Le cose sono davvero quelle che sembrano? Andres Baiz realizza un film angosciante che spiazza il pubblico svelando il meccanismo del proprio thriller prima del previsto ma tiene col fiato sospeso fino alla fine. Dal 13 settembre nei cinema della svizzera tedesca
Quante volte abbiamo sognato di poter spiare liberamente qualcuno nella vita di tutti i giorni senza essere visti. Si scoprirebbero davvero tante cose in questo modo, si guarderebbe la realtà, la vita di tutti i giorni da un’altra angolatura. È quello che succede alla protagonista de La verità nascosta, un film di coproduzione ispanocolombiana con la regia di Andres Baiz in collaborazione con il colosso 20th Century Fox atteso nelle sale della Svizzera tedesca il prossimo 13 settembre. Il film racconta la storia di un uomo, conteso tra due donne, una delle quali apparentemente scomparsa. Si tratta di Belèn, la sua fidanzata con la quale viveva e che, dopo averne scoperto la tresca amorosa con una violinista – il protagonista, Adrian è un direttore d’orchestra – decide di sparire lasciandolo improvvisamente e senza un reale preavviso.
Adrian è sconvolto ma riesce a superare il dolore per la scomparsa di Belen avvicinandosi a Fabiana, una ragazza, conosciuta per caso e con la quale va subito a vivere nella casa dove viveva con Belen. Un giorno però trovano il corpo di una ragazza rimasta carbonizzata in un incendio, corrispondente alle caratteristiche fisiche di Belén. Adrian viene così sospettato di omicidio, nel frattempo Fabiana comincia ad avvertire in casa una strana presenza da cui si sente perseguitata. Le cose però non sono sempre come ce le aspettiamo… ed infatti il film, giunto a metà pellicola, stravolge tutta la trama e proietta sullo schermo un altro film, ovvero la storia tra Belen e Adrian, ciò che è accaduto prima della scomparsa della ragazza e dell’arrivo di Fabiana, svelando retroscena davvero impensabili. Belèn, infatti, non si è mai mossa da casa. La ragazza in crisi, si era confidata con la padrona della casa in cui erano andati a vivere, che le aveva suggerito di mettere alla prova l’amore di Adriàn: a questo scopo le aveva rivelato la presenza di un bunker segreto all’interno della casa, costruito da suo marito, probabilmente ex criminale nazista, completamente insonorizzato e isolato, dal quale si può osservare ciò che accade in casa senza essere visti né sentiti. Belén aveva allora deciso di fingere di allontanarsi, e di nascondersi invece nel bunker per testare non vista la reazione di Adriàn. Quando il ragazzo si era mostrato seriamente addolorato per la sua dipartita, lei aveva voluto uscire, ma si era accorta di aver lasciato, nella fretta di chiudersi dentro, la chiave del bunker, smarrita fuori di esso. Non potendo farsi sentire da nessuno, Belén aveva dovuto assistere impotente all’arrivo di Fabiana e ai rapporti sessuali tra lei e Adriàn.
In questo modo, il regista realizza il film ponendolo su due piani paralleli che si incontreranno solamente sul finale: da una parte lo spettatore si trova ad assistere ad un vero e proprio thriller claustrofobico con Belèn costretta dentro il Bunker nel quale si è rinchiusa lei stessa e costretta anche a vedere come si evolve la vita del suo uomo con un’altra donna. Dall’altro lato, invece, si svolge un thriller dal sapore ghost con la vicenda della ragazza scomparsa e il fidanzato sospettato di omicidio che nel frattempo si innamora di una donna che avverte la presenza “soprannaturale” dell’altra.
L’effetto che lo spettatore ne ricava è fuorviante e di grande sorpresa perché, se in un primo momento è convinto di vedere un genere di film, a cui si appassitone e ne è coinvolto, nel secondo tempo inizia un film diverso, nuova trama, nuovi retroscena che infittiscono la trama precedente e ne chiariscono vari aspetti. Anche il gioco di parole del titolo originale spagnolo, “La cara oculta”, partecipa a questo senso di ambiguità e di spoiler di cui è ricca la trama, rivelando il significato profondo del film.
“Esiste nell’animo di ognuno di noi – afferma Baiz – il desiderio malato di possedere la persona che amiamo. Su questa idea di possessione amorosa ho costruito la storia di ‘La verità nascosta’, una trama sinistra che parla di come sia impossibile amare quando ci si scontra con la nostra natura terrena. Il film mostra i rischi che si possono correre nel mettere alla prova l’amore del proprio partner”.