Alla Fiera di Milano Berlusconi lancia la sua “proposta choc” che prevede anche la soppressione dell’Irap per le imprese e la detassazione per 5 anni per chi assume giovani a tempo indeterminato
E’ attaccato da tutti, ma è forse quello che vuole pure lui, perché solo così può restare sulla scena. E’ attaccato dal centro e dalla sinistra, passando per l’estrema sinistra. Dal centro, Monti gli rinfaccia che tutte le tasse che lui ha dovuto introdurre, le ha trovate nelle decisioni dell’ex premier prima di dimettersi, l’11 novembre del 2011, anche se poi, a ben guardare, Monti ci ha messo del suo. Un esempio è l’Imu. Berlusconi l’aveva progettata, incorporandovi tutte le alte imposte sulla casa come l’immondizia, ma la tassa era solo sulle seconde case, non sulla prima, che è stata una decisione di Monti.
La sinistra lo ha sempre attaccato come un “imbonitore”, capace di fare promesse e di non mantenerle. L’accusa è sempre attuale, ricorrente nei leader del Pd, ma anche di altri partiti avversi, da Casini a Fini, da Bersani a Vendola, il quale ha rinnovato domenica scorsa il giudizio di “venditore”. Siccome Vendola è un poeta, allora ha detto che Berlusconi è come “Vanna Marchi” o come il “mago Otelma”. Lui, come si può immaginare, tira per la sua strada e crede nella vittoria, almeno a parole, perché nei fatti siamo sicuri che non ci crede nemmeno lui. Siamo sempre dell’avviso che la sua nuova discesa in campo sia avvenuta all’insegna di “salvare il salvabile”, cioè di consegnare un centrodestra vivo, vegeto e forte al futuro, anche se non vittorioso nella prossima legislatura. E’ il prezzo che bisogna pagare per non lasciarlo sparire sotto i colpi insidiosi di Fini e Casini e poi di Monti di sfilargli l’elettorato moderato e di centrodestra.
L’impresa, al di là di uno o due punti percentuali, sembra essere riuscita. Che il centrodestra ottenga il 27% o il 30% o anche il 25”, tutto sommato, ha poca rilevanza elettorale, quello che conta è di aver salvato il Pdl dallo sfarinamento sicuro cui sembrava essere votato senza il suo intervento. Consegnare un partito del 20%, abbastanza forte per fare un’opposizione incisiva e nello stesso tempo per essere la base elettorale del rilancio con un Alfano con maggiore esperienza o con un altro leader che dovrà emergere, è già un grosso risultato. Dopo di che Berlusca ci tenta. Ha recuperato un’alleanza con una Lega in parte riottosa; ha recuperato un’alleanza che sembrava perduta con Grande Sud e varie altre formazioni minori e, a livello nazionale, con Fratelli d’Italia, la destra che si è staccata consensualmente dal Pdl per formare un partito sulla scia di Alleanza Nazionale. Ha, insomma, fatto quel che ha potuto e poi si tirerà in disparte, magari per fare il padre nobile del centrodestra. In un discorso pubblico a Milano, l’ex premier ha detto: “Non ho nulla da chiedere per me, farò un’ultima grande battaglia elettorale e politica per allargare gli spazi di libertà, per far uscire l’Italia dalla prospettiva cupa in cui l’hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra”.
Nel frattempo, dicevamo, ci tenta. Alla Fiera di Milano di domenica ha lanciato ufficialmente la sua proposta “choc”, che poi era stata già anticipata qualche settimana fa: l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, compensando la perdita dell’Imu sulla prima casa per lo Stato dalle entrate dell’accordo fiscale tra l’Italia e la Svizzera sui depositi illegali dei cittadini italiani in Svizzera, da cui si ricaverà, secondo le stime, una trentina di miliardi una tantum e poi a regime circa 5 miliardi l’anno. L’abolizione dell’Imu sulla prima casa risponde ad una precisa motivazione: “Non possono essere messe tasse sulla prima casa perché essa rappresenta la sicurezza per le famiglie”.
A proposito dell’Imu introdotta da Monti, l’ex premier ritiene che questa tassa abbia determinato la crisi occupazionale attuale perché “c’è stato il crollo dei mutui, la riduzione della compravendita delle abitazioni, il crollo delle aziende per le costruzioni residenziali e tutto ciò ha determinato la creazione di 360 mila disoccupati in un anno”. I messaggi programmatici ed elettorali di Berlusconi non riguardano solo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa (“il primo provvedimento nel primo consiglio dei ministri”) con rimborso di quanto versato o tramite accredito sul conto corrente o agli sportelli postali, ma anche la soppressione dell’Irap per le imprese. Non sarà aumentata l’Iva, né ci sarà una patrimoniale, ci sarà una detassazione per 5 anni per chi assume giovani a tempo indeterminato, nonché la riforma della macchina dello Stato.
Dicevamo che Vendola ha parlato di Berlusconi come di una nuova Vanna Marchi, la stessa cosa hanno detto altri esponenti di altri partiti (“solita minestra” per Anna Finocchiaro, “proposta sciocca” per Di Pietro, “non ha mantenuto nessuna promessa” per Monti), ma bisogna vedere cosa ne pensano gl’italiani, perché se è vero che non è riuscito ad abbassare le tasse, è vero che ha mantenuto l’innalzamento fino ad un milione di lire dell’assegno sociale (2001) e l’abolizione dell’Ici (2008).