E’ accaduto nel Veneziano un anno fa ma solo ora la notizia è rimbalzata sulla stampa nazionale
La storia che vi stiamo per raccontare è drammatica e commovente, molto triste, ed è successa esattamente il 10 novembre dell’anno scorso, nel Veneziano. Quella mattina un giovane professore arriva a scuola con qualche minuto di ritardo, per cause che non erano dipese dalla sua volontà. Comunque, non fu il ritardo la causa di quel che successe dopo. In classe trovò la vicepreside e gli alunni da una parte, tranne una studentessa di 16 anni, e dall’altra la ragazza con cui lui da un paio di mesi aveva una storia sentimentale, niente di più. La differenza di età non era poi tanta, e comunque la relazione sentimentale era consenziente. Cosa era successo? Era accaduto che quella relazione era finita sulle labbra di tanti, e fin qui poco male. Alcuni che sapevano, sparlavano alle sue spalle e facevano sorrisetti ammiccanti e ironici, e ancora fin qui poco male. Il guaio era che lui era insegnante e lei era studentessa, sua scolara; e soprattutto il fatto che lui fosse serio ed esigente mise in moto piccole vendette da parte di alunni che a scuola non ci volevano andare o, se ci andavano, lo facevano a perditempo. Furono costoro ad avvertire le autorità scolastiche, insieme ad alcuni genitori che avevano avuto la confidenza dalla loro figlia, a cui l’aveva detto la stessa fidanzata del prof. Ovviamente, da parte della studentessa c’era stata una confidenza tra amiche, ma questa confidenza, poi, ingenuamente raccontata alla mamma, si era trasformata in un pettegolezzo e in un moralismo fuori luogo.
Per farla breve, la preside aveva ottenuto l’affidamento della classe alla vicepreside e il trasferimento del prof con in un’altra scuola. Quella mattina, dunque, il giovane prof Leonardo Pasqualetto entra in classe e trova ad attenderlo la vicepreside. Il giovane ci resta male, gli cade il mondo addosso, un po’ si aspettava qualcosa, ma non pensava che la sua relazione si fosse trasformata in uno scandalo. Dopo qualche scambio di parole, frastornato, il giovane insegnante si reca in presidenza dove c’era la dirigente ad attenderlo e a comunicargli il trasferimento.
Nel giro di poco tempo la vita del prof Leonardo Pasqualetto cominciò a prendere una brutta piega. Dopo la comunicazione della dirigente, il prof va in classe a prendere la sua roba e si avvia di corsa verso casa. Il suo stato d’animo è un turbinio di sentimenti, tra cui la vergogna per quella che lui riteneva essere una figuraccia inenarrabile. Il padre aveva appena finito di costruire le scuderie per i suoi cavalli, a cui il giovane teneva molto. Fino a qualche ora prima era felice: aveva un lavoro che gli piaceva tanto, una ragazza di cui era innamorato, ricambiato, e i suoi amati cavalli. Fu in una di queste scuderie che qualche ora dopo fu ritrovato penzoloni con una corda al collo. In pochi giorni e in pochi attimi, si può dire, era passato dalla felicità al mondo che gli stava crollando addosso, gettandolo nella disperazione per la vergogna per il trattamento subìto. Qualche ora prima alcuni alunni, quelli che mal sopportavano la sua serietà professionale, saputo che il prof era stato trasferito, si erano spellate le mani per la gioia e per la vittoria – o quello che loro credevano assomigliasse ad una vittoria – salvo poi rimanere pietrificati dalla loro misera impresa appena si sparse la notizia della sua tragica fine.
La storia è stata descritta dal Corriere del Veneto ed ha fatto il giro dei giornali. Non si conoscono le reazioni della studentessa di cui il prof era innamorato, ma si conoscono quelle del padre, che non si dà pace per quel figlio perduto. Ogni giorno Pierluigi Pasqualetto pubblica sul suo profilo di Facebook la storia di suo figlio e ogni 10 del mese si presenta davanti al liceo dove insegnava con un grande cartellone su cui c’è la foto del suo Leonardo. Ne consegna una a tutti coloro che incontra e che desiderano averla. Anche il prossimo 10 settembre, giorno dell’inizio dell’anno scolastico, sarà lì a ricordare a suo modo quel figlio morto per la sua sensibilità e forse anche vittima dei tanti, genitori compresi ed autorità, che non dicono nulla se le ragazze vanno a scuola mezze nude, che diventano di colpo muti se studenti indisciplinati disturbano, fumano e imbrattano le pareti e cose di questo genere, e poi di fronte a una storia di sentimenti diventano moralisti da quattro soldi. Ogni 10 del mese, dunque, si rica davanti al liceo con un cartello su cui c’è scritto: “Per lui insegnare era tutto”.
1 commento
oddio…che brutta storia e povero prof. io avevo pensato che sarebbe rimasto deluso a vita ma mai che avesse avuto il coraggio di suicidarsi….poveri genitori e la sua famiglia e poi io vorrei tanto capire una cosa:perchè un prof non può avere una relazione con una studentessa dopotutto al cuor non si comanda o sbaglio????? 😉