Il Consiglio federale respinge l’iniziativa che chiede un salario minimo di 4000 franchi in tutta la Svizzera
L’iniziativa popolare lanciata dall’Unione sindacale svizzera (USS) e dal Partito socialista (PS) e denominata “Per la protezione di salari equi” chiede un salario minimo per tutti i settori economici di 22 franchi l’ora, che corrisponde a 4.000 franchi mensili per 42 ore settimanali. Con l’imposizione di un salario minimo per legge, i sindacati vogliono combattere la povertà e fare in modo che chiunque possa vivere degnamente del proprio lavoro. Il Consiglio federale, nonostante concordi con l’obiettivo degli autori dell’iniziativa, invita prima il Parlamento e poi il popolo a respingerla, senza opporre un controprogetto. Nella conferenza stampa il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha detto che “il testo non è lo strumento giusto a tale scopo”. Secondo il Governo il sistema attuale basato sui negoziati fra partner sociali funziona bene e l’iniziativa sarebbe negativa per il mercato del lavoro. Tradizionalmente sono le imprese e i sindacati a trattare i salari minimi. I promotori mettono così a rischio meccanismi che funzionano e sono alla base degli stipendi attuati in Svizzera. “È fondamentale che i partner sociali trovino le soluzioni migliori adatte a ogni settore”, ha affermato Schneider-Ammann. I contratti collettivi hanno una grande importanza per i salari bassi e medi e “sono questi i motivi che hanno portato in Svizzera a una bassa disoccupazione e al nostro benessere”. L’accettazione dell’iniziativa diminuirebbe il margine di manovra nelle negoziazioni e la responsabilità dei partner sociali.
Il Governo non vede il rischio di salari minimi fissi solo nella politica del mercato del lavoro, bensì anche nella perdita di posti di lavoro. “Anche il Governo vuole combattere la povertà, ma lo si fa offrendo lavoro alle persone”, ha spiegato il ministro dell’economia Schneider-Ammann. Un sistema rigido che si basa su un salario minimo legale aumenterebbe il costo del lavoro e metterebbe a rischio posti di lavoro, soprattutto nei settori con bassi salari come il turismo, la gastronomia o il commercio al dettaglio. Inoltre esistono altri fattori, non salariali, che causano la povertà in Svizzera, come la situazione familiare, la disoccupazione o le spese obbligatorie. I sindacati nella loro presa di posizione insistono affermando che molti salari sotto i 4.000 franchi non bastano per vivere. Secondo l’USS, il Consiglio federale con la sua decisione di respingere l’iniziativa, si è rifiutato di proteggere i lavoratori dalla pressione salariale e dall’arbitrio dei datori di lavoro. Il Governo presenterà il suo messaggio al Parlamento entro il 23 gennaio e la votazione popolare sull’iniziativa si terrà entro l’inizio del prossimo anno.