E’ iniziato il processo per la strage di Brindisi, in cui morì la sedicenne Melissa Bassi e furono ferite altre cinque studentesse
“Una telefonata”, diceva una pubblicità di qualche anno fa, “allunga la vita”, quella che invece ha fatto Giovanni Vantaggiato subito dopo l’arresto per la strage di Brindisi la vita gliel’allunga sì, ma in carcere.
Davanti alla Corte d’Assise di Brindisi è iniziato il processo a carico dell’uomo che il 19 maggio dell’anno scorso mise una bomba in un cassonetto della spazzatura davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi e che provocò la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse.
L’assassino è entrato in aula “come uno zombie”, con le gambe malferme e lo sguardo spiritato e perduto. Effetto del rimorso? No. Effetto della paura? Nemmeno. Era solo l’effetto di una messa in scena, da lui stesso preordinata già all’indomani dell’arresto. Ad inizio processo l’avvocato della difesa, cioè l’avvocato dell’assassino, ha presentato al giudice la domanda di perizia psichiatrica per il suo assistito. Subito dopo, però, il pm Guglielmo Cataldi, ha chiesto la parola per dichiararsi contrario alla richiesta della difesa ed ha motivato la sua contrarietà con una prova inoppugnabile. Ha illustrato cioè il contenuto di una telefonata intercorsa tra Giovanni Vantaggiato e la moglie Pina, nella quale afferma: “Da qui uscirò perché dimostrerò di essere incapace d’intendere e di volere, li prenderò tutti in giro, come ho già fatto con il servizio militare”. La telefonata è stata fatta all’indomani del suo arresto e dimostra senza ombra di dubbio che il piano di farsi passare per matto era farina del suo sacco e non un’ipotesi dell’avvocato difensore.
Quando, all’entrata in aula, Giovanni Vantaggiato ha cominciato a fare quella scenata, il pm aveva già nella borsa la registrazione della telefonata, pronto a tirarla fuori non appena il suo avvocato avrebbe inoltrato la richiesta di una perizia psichiatrica. In cuor suo deve aver sorriso di soddisfazione, perché di lì a poco l’avrebbe con estrema facilità messo a terra, facendogli perdere ogni illusione di “uscire” di prigione.
La decisione del giudice ci sarà quando l’edizione del nostro giornale arriverà nelle case dei lettori, ma si può dire senza tema di essere smentiti che la richiesta dell’infermità mentale sarà, prove alla mano, respinta. Giovanni Vantaggiato dovrà affrontare il processo e la sicura condanna circondato dalla rabbia di alcuni e dal disprezzo di altri, comunque dagli sguardi di sfida delle ragazze ferite e da quelli, mesti, dei genitori di Melissa, uccisa a 16 anni dalla follia omicida di un uomo in guerra con gli altri e con se stesso.
Giovanni Vantaggiato non ha messo per la prima volta piede in un tribunale, c’era già stato nel 2008, quando aveva organizzato un altro attentato ai danni di un suo ex socio, Cosimo Parato, ritenuto colpevole delle sue disgrazie finanziarie. Il poveretto non c’entrava per nulla, ma non riuscì nemmeno a dimostrare la colpevolezza dell’ex socio. Ora Giovanni Avvantaggiato dovrà rispondere dinanzi al giudice di strage aggravata dalla finalità terroristica. Infatti, la strage non era finalizzata all’uccisione di una persona ben determinata, ma all’intenzione di uccidere chiunque, una o dieci persone, si trovasse a passare vicino a quel cassonetto. L’assassino, infatti, azionò la bomba con un telefonino nel momento in cui stavano passando più ragazze, tanto è vero che Melissa fu uccisa sul colpo, mentre le altre furono ferite solo per puro caso.
Al processo erano presenti Azzurra e Selene, due delle amiche di Melissa ferite nell’attentato, che a lungo hanno cercato d’incontrare lo sguardo di Giovanni Vantaggiato, senza mai riuscirci. Chi voleva guardarlo negli occhi erano anche i genitori di Melissa, ma non ci sono riusciti, hanno tenuto i loro occhi fissi al suolo, incapaci di accettare che quel balordo avesse fatto loro tanto male uccidendo la loro ragazza. Sia le amiche che i genitori di Melissa hanno promesso che saranno presenti ad ogni udienza del processo.
Per quanto riguarda l’assassino, si tratta davvero di un balordo, reo confesso perché incastrato da un video, ma senza nessun segno di rimorso, anzi, con l’aria di chi si vanta di aver fatto una birichinata.
1 commento
Spero veramente che i giudici facciano quello che dicono. Questo bastardo deve uscire dalla galera solo MORTO. E scusate chi se ne frega se sta male, se non mangia. Io penso solamente alle persone alle quali ha sconvolto la vita e sopratutto a chi la vita l’ha tolta a 16 anni, a Melissa che andava a scuola con il suo bel faccino sorridente contenta di poter fare un’interrogazione da 10. Per me potrebbero arrestare anche la moglie ed il suo avvocato. (che schifo per soldi difendere un delinquente del genere). E poi cosa aspettiamo a sequestrare tutti i suoi averi e i soldi e darli alle persone che ha rovinato. Sicuramente questo VERME poi si sente male davvero( non per finta). Un abbraccio di cuore a tutte le ragazze coinvolte in questa tragedia, ai genitori di Melissa. Con affetto Antna