Il magazine “Foreign Policy” ha pubblicato la classifica degli uomini più potenti della Terra
E così anche quest’anno il magazine “Foreign Policy” ha stilato la sua classifica degli uomini più potenti della Terra, adeguandola ai tempi. Non più Obama, non solo i politici, ma politici e soprattutto economisti. Sono loro, infatti, gli attori principali di questi tempi, ed è giusto che siano loro a riscuotere il credito che compete loro.
C’è però una constatazione da fare: non esiste uno che sia più potente di tutti, la potenza è un po’ parcellizzata, se la contendono in molti. E’ il motivo per cui non c’è un primo in classifica, ma la lista comincia dal secondo posto, a significare che se c’è un secondo, un terzo, eccetera, è solo per comodità. In poche parole, l’uno vale l’altro, pur se tra alcuni punti di riferimento.
Il secondo, dunque, è Putin, forse perché è stato eletto per la terza volta presidente della Russia dopo essere stato anche premier. Ha ottenuto meno voti di prima, ma è stato eletto per la terza volta, dunque è potente. Ecco le motivazioni formulate da Ian Bremmer, fondatore e presidente dell’”Eurasia Group” di New York: “E’ una persona che conta”.
Altre volte il presidente degli Stati Uniti è stato dichiarato l’uomo più potente. Quest’anno Obama non segue Putin. La politica, appunto, cede il passo all’economia. Terzo in classifica è stato ritenuto il presidente della “Federal Reserve”, Ben Bernanke, con questa motivazione: “Sebbene la più grande economia del mondo stia ancora combattendo per ripartire, nessun altro ha più leve di lui da muovere”.
A questo punto uno si sarebbe aspettato il presidente Usa, ma chi puntava su di lui è stato smentito, perché quarta in classifica, cioè al terzo posto si è piazzata la Cancelliera tedesca Angela Merkel, evidentemente per la sua capacità di imporsi in Europa e di imporre il proprio percorso agli altri partner europei. Ecco perché: “Se l’Europa resta unita è grazie al suo impegno, in base al quale è riuscita a strappare concessioni agli altri partner e a conservare una solida popolarità in patria”. In effetti, Angela Merkel è riuscita a tenere la Germania fondamentalmente fuori dalla crisi costringendo gli altri, Italia compresa, a pagare di più.
Al quinto posto ecco Obama, appena rieletto presidente Usa per la seconda volta. Il giudizio su di lui non è da primo della classe, ma da colui che si concentra “soprattutto su Washington”, senza dare eccessivo peso né all’Europa e né al Medio Oriente.
Dopo Obama, ritorna l’economia con Mario Draghi, l’unico italiano in lista. A Draghi è stato riconosciuto un ruolo fondamentale nell’affrontare la crisi. “Ha consentito al sangue dell’Europa di continuare a scorrere”, malgrado il suo lavoro e il suo impegno non siano ancora terminati.
E veniamo all’ultima triade, formata da Xi Jingping, il nuovo leader della Cina, da Alì Khamenei, l’ayatollah iraniano, e da Christine Lagarde, direttore del FMI (Fondo monetario internazionale). Il primo, eletto Segretario Generale del Pcc, è il capo di oltre un miliardo di persone, ma soprattutto dell’economia del domani. Essendo comunista è colui che ottiene sempre quello che vuole dai suoi concittadini che, se non filano dritti, rischiano brutto. Appena si è insediato al suo posto di comando, a farne le spese sono stati un paio di giornali che avevano osato qualche timida critica: Il leader cinese li ha chiusi senza dare prove d’appello. Altro che democrazia. Il secondo dell’ultima triade è l’ayatollah Khamenei, colui che comanda per davvero in Iran e che sta portando il suo Paese all’autosufficienza energetica e al nucleare militare, in barba agli Usa e a Israele e in genere alla comunità internazionale. Non è solo una guida spirituale, è soprattutto un capo politico che nessuna primavera araba è riuscito neanche a scalfire.
Infine, torna l’economia. Christine Lagarde è colei che ha sostituito al FMI il francese Strauss-Khan, dimessosi in seguito alla scandalo dello stupro in albergo, stupro alla cameriera da quest’ultima sostenuto e da lui negato.
La classifica non si chiude qui. C’è un altro nome, il re saudita Abdullah, dichiarato potente sebbene sia malato e con un piede dall’altra parte. È stato ritenuto potente, seppure ultimo di una classifica così esclusiva, perché nel suo Paese comanda tutto e perché è uno dei signori del petrolio.