi di abbigliamento di Verona e del Nord Italia cerca come modelli “gente normale” e a rispondere sono a migliaia
La moda. Non è forse il sogno dei giovani, maschi e femmine? Non è forse la fissazione degli adolescenti attenti, i maschi e le femmine, al capello fuori posto, alla pancina un pochino pronunciata, alla linea snella, appunto, da modello o modella? Chi non sogna di sfilare o di camminare lungo una pedana, sotto lo sguardo attento di donne di una certa età, tutte inghirlandate di gioielli, o addirittura chi non assume lo sguardo assente e lontano, la camminata a zappa sulla stessa linea immaginaria, quelle braccia penzoloni che vanno per conto loro, distintamente dalla testa? E poi, vuoi mettere, soldi a palate ad ogni avanzar di gomito, hotel di lusso, macchine sportive, magari il cinema e qualche festival! Beh, tutto questo è stato buttato via con un colpo di penna da una catena di negozi d’abbigliamento di Verona e del Nord Italia. Sui suoi negozi la firma Palma ha messo un cartello, semplice e chiaro, tre parole, una sopra l’altra, quella di mezzo in caratteri più grandi di quelli delle altre due parole: cercasi gente normale.E’ forse finita la ricerca di modelli e modelle scheletriche? Sicuramente no, però s’è presa una pausa, non sappiamo quanto durerà, ma nel frattempo la vita, anzi, gli affari continuano. Potete immaginare le risposte, a migliaia: curricula, autoscatti, foto, un esercito di gente normale di ogni età e razza, di ogni stazza, magri, grassottelle, attempati, in carne. Non si contano i seni un po’ pronunciati e altalenanti, gli uomini di una certa età, esattamente come le mamme che pensano di non essere mai cresciute. Tra la gente normale, anche un battaglione di ragazze che spesso puoi incrociare in strada senza che ti volti per guardare il loro lato B, o giovanotti che come unico requisito estetico hanno un paio di decenni di vita.
Per la direzione dell’azienda è stato un successo, niente a che vedere rispetto a quando la ricerca si limitava alla “bella presenza”, che nella moda, tutto sommato, non è poi una bestemmia.
In tempi di vacche magre, come si dice, la trovata serve forse a rimpinguare le poche entrate che in questo settore non bastano mai. Se non girano i soldi, non si può assumere e se non si può assumere, vuol dire che il mercato non tira, che la gente si arrangia con capi di vestiario raccattato al mercato del giovedì o del sabato e che tira brutta aria. Per tutti.
Dunque, tempi di sobrietà e anche di normalità per far passare la nottata. L’idea, però, di far salire sulle pedane, reali o elettroniche l’uomo o la donna comuni e addirittura di proporli come modelli ci sembra uno schiaffo salutare a tutti i capricci e le bizzarrerie di questo settore dove troneggiano i bellissimi, i perfetti, le statue scolpite con il pennello e gli addobbi, esattamente come le dive che entrano nel loro ruolo e ti chiedi cosa fanno tutto il resto della giornata, se non a dormire e passare da un letto all’altro.
Ma poi, tutta questa gente “normale”, lo è davvero? Forse qui il dubbio è giustificato, perché, a furia di passerelle, di trucchi, di diete, di palestre, recitazione e spettacolo, la cosiddetta gente normale si è lasciata a tal punto contaminare che non si sa se la normalità è quello che si vede in tv o quella che sfila per le strade delle città. Fateci caso, non è poi così forte la differenza. Il mondo dello spettacolo e della moda ci ha talmente avviluppati con i suoi miti e riti che tutti sembrano vivere in un mondo irreale, salvo svegliarsi qualche tempo dopo e ritrovarsi nella più cruda realtà, che è quella di volere un lavoro e di sperare che ti vengano a bussare alla porta e portarti addirittura non il lavoro, ma lo stipendio da subito.
Comunque sia, l’offerta c’è, pubblica, ufficiale, reale. Solo che di fronte alle migliaia di risposte l’offerta è limitata e pochi saranno i fortunati che saranno scelti.
In fondo, anche tra le persone normali, ci sono sempre quelle più normali di altre.