“…ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante…”. Con queste parole Papa Ratzinger dichiara di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma
La notizia sta facendo il giro del mondo: Papa Ratzinger ha deciso di lasciare il pontificato a causa delle precarie condizioni di salute. L’annuncio shock è stato dato dallo stesso pontefice durante il concistoro dell’11 febbraio scorso e pronunciato in latino davanti al collegio cardinalizio e alla Casa Pontificia riunite per le tre canonizzazioni. Avverrà alle ore 20:00 del 28 febbraio prossimo: le camere papali verranno momentaneamente abbandonate, chiuse e il camerlengo, il cardinale Tarcisio Bertone, si preoccuperà di dell’amministrazione della Santa Sede fino alla prossima fumata bianca. Si conclude così il pontificato di Joseph Aloisius Ratzinger, successore di Giovanni Paolo II, il settimo Papa di nazionalità tedesca e il settimo Papa che abdica (dopo Clemente I, Papa Ponziano, Papa Silverio, Benedetto IX, Celestino V e Papa Gregorio XII) a 600 anni di distanza dall’ultima dimissione. Eletto quasi otto anni fa, il 19 aprile del 2005, all’età di appena 78 anni, adesso lascia il suo incarico di Sommo successore di San Pietro per cause legate al suo stato di salute: “Le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino” dice Papa Ratzinger, per cui è costretto a riconoscere la sua incapacità “di amministrare bene il ministero a me affidato”.
La notizia lascia il mondo intero a bocca aperta perché arriva inaspettata come un fulmine a ciel sereno, nonostante il fratello Georg Ratzinger sostenesse di essere al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice da mesi. “Ero stato messo al corrente”, ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: “Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia”.
Secondo ANSA il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma è anche il peso del suo ruolo ad incidere sul suo stato generale: è quanto trapela da fonti mediche dello staff che lo segue. Il Pontefice è anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si è appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti. Per il resto però non vi è nessuna ulteriore malattia in corso che possa aver inciso sulla drastica decisione del pontefice. “Negli ultimi mesi è diminuito il suo vigore. Sappiamo l’età che ha e che è normale per persone in età avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità”, ha detto il portavoce Vaticano padre Federico Lombardi.
Queste motivazioni, però, lasciano largo spazio ai dubbi e alla perplessità in merito a delle affermazioni che Papa Ratzinger ha rilasciato in un’intervista a Bruno Vespa quando era ancora cardinale. Joseph Ratzinger, in quell’intervista parla della malattia e della sofferenza di Papa Giovanni XXIII, esaltando il suo coraggio e affermando che il pontificato è “una responsabilità unica data dal Signore e che solo il Signore può ritirare”. Affermazioni che contrastano chiaramente con le dimissioni odierne. Lo stupore per l’inatteso gesto del Papa è palpabile, e da tutto il mondo arrivano messaggi di solidarietà per la sua scelta e manifestando un grande rispetto per il coraggio che ha mostrato Benedetto XVI. Ecco alcuni dei commenti a caldo: “È una notizia che emoziona”, dichiara la cancelliera tedesca Angela Merkel, una scelta che, sottolinea, suscita “il mio più grande rispetto”. Benedetto XVI ha preso una “decisione difficile, che in un’epoca in cui si vive sempre più a lungo molte persone potranno comprendere”. “Un grande coraggio e da parte mia grandissimo rispetto” afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per il presidente, con la sua decisione, il Papa ha dimostrato non solo grande coraggio, ma anche “straordinario senso si responsabilità”. Più freddi i commenti dalla Francia: “La Republique saluta il Papa che prende questa decisione, ma non farà altri commenti su qualcosa che appartiene innanzi tutto alla Chiesa. La sua – sostiene il presidente francese, Francois Hollande – è una decisione umana e una volontà che deve essere rispettata”. È un atto di “grande onestà da parte del Papa, quando si è reso conto che la sua salute non gli permetteva più di assolvere le responsabilità del suo incarico, di annunciare il suo ritiro”. Così all’ANSA il portavoce della chiesa copta egiziana, vescovo Angelos. Il portavoce del rabbino capo d’Israele Yona Metzger ha parlato del pontificato di Ratzinger come quello che ha segnato “le migliori relazioni tra la chiesa e il rabbinato. Gli va dato atto d’aver fatto molto per i legami inter-religiosi nel mondo tra Cristianità, Ebraismo e Islam”.
Con un grande gesto di umiltà benedetto XVI ha concluso il suo discorso ringraziando tutti e scusandosi per i propri difetti: “Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti”.
Così il Papa ha annunciato le sue dimissioni:
Il discorso di Papa Benedetto XVI
“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”.