Un’iniziativa popolare vuole limitare l’immigrazione e la crescita demografica
Gli svizzeri saranno presumibilmente chiamati alle urne per esprimersi sull’iniziativa popolare “Stop alla sovrappopolazione – sì alla preservazione sostenibile delle risorse naturali”. L’iniziativa solleva un tema che preoccupa la gente ed è stata promossa dall’organizzazione Ecologia e popolazione (Ecopop), che ha raccolto 119.816 firme ritenute valide. L’obiettivo dei promotori è raggiungere l’equilibro ecologico tra umanità e natura, sia in Svizzera sia nel mondo, controllando le nascite e limitando drasticamente l’immigrazione. Il testo propone di agire in due ambiti. In Svizzera l’incremento dovuto all’immigrazione non dovrebbe superare lo 0.2 percento. D’altra parte il testo vuole destinare il 10 percento del budget per la cooperazione allo sviluppo (1.7 miliardi di franchi) ai programmi di pianificazione famigliare, volto a limitare le nascite nei Paesi più poveri. Ciò diminuirebbe nel contempo la pressione migratoria sulle altre nazioni.
Philippe Roch, ex direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente sostiene l’iniziativa come strumento per modificare la politica che “attira aziende e posti di lavoro in Svizzera”, la quale causa un’immigrazione troppo elevata. Limitare l’immigrazione significa preservare nel tempo le risorse naturali del Paese e conservare i terreni agricoli, dando più spazio all’uomo e alla natura. Il legame tra demografia ed ecologia permetterebbe anche di risolvere problemi come la carenza di alloggi o il sovraffollamento dei treni. Per raggiungere lo scopo, la Svizzera dovrebbe ritirarsi dal trattato sulla libera circolazione, che comporterebbe però il rischio di minacciare gli accordi bilaterali con l’Unione Europea (UE). Benno Bühler, presidente del comitato afferma che “Ecopop desidera mantenere buone relazioni con l’UE”, e si distanzia dall’iniziativa contro l’immigrazione di massa dell’UDC e respinge le critiche su presunte ostilità verso gli stranieri.
Irrita meno il sostegno ai programmi di pianificazione famigliare, che è visto dal Fondo delle Nazioni Unite come strumento centrale per facilitare l’evoluzione sanitaria, economica e sociale nei Paesi in via di sviluppo. L’iniziativa è stata criticata dalle Organizzazioni non governative (ONG) svizzere, attive nella politica di sviluppo e dalle associazioni economiche. Le ONG vedono nell’iniziativa la riduzione dei problemi ecologici globali alla sola crescita demografica. Economiesuisse, l’Unione svizzera degli imprenditori, la ritiene incompatibile con la libera circolazione delle persone. Se l’iniziativa fosse accolta, la Svizzera dovrebbe disdire gli accordi UE con pesanti conseguenze sull’economia svizzera. Inoltre per Economiesuisse l’iniziativa ha un risvolto leggermente utopico, volendo intervenire sull’economia e la pianificazione del territorio per frenare lo sviluppo demografico mondiale, quando la crescita demografica va di pari passo con un utilizzo maggiore delle risorse.