Biancaneve si catapulta nella Spagna degli anni’20 e veste i panni di una torera grazie a trasposizione del regista iberico Pablo Berger che sceglie però un finale diverso per la nostra eroina! Al cinema in Svizzera a partire dal 24 gennaio
Una delle fiabe più riproposte del cinema, torna sul grande schermo ma in una versione completamente rivoluzionata e che lascia poco spazio al Happy End. Dopo Mirror Mirror di Tarsem e Biancaneve e il cacciatore di Rupert Sanders vedremo anche Blancanieves, regia di Pablo Berger. Quel che è certo è però che del film non vedremo i colori né udiremo le voci poiché si tratta di un film muto in bianco e nero e anche in questo il Biancaneve di Berger ha un recente predecessore di un certo spessore, ovvero The Artist, pluri previato e vincitore di Oscar. Ma se si vuol vedere la pellicola di Berger come risposta iberica al film di Hazanavicius si avrà già sbagliato l’approccio con cui accostarsi alla visione di Blancanieves: il primo infatti era un film che parlava della cinematografia, un omaggio al cinema muto, il film di Berger vuole raccontare una delle fiabe più narrate e riproposte
Secondo una propria visione assecondando l’anima dark dei fratelli Grimm e per questo la funzione narrativa viene affidata alle immagini, ai volti, le inquadrature sottolineate dalle musiche e dai rumori in presa diretta che compongono il sonoro.
La vicenda viene trasposta dal regista nell’Andalusia del 1920, quando durante una famosa corrida a Valentia il celebre totero Antonio Villalta, a causa del flash di un fotografo che lo acceca, viene ferito gravemente, provocando il parto anticipato della moglie, sconvolta dalla forte emozione, che poco dopo morirà lasciando il marito solo, tetraplegico, e con una primogenita in fasce: Carmen. L’uomo sposa l’infermiera che si è presa cura di lui durante l’intervento, la quale, perfida, assetata di fama e denaro lascia crescere la piccola Carmen alla nonna materna. Quando l’anziana donna verrà a mancare però, la bambina dovrà trasferirsi nella casa della perfida matrigna dando così il via a una storia in cui il cacciatore sarà sostituito dall’autista/amante della matrigna, i nanetti minatori da nani-toreri che col loro carrozzone girano la provincia e che salveranno Carmen dalla morte dopo che era sfuggita da un tentativo di stupro e le daranno il nome di Biancaneve.
È dai suoi salvatori che Carmen-Biancaneve apprende l’arte da torera con cui da lì a poco diventerà leggenda proprio come era stato suo padre. Ma tutto prenderà una piega diversa dalla fiaba che tutti conosciamo lasciando spazio ad un finale sconvolgente che non lascia nessuno spazio per un happy end.
C’è tanta Spagna in questo lungometraggio con le sue tradizioni e le sue contraddizioni, a cominciare dall’ambiente delle corride e dalla colonna sonora a base di tango e flamengo.
Il cast vede la partecipazione al film di Maribel Verdù, Angela Molina, Macarena Garcia, Daniel Gimenez Cacho, Pere Ponce.
La pellicola spagnola sarà visibile nei cinema della Svizzera tedesca dal 24 gennaio prossimo e dal 30 gennaio nel cantone francese.