Dal mare alla montagna
Ci racconti di Lei…
Vengo da Marina di Pietrasanta, un paese al mare in Toscana. Ho fatto le scuole obbligatorie in Italia e stavo dagli zii. Poi, a 19 anni, sono venuto in Svizzera perché mia madre era qui dal 1947, una delle prima italiane qui in Svizzera. Sono arrivato nel 1967 in Svizzera, come tanti altri italiani, e ho cominciato a lavorare. Ho lavorato in una ditta di macchine fotocopiatrici, mi è piaciuto molto, ma quando è arrivato il boom del computer, con la crisi, mi hanno licenziati e sono entrato nel mondo dello sport. Ho iniziato a sciare e a lavorare con gli sci, e sono rimasto in questo settore.
Cosa fa di preciso?
Ho un negozio a conduzione famigliare di sci, che è aperto però solo d’inverno. D’estate faccio il bagnino per la città di Zurigo, sono 27 anni che svolgo questo lavoro. Inoltre ho fatto il maestro di sci a Flumserberg per un paio di anni.
Dove nasce questa passione per gli sci, le montagne e la neve?
Dal mare alla neve! Ho iniziato a sciare qui in Svizzera e mi è piaciuto molto, però certamente mi piace sempre il mare.
Cosa troviamo nel suo negozio?
Faccio affitto, servizio e vendita, di sci e snowboard.
Che novità ci sono nel mondo degli sci?
Non molto, ci sono i soliti Carving-Sci, però si torna ora agli sci convenzionali, chiamati anche spaghetti. Con i Carving-Sci negli ultimi anni sono successi molti incidenti e allora è stato costatato che questi sci sono un po’ più pericolosi. Per lo snowboard invece noto che non è più così popolare come una volta.
Che differenze vede lei tra ieri e oggi sulle piste in montagna?
La differenza è che oggi c’è molta più gente sulle piste che sono molto più frequentate. Gli sci-lift sono molto più veloci di una volta quindi salgono molto più persone in una volta. Le piste sono sempre quelle, ma le capacità dei lift e la quantità di persone sono aumentate.
Come si preparano gli sci per la stagione?
La prima cosa che si deve fare assolutamente è controllare gli attacchi, poi fare il servizio alla soletta e controllare gli spigoli.
Che esperienza ha fatto di integrazione?
I primi tre quattro anni sono stati brutti, soprattutto per la lingua, riesco a farmi capire grazie ai corsi serali che mi hanno aiutato molto. Poi chiaramente la cultura è completamente diversa, il primo impatto è stato brutto. Ero però avvantaggiato in confronto ad altri perché mia madre stava già qui, altri sono venuti da soli. Erano tempi in cui gli italiani non erano visti molto bene. Poi mi sono fatto gli amici, molti italiani, ma anche tanti svizzeri e così mi sono integrato. All’inizio ricordo che stavo già per tornare in Italia, era molto dura.
Come vede la situazione degli emigrati di oggi?
Adesso i giovani che vengono, non sono più emigrati di categoria B, sono di categoria A, come dico io. Sono ragazzi qualificati, penso che la situazione è diversa, più facile. Il vero emigrante di una volta non c’è più.