La Corte di appello di Colonia equipara la circoncisione a “lesioni” che “violano l’integrità fisica di un minore”, in pratica a una mutilazione
I diritti non sono solo quelli propri, sono anche i diritti degli altri, tra cui ci sono i diritti dei minori, sulla cui pelle non è – o non dovrebbe essere – consentito a nessuno di operare, ma c’è chi non è d’accordo e pretende di sostituire la propria all’altrui volontà facendola passare per bene comune. Il fatto è avvenuto in Germania, a Colonia, nel novembre del 2010, quando un bambino musulmano è stato circonciso da un medico di quella città, ma qualche giorno dopo è stato ricoverato in ospedale per una piccola emorragia locale. Un fatto tutto sommato banale e marginale se non fosse che la cartella clinica è finita nelle mani di un magistrato che ha messo sotto accusa il medico che aveva eseguito la circoncisione.
Il processo dà ragione al magistrato e gliela conferma anche la Corte di appello di Colonia che condanna il medico per “lesioni contrarie alla legge” in quanto “è stata violata l’integrità fisica di un minore”. In pratica, la sentenza del tribunale ritiene la circoncisione un attentato all’integrità fisica di un minore. La cosa può stupire, ma è così. A stupirsene sono stati proprio coloro che praticano questo rito religioso da secoli e da millenni, quindi gli ebrei e i musulmani. I primi sono 110 mila circa, i secondi molto di più, circa 4 milioni. A loro, per solidarietà religiosa, hanno dato sostegno molti vescovi cattolici. Gli ebrei sono insorti con parole forse un po’ eccessive. Il presidente della Conferenza dei rabbini europei, Pinchas Goldschmidt, ha dichiarato: “Un divieto della circoncisione mette in discussione l’esistenza della comunità ebraica in Germania. Se il giudizio dovesse permanere, non vedrei qui in Germania alcun futuro per gli ebrei”.
In effetti, la circoncisione – che consiste nell’asportazione di parte o totalità del prepuzio maschile (la pelle che ricopre il glande quando il pene non è in erezione – è un obbligo scritto nella legge della Torah, secondo cui ogni bimbo va circonciso all’ottavo giorno di vita. Dunque, fa parte di un rito religioso e tra i diritti ci sono anche quelli legati alla libertà di religione. Però, qui non si tratta, ha detto il tribunale, di libertà religiosa, sacrosanta, ma di una mutilazione inferta a minori incapaci di intendere e di volere. Perciò, ha sentenziato il giudice, di mutilazione di tratta, condannata dalla legge tedesca. Il ragionamento non fa una grinza. I diritti vanno rispettati, anche e soprattutto quelli di coloro che non possono difendersi. Il presidente della Conferenza dei rabbini, per la verità, arriva a caricare di altri significati la sentenza del tribunale. Dice cioè che “il nuovo linguaggio dell’antisemitismo è il linguaggio dei diritti umani”. In poche parole, chi è contro la circoncisione è antisemita.
Non vogliamo difendere la Germania, ma se la legge vieta di procurare lesioni a un minore, la legge va rispettata e basta. Non è che se la lesione ha motivazioni religiose, la lesione stessa non può definirsi più tale. Insomma, non è attribuendo ad una lesione una motivazione religiosa che il reato scompare o che la pratica diventa legittima. Prendiamo ad esempio l’infibulazione, cioè quella pratica di mutilazione della clitoride nelle fanciulle. Non sappiamo se dietro di essa ci siano motivazioni religiose, ma non ci vuole molto a dargliene una. Solo per questo dovrebbe essere ammessa? Abbiamo qualche dubbio. In realtà, certi diritti hanno validità territoriale: sono tali in un Paese e non sono tali in un altro. Bisognerebbe semplicemente rispettare le leggi vigenti nel Paese dove si abita e si vive, mentre spesso sono in molti a pretendere di applicare le proprie leggi in casa d’altri. Si dirà che l’Organizzazione mondiale della salute “raccomanda” la circoncisione per prevenire i rischi dell’infezione da Hiv, ma le “raccomandazioni” non sono leggi.
Sarà perché noi non siamo circoncisi e oltretutto ignoranti in materia, ma che c’entra la circoncisione con il virus dell’Hiv? E’ una questione igienica? Beh, se è così, basta lavarsi bene, o no? Il timore di ebrei e musulmani è che la sentenza della Corte d’appello faccia giurisprudenza. Nel qual caso non ci sono molte alternative: o ebrei e musulmani vanno a farsi circoncidere altrove o compiono un reato, oppure, ancora, i tedeschi devono cancellare le loro leggi per accettare quelle – pur rispettabili – degli altri, ma quest’ultima ipotesi ci sembra un pochino più difficile.