E’ accaduto a Melicuccà, in provincia di Reggio Calabria, ed è stata scoperta perché era in ferie
A volte, davvero, non si sa se qualificare alcune persone come intelligenti o come stupide. Prendiamo il caso della signora Rosa Pustorino, direttrice ed unica dipendente dell’ufficio postale di Melicuccà, in provincia di Reggio Calabria. Ha escogitato uno stratagemma che le permetteva di arricchirsi prosciugando i conti correnti e i libretti di risparmio di almeno una trentina di clienti. La signora Pustorino aveva scelto quei conti sui quali i movimenti erano pochi, quindi era sicura che i titolari si facevano vedere raramente. In che modo entrava nei conti? Intanto riusciva a fotocopiare i libretti venendo così in possesso dei dati necessari per poterli aprire in santa pace, quando non c’era nessuno, magari dopo l’orario di ufficio, attirandosi presumibilmente anche i complimenti dei cittadini che dicevano: ma guarda che lavoratrice instancabile, la nostra cara direttrice! Poi, evidentemente, segnava su dei fogli tutte le operazioni che faceva, cioè tutti i prelievi che effettuava, e versava i soldi su altri conti postali tramite giroconto, cioè venivano accreditati all’istante. Se qualcuno andava a prelevare, lei doveva aver scoperto un sistema per far quadrare i conti e nello stesso tempo non insospettire il malcapitato, perché il cliente, bene o male, per quanto rimbambito, si ricordava della somma che possedeva. Non solo. L’operazione, se si trattava di un libretto di risparmio, veniva registrata sul libretto stesso, quindi i conti non solo dovevano tornare, ma dovevano pure essere registrati. Probabilmente, l’instancabile direttrice “lavorava” sui conti correnti, perché su un foglio di carta appaiono solo le cifre di versamento o di prelievo, senza il saldo. Poteva capitare che qualcuno andasse a chiederle il saldo sul conto, in questo caso sicuramente diceva alla sua ignara vittima di ripassare per poter aggiustare – magari momentaneamente – l’entità dei suoi averi. Il sistema era semplice. Siccome sui suoi fogli teneva la contabilità dei prelievi, dei codici, dei numeri dei conti e del titolare, rimetteva tutto quanto era dovuto, effettuava l’operazione e poi se li riprendeva. O qualcosa del genere. Le cronache dicono che i prelievi clandestini duravano da anni.
Al di là di come faceva – doveva essere una maga perché poi a fine anno venivano pagati gli interessi con resoconto finale – quello che c’interessa notare è che a una persona del genere non manca certo l’intelligenza.
Ora, ciò detto e riconosciuto, va aggiunto che una persona del genere non può che essere stupida. Come si fa a mettere in piedi un sistema di falsificazione così sofisticato e pensare di non essere prima o poi scoperti? Probabilmente era in grado di aggiustare, di rinviare, di ritardare, di risistemare, ma come si fa a non tradirsi? Evidentemente era così sicura di sé che non aveva mai immaginato che potesse giungere un’ispezione. Però, siccome la cifra sottratta pare si aggiri tra i 700 mila e un milione di euro, come è possibile ritenere di poter gestire una cifra del genere con raggiri, rinvii, false comunicazioni, eccetera? Altra domanda: la direzione delle Poste possibile che non si sia accorta di nulla? Possibile che nessuno riusciva a mettere il naso in quei conti? Se è così, e nessun dubbio che lo sia, gl’italiani stanno davvero messi male quanto a controlli, evidentemente approssimativi. Comunque, la stupidità della direttrice si vede dalla buccia di banana su cui è caduta. E’ andata in ferie, il che ha comportato l’invio di un sostituto che di strano pare avesse notato solo un armadio in cui lei diceva di custodire biscotti e cioccolate. Nemmeno il sostituto era riuscito a capire qualcosa. Fatto sta che la direttrice in questione non poteva non considerare la possibilità che proprio in quei giorni qualcuno sarebbe andato a ritirare i soldi col rischio di scoprire i furti. E, infatti, così è stato. Una cliente è andata a fare un prelievo e quando le era stato risposto che sul suo conto non c’era nulla, nemmeno uno solo dei suoi quarantaquattromila euro, si è precipitata subito urlando dai carabinieri che hanno iniziato i controlli, scoprendo che nell’armadio non c’erano biscotti e caramelle, ma i fogli su cui per sua fortuna (e quella dei clienti truffati) lei annotava cifre, date, importi.
Quindi, la nostra direttrice era intelligente e stupida contemporaneamente, di sicuro è stata una ladruncola, è il caso di dirlo, da quattro soldi, comunque molto accomodante, perché dopo l’arresto ha promesso di restituire tutto a ognuno. Bisogna riconoscere anche che è stata una ladra parsimoniosa, accumulava solo ma non spendeva, così potrà onorare i debiti che ha civilmente riconosciuti e onorati. Anche perché non poteva fare altrimenti.