Tra il 1990 e il 2009 la quota di giovani sul totale della popolazione è calata nelle città che partecipano all’Audit urbano europeo. Nel 2009 la disoccupazione giovanile era maggiore nelle città nucleo rispetto alle agglomerazioni, malgrado il fatto che, in proporzione, la quota di giovani sulla popolazione attiva fosse inferiore. Calo della quota di giovani
Tra il 1990 e il 2009 il numero di giovani è aumentato nella maggior parte delle città che partecipano all’Audit urbano. Nello stesso periodo, invece, la quota di giovani (0–19 anni) sul totale della popolazione è calata in media sia nelle città nucleo (dal 19,1 al 18,7%) che nelle agglomerazioni (dal 22,2 al 21,2%) (G1). In questa tendenza generale fanno eccezione le città nucleo svizzere, in particolare Zurigo, Bienne e Losanna e, nel confronto con le città europee selezionate, Bruxelles, che segnano un aumento della percentuale di giovani. Nello stesso periodo è fortemente calata, in particolare, la quota di giovani a Grenoble (dal 27,5% al 23,7%), Besançon (dal 29,0% al 24,7%) e Lipsia (dal 20,7% al 14,4%). Questa tendenza al calo, tuttavia, non è stata costante: tra il 1990 e il 2000, infatti, la quota di giovani è aumentata in molte città per poi calare in tutte le città tra il 2000 e il 2009. In Svizzera, solo la città di Lugano e l’agglomerazione di Berna hanno registrato un calo costante della quota di giovani tra il 1990 e il 2009. Nello stesso periodo, nell’agglomerazione transfrontaliera di Ginevra la quota di giovani è rimasta stabile, mentre è diminuita di circa un punto percentuale in quella di Basilea.
Le disparità che si registrano tra città nucleo e agglomerazioni sul fronte della disoccupazione giovanile nelle città europee selezionate sono simili a quelle delle città svizzere che, nel confronto europeo, si situano nel terzile inferiore. Berna e Zurigo, insieme alle città europee Oslo e Bratislava, segnano il tasso di disoccupazione giovanile più basso.